Omicidio a Vittoria, parla Vincenzo Vindigni: “Non volevo uccidere nessuno. Ho dovuto sparare per difendermi”

Ho dovuto sparare per difendermi. Risponde così Vincenzo Vindgini nell’interrogatorio che ha sostenuto ieri dinnanzi ai magistrati che hanno poi confermato il suo fermo. Ha ucciso il rumeno Iulian Aenechioaie, fratello della ragazza che stava frequentando e ha ferito Salvatore Maccaione. L’uomo ha risposto alle domande avanzate dal gip Claudio Maggioni. Alla base del tragico fatto di sangue, c’è il difficile rapporto sentimentale contrastato con una donna romena che tra l’altro è madre di figli avuti da una precedente storia sentimentale e per questo motivo il fratello rumeno ha chiesto più volte di non continuare nel rapporto, nel tentativo vano di risanare quello precedente.
Nel ricostruire la vicenda, Vindigni ha spiegato di aver subito l’incendio della sua autovettura e quella del padre. e per questo motivo si era poi procurato un’arma avente la matricola cancellata. Una calibro 9 con dei proiettili. E con questa ha poi sparato al cognato, uccidendolo. Ma ha detto anche che voleva solo difendersi, non voleva uccidere nessuno. Ed infatti quando ha sentito persone fuori dalla porta, ha reso la pistola e ha cominciato a sparare verso fuori, nel buio. Ha riferito anche che il rumeno brandiva un bastone ma che poco dopo è caduto a terra inerme a causa dei colpi di pistola, forse più di 10. Il vittoriese Salvatore Maccaione, che era venuto insieme al rumeno, è stato ferito marginalmente. L’avvocato di Vindigni sta valutando l’ipotesi di far ricorso al tribunale della libertà. Intanto questo lunedì è prevista l’autopsia sul corpo del rumeno.
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