“Omicidio di Scoglitti non fu volontario”: il Riesame riqualifica il reato

Non più omicidio volontario ma preterintenzionale. Insomma, Dumitru Dolhoniuc, rumeno 45enne quando ha fatto a botte, non voleva uccidere il connazionale Vasile Romasc, 43 anni. Ciò che è accaduto in quella casa di via delle Ninfe a Scoglitti il 20 marzo scorso, lo chiariranno anche i risultati dell’esame autoptico. La riqualificazione del reato è stata decisa dal Tribunale del Riesame di Catania, quinta sezione (Sammartino presidente, a latere Rollo e Benanti) alla quale si è rivolto il legale del presunto omicida, l’avvocato Vincenzo Mallia; il collegio ha comunque confermato la custodia cautelare in carcere per Donhoniuc.

La spesa, le pulizia di casa, la lite sarebbe scaturita per futili motivi e dalle parole si sarebbe passati alle vie di fatto. Quando l’uomo si era reso conto di quanto accaduto, si era costituito ai carabinieri che poi aveva condotto nell’abitazione dove era scaturita la lite e dove è stato anche trovato il corpo senza vita di Romasc. Sottoposto a fermo dal sostituto procuratore Marco Rota, Donhoniuc non aveva esitato a rispondere alle domande del gip Andrea Reale, nel corso dell’udienza di convalida; aveva fornito la sua versione dei fatti. Il gip aveva convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere. Il legale dell’indagato si era rivolto quindi al Tribunale del Riesame. La decisione è arrivata qualche ora fa. E’stato confermato il carcere ma riqualificato il reato: non omicidio volontario ma preterintenzionale

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