Non solo a Donnalucata. I carabinieri Vincenzo Garofalo ed Antonino Fava ricordati anche nel luogo dell’attentato del 1994, in Calabria

L’attenzione di chi transita per l’A3, l’autostrada che collega Reggio Calabria con Salerno, allo svincolo per Scilla viene richiamata da un grande cartello. Non è pubblicità: è il ricordo di un eccidio che mafia e ‘ndrangheta potevano evitare se non fossero stati presi dalla folle ed inumana corsa a destabilizzare lo Stato con una sequela di attentati partita nel 1992 con quelli ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e continuata con gli attentati del 1993 e del 1994 con la bomba a Maurizio Costanzo, in via dei Georgofili a Firenze, in via Palestro a Milano, in alcune chiese di Roma. Periodo buio per l’Italia sotto la pressa di mafia e ‘ndrangheta: nove le bombe, ventuno le vittime. Numeri, questi, di una strategia, studiata dai corleonesi di Totò Riina e Bernardo Provenzano, che mirava a colpire magistrati e uomini delle forze dell’ordine, lo Stato in sé, nel tentativo di allentare le misure che colpivano i mafiosi. 

A Scicli, ieri, il ricordo di due eroi, due carabinieri caduti nell’adempiere il proprio lavoro. Tre decenni vissuti nel ricordo di un massacro che ha colpito due Regioni, la Sicilia e la Calabria.

La prima terra di origine di Vincenzo Garofalo, nato a Scicli e vissuto nella borgata di Donnalucata fino al 1979 quando si è arruolato nell’Arma, ed Antonino Fava nato a Taurianova in terra calabra. Trucidati da un commando il 18 gennaio del 1994 i loro corpi rimasero lì, a terra, crivellati di colpi che hanno spezzato il sogno di militari coraggiosi, onesti ed operosi. Il ricordo nelle parole dell’Arma dei carabinieri che ha ricordato con due speicifici momenti, uno in Calabria ed uno in Sicilia, i due eroi. 

“A 30 anni di distanza dal vile agguato di matrice mafiosa in cui vennero trucidati due fedeli servitori dello Stato, onoriamo il ricordo degli Appuntati Scelti Antonino Fava e Vincenzo Garofalo – ha scritto l’Arma nel ricordo delle due vittime – effettivi all’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Palmi, in provincia di Reggio Calabria, durante un servizio notturno vengono insospettiti da un’auto, in un’area di sosta dell’autostrada prima dell’uscita di Scilla. Si avvicinano per effettuare un controllo ma vengono travolti da raffiche di colpi di arma da fuoco. Perdono la vita così, nell’assolvimento dei loro compiti istituzionali, per garantire la sicurezza della collettività. Vengono insigniti della Medaglia d’Oro al Valor Militare. Per onorare le loro vite e il loro sacrificio, è stata celebrata lo scorso 18 gennaio una funzione religiosa a Palmi ed è stata deposta una corona di alloro nel luogo dell’attentato. I militari e i familiari non hanno mancato, anche quest’anno, di far sentire la loro presenza, a testimonianza dell’inscindibile vincolo che lega nel tempo i militari in servizio, i commilitoni caduti nell’adempimento del dovere e le famiglie che hanno perso i loro cari”.

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