Ordinanze e chiusura della scuole. Cassì controcorrente critica l’Anci: “La legge è chiara, si chiude in zona rossa. Il resto è speculazione”

“Molti, troppi sindaci in Sicilia hanno scelto di emanare ordinanza di chiusura delle scuole, pur in presenza di una chiara disposizione di legge di senso contrario. A ripristinare l’ordine ci hanno dovuto così pensare i Tar regionali, con provvedimenti giudiziari scontati e ineccepibili. La legge è chiara e prevede che i sindaci possano intervenire con proprie ordinanze solo in zona rossa, in presenza di situazioni specifiche ed eccezionali, e solo previo parere dell’Asp territoriale. Tutto il resto è speculazione”.

Lo dice in una nota il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, in merito al dibattito sulla chiusura delle scuole per il rialzo dei contagi Covid. Oggi il Tar della Sicilia ha nuovamente stoppato il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, che aveva emanato una ordinanza di chiusura degli istituti. “Il governo ha inteso privilegiare la didattica in presenza pur con il rischio di aumento dei contagi che ciò avrebbe comportato – aggiunge -. Gli enti locali devono adeguarsi a questa scelta, anche se non la condividono (io l’ho condivisa da subito) e anche se ricevono pressioni dal territorio di riferimento: inseguire il consenso, in questi casi più che in altri, può essere deleterio”.

Secondo Cassì “il quadro normativo è chiaro e inequivocabile, lo è sempre stato, eppure all’interno dell’Anci Sicilia è risultata prevalente una idea diversa, per certi versi persino eversiva: libertà per i sindaci di intervenire con ordinanze sulla chiusura delle scuole e caos totale per i cittadini disorientati di fronte a interventi impropri e stroncati, in quanto illegittimi, appena poche ore dopo la loro emanazione”.Secondo il sindaco di Ragusa “un grave infortunio che ha contribuito a lasciare migliaia di famiglie fino all’ultimo nell’incertezza sul rientro in classe”. Cassì quindi aggiunge: “L’azione dei sindaci ha accresciuto la confusione in una situazione generale già parecchio caotica. E non mi si dica che si è pensato e dato la prevalenza alla salute dei ragazzi, non mi risultano ordinanze sindacali per limitare gli assembramenti durante le vacanze di Natale, quando, a scuole chiuse, il virus ha avuto libertà di circolazione come non mai. Perché dunque chiudere le scuole e non tutto il resto?

Qual è la logica? Non sarà che chiudere le scuole è una scelta che genera facili apprezzamenti e consensi?”. Il sindaco di Ragusa quindi ricorda che “in tutta Italia le scuole sono aperte da 10 giorni” e che “dati ed esperti concordano nell’affermare che non per questo la situazione epidemiologica sia peggiorata”. Un dato scientifico che “stride contro ogni decisione presa di pancia, sulla scorta degli umori delle chat e dei social network”. Cassì poi conclude: “Da sindaco di un Comune capoluogo avverto quindi la necessità di manifestare forte l’appello affinché l’Anci Sicilia, preziosissimo strumento di confronto, di consulenza e di indirizzo, riacquisti il proprio equilibrio e ritrovi ragionevolezza”.

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