È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
OPERAZIONE MINCEMEAT
17 Dic 2015 20:52
Alla fine della guerra, il contributo decisivo dell’Intelligence, in particolare dei Servizi segreti britannici, alla vittoria angloamericana, era conosciuto da pochissime persone. Lo scrittore Ian Fleming, padre dell’agente segreto più famoso di tutti i tempi, James Bond, fu ufficiale della Royal Navy ed egli stesso componente dell’ M15, al servizio segreto di Sua Maestà, nel periodo bellico .
All’alba del 10 luglio 1943 le truppe alleate sbarcarono in Sicilia nel primo attacco alla “Fortezza Europa” in mano a Hitler. Un attacco destinato ad avere un grande successo e ad aprire una nuova, cruciale fase nelle operazioni belliche. Un vero trionfo, dovuto in buona parte a un uomo morto sei mesi prima, un uomo che non c’era”.
Attorno a lui venne costruita un’imponente rete di depistaggi, un vero e proprio imbroglio escogitato da un avvocato ,Ufficiale del Servizio Segreto Navale britannico, Ewen Montagu, e noto come “operazione Mincemeat”. Senz’altro il più spettacolare, sfacciato e riuscito piano dissuasivo della Seconda guerra mondiale, volto a convincere i servizi informativi nazisti che il grande sbarco alleato nel Mediterraneo avrebbe avuto luogo in Grecia e non sulle coste siciliane. Nota fino a poco tempo fa in modo solo parziale, la vicenda è emersa in tutta la sua complessità solo recentemente, e per la prima volta, viene ricostruita grazie a documenti dei servizi segreti, fotografie, memoriali, diari dei protagonisti, che raccontano una vicenda tanto avvincente e incredibile quanto vera. Da parte italiana e tedesca l’attacco all’Europa era ovviamente atteso e i servizi di spionaggio erano da tempo al lavoro per capire quale sarebbe stato il luogo dello sbarco tra i molti possibili nel Mediterraneo. Per ingannare il nemico gli Alleati attuarono una beffa che passò alla storia, tanto da aver successivamente suggerito anche la trama di un film. Nella tarda mattina del 30 aprile, al largo delle coste di Cadice, in Spagna, fu rinvenuto da alcuni pescatori il cadavere di un ufficiale inglese che, dai documenti in suo possesso, risultò essere il maggiore William Martin dei Royal Marines britannici. Legata al cadavere, una borsa diplomatica conteneva documenti che furono giudicati importantissimi dai servizi segreti tedeschi, che erano stati prontamente avvisati dai colleghi spagnoli. In particolare una lettera, inviata dal Naval War Staff al generale Alexander, parlava esplicitamente di una imminente invasione della Grecia e di come i preparativi per lo sbarco in Sicilia servissero solo per sviare l’attenzione degli italo-tedeschi. L’operazione Mincemeat descritta nella falsa lettera, fu presa per vera dai tedeschi, che caddero nella trappola, come dimostrano gli ordini di Hitler, che spostò dalla Francia verso la Grecia la 1° Divisione Panzer. L’attenzione dei comandi tedeschi si concentrò così sulla Grecia nonché sulla Sardegna, ritenuta altro probabile obiettivo alleato. Questo fu l’esempio più eclatante nella storia, per capire quanto sia fondamentale carpire le corrette informazioni e non c’è da stupirsi se i signori della guerra investivano molte risorse nel trovare tecniche di criptazione sempre più efficienti e sicure, mentre al contempo tentavano di decodificare i codici nemici. Insomma, anche nei conflitti bellici , la comunicazione ha un ruolo fondamentale. Restò nel mistero la vera identità del cadavere ritrovato in mare dai pescatori spagnoli. Pare si trattasse di un malato di mente, morto accidentalmente per affogamento nelle acque del Tamigi. Nel cimitero della cittadina spagnola di Huelva è oggi seppellito il cadavere dell’uomo che non è mai esistito: il maggiore William Martin, nato dalla fantasia dei servizi segreti britannici. Gli italiani non credettero invece alla messinscena inglese, convinti, a ragione, che la Sicilia fosse il vero obiettivo degli Alleati. D’altra parte, a questa certezza se ne aggiungeva un’altra, non meno allarmante della prima: l’insufficienza dei mezzi di difesa dell’isola, unitamente al morale basso sia delle truppe sia della popolazione civile, definita “rassegnata, agnostica, priva di volontà” in un drammatico rapporto redatto dal generale Alfredo Guzzoni, comandante delle forze di stanza in Sicilia. Il rapporto, compilato un mese prima dell’invasione, evidenziava anche altri problemi: le difese passive inadeguate, la carenza di mezzi corazzati, cannoni anticarro e artiglieria in genere. Inoltre, sottolineava il generale Guzzoni, molti soldati di stanza in Sicilia erano riservisti siciliani, che spesso si allontanavano arbitrariamente dai reparti per far visita alle proprie famiglie. Morale basso della popolazione, ma morale non certo migliore tra i soldati. Tutti erano “in attesa”, ma attesa era soprattutto la fine della guerra. Non importava come, purché avesse fine !
© Riproduzione riservata