NUOVA LINFA PER “RIGENERARE LA DEMOCRAZIA”

La nostra città ha ospitato l’Assemblea del centro-sud del Movimento ‘Rigenerare la democrazia’, costituitosi il 2 giungo 2013 ad Ariccia. Il Movimento, a carattere nazionale, ha visto le adesioni dei territori di Sicilia, Lazio, Toscana, Campania, ed Emilia Romagna. Gli aderenti, che da circa un anno, dialogano e si confrontano sul web, hanno organizzato anche diversi incontri, in diverse località del paese, fra cui Albano Laziale, Acicastello, Genzano e, appunto Ariccia, dove si è tenuta l’Assemblea Costituente.

Quella di Ragusa può, quindi, essere considerata la prima Assemblea operativa del Movimento che trova le sue origini nel malessere che attanaglia i partiti e si trasmette agli iscritti. Nato per iniziativa, in particolare, di alcuni iscritti dell’UDC, ha visto via via aumentare il numero di persone, anche di altre formazioni politiche, che hanno mostrato particolare interesse per le idee e il pensiero di questo movimento di opinione, destinato, quasi sicuramente, ad assolvere, anche, un ruolo politico, come, da più parti, si sente l’esigenza.

“Rigenerare la democrazia” avverte che la crisi, prima ancora di essere una crisi politica, finanziaria ed economica, è crisi di cultura e di valori, crisi che pervade di egoismo individualistico, singolo e di gruppi, la classe politica, impedendo di perseguire il bene comune. I partiti si sono autodelegittimati per colpa dei dirigenti che hanno assommato errori su errori, determinando una inutile divisione del paese: ambizioni di potere, decisioni calate dall’alto, mancato rispetto delle minoranze e dei non omologati, concezione della persona come strumento delle proprie strategie.

Unica soluzione intravista nell’inarrestabile processo di deterioramento della politica, il coinvolgimento della base per un rinnovato impegno che deve rigenerare partendo dalle comunità locali.

Esiste, ormai, una consolidata consapevolezza che questa generazione è quella che, negli ultimi 60 anni, per la prima volta, sta peggio di quella dei padri, non è più tempo di attendere l’’uomo della provvidenza’, il politico o il partito che può fare uscire da questa crisi, ma si deve fare squadra come fecero, nel 1948, i nostri padri.

RIGENERARE LA DEMOCRAZIA nasce per superare l’attuale situazione di partiti e movimenti che hanno apportato politiche disastrose per il paese. Si è considerata esaurita la funzione dei partiti, in particolare quella dell’UDC e di Scelta Civica, e si guarda ad una nuova formazione che riunisca le componenti popolari, riformatrici ed europeiste. E per far questo si vuole partire dalle autonomie locali, formando un a nuova classe dirigente, formata in rete e qualitativamente competente che recuperi il ruolo della partecipazione popolare come strumento di governo della res publica.

L’appuntamento di Ragusa ha visto una nutrita partecipazione di aderenti e di simpatizzanti che hanno, tutti, voluto esprimere idee e sentimenti con trasporto e passione. Un incontro che non ha visto nessuno al tavolo di testa, per simboleggiare che ognuno è protagonista nel movimento, allo steso modo ognuno è stato protagonista al momento del suo intervento al microfono.

Rosanna Bocchieri, esponente di spicco del Movimento a livello locale, ha fatto gli onori di casa e ha preso spunto dai recenti risultati elettorali di Ragusa, per significare il malcontento che pervade gli elettori per una politica priva di contenuti, sorda ai richiami della cultura, del sociale, della marginalità territoriale.

Ha ricordato come il Movimento è un movimento di lotta civile che, già sul nascere, ha raggiunto lusinghieri obiettivi come quello della preferenza di genere per le amministrative siciliane.

Il simbolo stesso del Movimento rappresenta donne, uomini, bambini, diversamente abili che dialogano per il futuro della collettività, una simbologia che richiama i valori europeisti del PPE, attraverso una partecipazione corale delle comunità alla vita politica, con l’attenzione rivolta all’uomo e alla sua dignità.

Massimo Maggi, di Roma, ha richiamato i principi fondanti del Movimento e evidenziato le criticità provocate da una classe dirigente che si è mossa con superficialità e, talvolta, anche con scarse competenze e dispregio della legalità, contro cui, però, molti hanno preferito voltare le spalle.

