Omicidio a San Biagio Platani: dopo 32 anni, arriva la svolta. Si riapre un “cold case” siciliano

Una vicenda che ha quasi dell’incredibile. Dopo 32 anni una svolta nell’omicidio avvenuto a San Biagio Platani, nell’agrigentino. Era il 14 maggio 1992. Le indagini, riaperte e condotte dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile della compagnia di Cammarata, sotto la supervisione del procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella e del sostituto procuratore Gloria Andreoli, hanno portato alla notifica di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di tre donne e di un presunto killer.

La svolta

Le donne coinvolte sono Rosalia Guadagnano, nata nel 1942 e ormai deceduta, moglie di Gaetano La Placa, e le figlie Carmela La Placa, di 84 anni, e Rosalba La Placa, di 77 anni. Il presunto killer è Luigi Costanza, 77 anni, un amico di famiglia delle vittime, venditore ambulante di abbigliamento e compagno di caccia di Gaetano La Placa.

L’omicidio

L’omicidio di Gaetano La Placa e di suo padre Salvatore fu commesso come atto di vendetta per le presunte vessazioni subite da Rosalia Guadagnano e per un conflitto tra Gaetano e il fidanzato di una delle figlie. Le donne avrebbero ingaggiato Luigi Costanza, che attirò Gaetano in una strada di campagna con il pretesto di una conversazione, per poi sparargli con un fucile caricato a pallettoni e uccidere successivamente anche Salvatore, che si trovava sul posto per caso.

Nonostante i corpi delle vittime furono rinvenuti lo stesso giorno, le indagini del 1992 non riuscirono a identificare i colpevoli o il movente a causa del silenzio omertoso della comunità. Tuttavia, oltre vent’anni dopo, un familiare delle vittime iniziò a mettere insieme frammenti di racconti familiari riguardo a quegli eventi, portando gli investigatori a utilizzare microspie che hanno rivelato la verità. Luigi Costanza sarebbe stato pagato con 50 milioni di lire, un fuoristrada e i cani della vittima, finanziati con l’eredità della vittima stessa.

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