Colpo di scena nella sentenza “Plastic free” fra estorsioni, plastica e intimidazioni: riscritti cinque anni d’accuse

Assolti in primo grado dal reato di associazione mafiosa ed escluse le aggravanti. Una lunga serie di non luogo a procedere e condanne ridimensionate rispetto alle richieste della Procura distrettuale antimafia di Catania. E’ stata pronunciata ieri dal tribunale collegiale di Ragusa, la sentenza relativa all’operazione “Plastic Free” messa a segno nel 2019, che aveva ipotizzato un sistema mafioso di estorsioni, illecita concorrenza con minaccia, lesioni aggravate, ricettazione, detenzione e porto di armi da sparo, danneggiamento in seguito ad incendio, traffico illecito di rifiuti aggravato. La Procura distrettuale nell’impianto accusatorio, riteneva che un gruppo riconducibile alla ‘stidda’ composto da imprenditori, personaggi che esercitavano la ‘forza intimidatrice’, e raccoglitori della plastica, con collusioni, connivenze, accordi economici, radicati anche nel mantenimento della capacità intimidatrice avrebbero concorso allo stesso obiettivo criminale gestendo la filiera della plastica delle serre, un settore molto importante in un territorio, quello di Vittoria, dove la produzione orticola in serra è preponderante, ed economicamente e storicamente oggetto di interessi della criminalità. 

LA SENTENZA: EFFETTIVE CONDANNE E ASSOLUZIONI

Il Tribunale collegiale ha assolto dall’associazione mafiosa Claudio Carbonaro, Salvatore D’Agosta, Giovanni Donzelli, Raffaele Donzelli, Antonino Minardi, Emanuele Minardi, Salvatore Minardi (del 1974) con la formula del “perché il fatto non sussiste”.

Sono scattate le condanne a 6 anni e 2000 euro di multa per Emanuele Minardi per episodi estorsivi; per Antonino Minardi, 5 anni e 6 mesi e 1.500 euro di multa per estorsione, e ricettazione di un arma e porto in luogo pubblico; per Salvatore Minardi, (classe 1974), Salvatore Minardi (classe 1995), Crocifisso Minardi e Salvatore Ingala 5 anni e 1.200 euro di multa per estorsione. Per il reato di traffico illecito di rifiuti condannati a due anni di reclusione Giovanni Donzelli, Raffaele Donzelli e Luciano Pazzoni.

Poi una lunga serie di “non doversi procedere” derivate dalle esclusioni delle aggravanti del metodo mafioso. Riqualificato il reato da lesioni, in percosse, e difettando la querela di parte, il Tribunale ha disposto il non doversi procedere nei confronti Antonino Minardi, Emanuele Minardi, Salvatore Minardi (1974), Salvatore Minardi (1995), Crocifisso Minardi e Giuseppe Ingala. Non doversi procedere nei confronti di Antonino Minardi e Giuseppe Ingala per il reato di danneggiamento, per difetto di querela; per intervenuta prescrizione nei confronti di Antonino Minardi per ricettazione, detenzione e porto d’armi; nei confronti di Salvatore D’Agosta e Gaetano Tonghi per intervenuta prescrizione per il reato di danneggiamento seguito da incendio; nei confronti di Raffaele Donzelli perché il fatto non sussiste e per intervenuta prescrizione, per ricettazione e porto d’arma. Assolto Claudio Carbonaro per detenzione e porto d’arma, per non avere commesso il fatto. Assolti dal capo di imputazione che riguardava il traffico illecito di rifiuti, Andrea Marcellino, Francesco Farruggia e Giovanni Longo perché il fatto non costituisce reato.

LE RICHIESTE DI CONDANNA 

Il pm della Procura antimafia di Catania, Alfio Gabriele Fragalà, aveva chiesto al termine della sua requisitoria condanne per 150 anni di carcere: 22 anni per Claudio Carbonaro, 16 anni e 8 mesi per Salvatore D’Agosta; 16 anni e 3 mesi per Giovanni Donzelli; 12 anni per Raffaele Donzelli; 15 anni e 6 mesi e 12.000 euro di multa per Antonino Minardi; 15 anni e 12.000 euro di multa per Emanuele Minardi;  10 anni e 6 mesi e 8.000 euro di multa per Crocifisso Minardi; 12 anni e 8.000 euro di multa per Salvatore Minardi (classe 1974); 10 anni e 6 mesi e 7.000 euro di multa per Salvatore Minardi (classe 1995); 12 anni e 6 mesi e 10.000 euro di multa per Giuseppe Ingala; 1 anno e 6 mesi per Francesco Farruggia; 2 anni ciascuno per Giovanni Longo, Andrea Marcellino e Luciano Pazzoni. Il Tribunale collegiale nella sentenza di oggi non ha ritenuto sussistente l’associazione mafiosa e le aggravanti contestate; in 90 giorni il deposito delle motivazioni . 

IL COLLEGIO DIFENSIVO

Un imponente collegio difensivo ha assistito gli imputati: dal Foro di Ragusa gli avvocati Matteo Anzalone (per Giuseppe Ingala, Antonino e Salvatore Minardi classe 1995), Maurizio Catalano (per Crocifisso, Emanuele e Salvatore Minardi del 1974),  Rosario Cognata (per Salvatore D’Agosta), Enrico Cultrone (per Gaetano Tonghi), Santino Garufi (per Giovanni Donzelli, Raffaele Donzelli, Francesco Farruggia, Andrea Marcellino),  Saverio La Grua  (per Giuseppe Ingala, Antonino e Salvatore Minardi classe 1995), Maria Concetta Mazzei e Vittorio Melfi (per Giovanni Longo); Mario Tacchinardi (del Foro di Cremona per Luciano Pazzoni), Antonio Fiumefreddo (del Foro di Catania per Giovanni Donzelli), Flavio Sinatra (del Foro di Gela per Raffaele Donzelli) Gaetano Sano (del Foro di Siracusa per Claudio Carbonaro). 

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