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Oltre la disabilità: “Passiata”, un progetto che coltiva autonomia e dignità
26 Giu 2025 15:25
Un’ondata di emozioni, sorrisi sinceri e sguardi lucidi ha attraversato la sala dell’Asp di Ragusa in piazza Igea, dove si è celebrata la conclusione del progetto Passiata: non solo un percorso di formazione, ma un’esperienza di vita che ha intrecciato disabilità, agricoltura e umanità in un viaggio condiviso, profondo e trasformativo.
Protagonisti assoluti i dodici giovani con disabilità intellettiva coinvolti in un cammino che ha saputo generare autonomia, consapevolezza e relazioni autentiche. Le loro voci, i loro gesti e un video emozionante hanno restituito al pubblico tutta la forza di un progetto che ha superato ogni aspettativa. Dalla semina alla scaccia, dalle poesie ai sorrisi tra gli animali, Passiata ha fatto della lentezza un valore, della terra una maestra, della condivisione un motore.
“Abbiamo impastato saperi e ingredienti, ci siamo sporcati le mani di terra e riempito il cuore di bellezza”, hanno detto all’unisono i ragazzi. Insieme a loro un’intera squadra di tutor, professionisti e aziende che hanno reso possibile ogni tappa di questo percorso.
Il progetto, finanziato dal PSR Sicilia 2014–2022 tramite l’Assessorato Regionale all’Agricoltura, ha visto il coinvolgimento diretto della Cooperativa Terra Iblea, delle aziende agricole Cannella e Allibrio e della Tenuta Cillone, luoghi trasformati in laboratori viventi di educazione ambientale, pet therapy, apicoltura e lavorazione agroalimentare, sempre guidati da mani esperte e cuori attenti.
“Passiata è stato un esempio virtuoso di come l’agricoltura sociale possa trasformarsi in strumento concreto di inclusione, autonomia e benessere”, ha dichiarato Massimo Cicero, direttore amministrativo dell’Asp di Ragusa. Sulla stessa linea la direttrice sanitaria Sara Lanza, che ha sottolineato “la forza generativa di una rete tra sanità, imprese e territorio”. Presente anche il capo dell’Ispettorato Agrario, dott. Carpenzano, che ha definito Passiata “un modello di agricoltura etica e comunitaria, da sostenere e replicare”.
Grande gratitudine è stata espressa da Lucia Ingarao, referente Asp del progetto, e dal progettista Giovanni Capuzzello, che ha parlato di uno “scambio continuo, dove chi insegna ha imparato quanto chi riceve”. Le loro parole, unite a quelle del coordinatore Michele Gugliotta, hanno tracciato il profilo di un’iniziativa che ha saputo trasformare piccoli gesti quotidiani in momenti di crescita reciproca.
Durante l’incontro, un video-racconto ha condensato mesi di lavoro e emozioni in pochi minuti: mani che seminano, risate nei campi, scacce impastate con orgoglio, abbracci che raccontano legami profondi. Un’onda di commozione ha attraversato la sala. Perché Passiata non si è limitato a formare, ma ha costruito una comunità.
E ora? Il seme è stato piantato, ma la raccolta è appena iniziata. Come ha detto uno dei ragazzi:
“Qui abbiamo imparato che ognuno ha qualcosa da insegnare. E che insieme si può fare molto di più.”
Un ebook digitale, in fase di pubblicazione sui canali ufficiali del progetto, racconterà l’intero percorso per diffonderne valori, risultati e prospettive. Passiata si chiude, ma lascia aperta una strada: quella di un’agricoltura che cura, di una comunità che include, di un futuro più umano.
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