OMONIMI MA DIVERSI

 

Il riesling è un vitigno a bacca bianca di origine nordica e probabilmente ha origine nelle valle del Reno. In Italia, se si esclude l’Alto Adige, è giunto molto tardi, sia per quanto riguarda la coltivazione, poiché prima degli anni Novanta non risultano vigne coltivate a riesling, sia per la conoscenza stessa di questo vitigno tra i consumatori.

Il riesling è un vitigno che non ama gli ambienti troppo caldi e resiste molto bene ai climi rigidi del Nord. In Italia oggi si trova principalmente nel Nordest, ma è possibile trovare piccoli quantitativi anche nel resto d’Italia, soprattutto nel centro Italia.

Il riesling è un vitigno nobile, giacché si presta alla produzione di vini da lungo invecchiamento, qualità questa non molto diffusa tra i vitigni bianchi nostrani.

Il problema legato a questo vitigno è che esiste un vitigno quasi omonimo, ma totalmente dissimile: il riesling italico. Questa omonimia ha creato per molto tempo una grande confusione tra i consumatori italiani. Per evitare il ripetersi di questo problema, si è aggiunto al nome del riesling della valle del Reno l’appellativo “renano”.

La presunta origine italiana del riesling italico non è però certa, poiché l’origine stessa di questo vitigno non è ancora chiara. Secondo alcuni studiosi della materia, il riesling italico non sarebbe altro che il petit meslier, un vitigno secondario della zona di Champange. Dalla Francia alcune barbatelle avrebbero preso il viaggio verso la Germania e qui il vitigno sarebbe stato chiamato Welschriesling, che non significa riesling straniero, come erroneamente riportato in alcuni testi, ma bensì riesling proveniente dalla Svizzera francese. Dalla Germania, in un secondo momento, sarebbe sceso fino in Italia. Questa origine francese del vitigno è stata però contestata e sembrerebbe che non vi siano legami di parentela con il petit meslier.

C’è anche chi ha disturbato Columella per sostenere che il riesling italico avesse origini italiane. In Romania, dove è molto diffuso, prende il nome di riesling italian e così anche in Ungheria, olaszrizling, ovvero riesling italico. Da questa presunta origine italiana si è giunti all’ipotesi che questo vitigno altro non sarebbe, che quello con cui i romani producevano il celebre vino Falerno. Ipotesi difficile da sostenere, poiché non vi è rimasta traccia di riesling italico in Campania settentrionale, luogo d’origine del celebre vino romano, che andrebbe associato quasi sicuramente al vitigno greco, piuttosto che al riesling.

Osservando la diffusione odierna di questo vitigno, ossia Austria, Ungheria, nordest d’Italia, Slovenia e Romania, si nota come questa ricalchi abbastanza fedelmente il territorio dell’ex Impero austro-ungarico. L’origine va riscontrata probabilmente in questo territorio e al momento non vi sono fonti che possano aiutare a maggiori chiarimenti.

Una cosa è certa. Tra il riesling renano e il riesling italico non vi è alcuna parentela e i due vitigni sono molto dissimili tra loro. Il riesling italico è un vitigno che dà vini pallidi, con riflessi verdolini, profumi tenui, ma particolarmente tipici, ha corpo snello, buona presenza acida e abbastanza sapidità. Il riesling renano possiede le stesse caratteristiche per quanto concerne il colore, ma i profumi sono molto intensi, tanto da poterli definire aromatici, il corpo non è così leggero, l’acidità è molto elevata, mentre la sapidità varia in base al terreno dove è coltivato. Sono soprattutto i profumi del riesling renano, che rendono questo vitigno subito riconoscibile e difficilmente confondibile con il riesling italico. La nota olfattiva, descritta spesso come idrocarburi, è praticamente inconfondibile e fino a pochi anni fa’ soltanto il riesling renano la possedeva. Da pochi anni ci si è accorti che il verdicchio, coltivato a dovere, riesce in alcuni casi a sprigionare un profumo di idrocarburi molto simile al riesling renano. Quello che è certo è che il riesling italico non è, al momento, capace di ciò.

La differenza più importante, però, tra i due riesling sta nella grande capacità del renano d’invecchiare. Mentre l’italico va consumato giovane, il renano in alcune zone è capace d’invecchiare anche oltre i 20 anni. Certo non basta il vitigno da solo. Il territorio dove viene coltivato, l’esposizione e la lavorazione, ossia le scelte per la vendemmia e vinificazione, determinano la qualità dell’uva e la possibilità che questa si esprima al massimo. È quindi possibile imbattersi in riesling renani di grande impatto, ma anche in alcuni decisamente mediocri, a volte inferiori, qualitativamente parlando, al riesling italico.

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