La situazione del paese è fortemente degenerata e richiede un impegno forte, su base territoriale, per riappropriarsi del patrimonio di valori dilapidato dai partiti, una azione che parte appunto da Ragusa.

Nel corso del confronto, i convenuti hanno ricevuto il saluto della senatrice Venerina Padua, parlamentare locale del Partito Democratico, che ha condiviso i principi ispiratori del Movimento, auspicando una fattiva collaborazione con il suo partito nell’interesse della collettività.

Ricollegandosi ai discorsi che avevano preceduto il suo intervento, ha  voluto comunicare, in anteprima la notizia della presentazione di un disegno di legge mirato a istituire la Giornata di Riflessione nelle scuole per il riconoscimento dell’altrui personalità, iniziativa che vuole raggiungere l’obiettivo di innescare un circuito virtuoso nuovo per porre al centro la comunità e le persone.

Sono ancora interventi Massimo Moretti di Roma, Remigio Capodicasa di Siracusa, Giovanni Di Dio di Gela che, con competenza e passione hanno analizzato diversi temi legati alla politica, coinvolgendo positivamente il folto uditorio che ha mostrato ininterrotto interesse per gli interventi, testimonianza di presenze qualificate che hanno saputo valorizzare l’Assemblea con la valenza degli argomenti trattati.

Anche le donne sono state protagoniste, con interventi meno politici ma più appassionati, su tematiche come imprese e fiscalità, di cui ha parlato l’imprenditrice palermitana Silvana Zara,  e fondi europei di cui si è occupata l’esperta Gabriella Scalas di Siracusa.

Ha chiuso la prima parte dei lavori l’intervento dell’on.le Franco Antoci che, ripercorrendo la sua lunga militanza nell’area cattolica di centro, ha espresso l’impegno di mettere a disposizione del movimento la sua esperienza politica, condividendone i princìpi ispiratori, i soli che possono contribuire a lenire i disagi della pesante crisi etica e di valori che attanaglia la società.

L’Assemblea, prima di concludere i lavori, ha voluto ribadire gli impegni costitutivi che sono stati sintetizzati in cinque punti:

1. rendere effettiva la partecipazione di tutti alla vita politica del Paese, tenendo sempre al centro l’uomo, la dignità di ogni uomo. Troppi individualismi = poco bene comune.

2. ridurre i costi della politica, che va intesa come servizio e non come professione per la vita;

3. semplificare il rapporto fra cittadini e amministrazione, non solo a livello politico ma a tutti i livelli;

4. dare un codice etico alle rappresentanze istituzionali che comporti anche sanzioni adeguate in caso di mancato rispetto; sostenere la trasparenza per favorire la democrazia e ridurre la corruzione; 

5. procedere verso un’integrazione internazionale sempre più stretta, in condizioni di parità con gli altri Stati. Verso un’Europa politica e culturale, oltre che economico-finanziaria.

L’Assemblea ha infine approvato e sottoscritto un documento che ripercorre i temi fondamentali trattati e condivisi durante i lavori, in cui si legge che, i sottoscrittori, decisi a vivere da protagonisti l’attuale momento politico e consapevoli della delegittimazione popolare degli attuali partiti, vogliono contribuire alla costituzione di un partito popolare europeo, considerando, fra l’altro, esaurita la funzione di UDC e Scelta Civica che, nelle intenzioni, avrebbero potuto incarnare gli obiettivi citati. Al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati, si ritiene opportuno innescare un processo di radicamento sul territorio per prendere posizione nelle autonomie locali al fine di concretizzare una iniziativa politica che possa contribuire, anche, a formare una nuova classe dirigente.

Al documento dell’Assemblea se ne è allegato un altro, destinato agli amici dell’UDC, da diffondere e sottoscrivere, in vista dell’Assemblea Nazionale del prossimo 20 luglio, per realizzare e concretizzare, come obiettivo finale, una struttura organizzata per fare politica, democratica e partecipata, su base nazionale, senza leaderismi, ferma su precisi principi politici, che parta dai territori e dalle esigenze reali dei cittadini, senza distinzioni tra persona e persona, fra territorio e  territorio, in spirito di servizio.

 

 

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