NON PARTE IL TRENO DEL BAROCCO

Sarebbe dovuto ripartire a fine marzo il “treno del barocco”, il convoglio per collegare a cadenza settimanale Siracusa e Ragusa, attraversando i siti patrimonio dell’umanità, visitabili con escursioni guidate, e che negli anni scorsi ha registrato un successo senza precedenti. Invece la Regione fa sapere che non darà nessun contributo, mettendo a rischio l’avvio di questo importante vettore turistico, che è anche servito a dimostrare quanto alto sia il potenziale della tratta ferroviaria Siracusa-Ragusa-Gela.

Il 27 febbraio, nel corso della conferenza provinciale sulle ferrovie il dirigente della regione Coniglio e quello di Trenitalia Lo Sciuto, quasi a giustificarsi per la scellerata politica adottata nei confronti del nostro territorio, citavano il “treno del barocco” come dimostrazione delle loro buone intenzioni e del fatto che non v’era prevenzione alcuna da parte loro verso la nostra tratta ferroviaria. I fatti dimostrano esattamente il contrario: quando le risorse sono scarse, si pensa sempre alla Sicilia sud-orientale per far pagare a qualcuno le colpe di un’insana gestione dei fondi pubblici.

Dal mese di gennaio la CUB Trasporti e il Comitato per il Rilancio della Ferrovia Iblea stanno portando avanti un progetto per rimettere sul treno i pendolari, a partire dagli studenti; questo progetto è oggetto di discussione con le amministrazioni comunali, le scuole, i pendolari, e verrà fatto proprio dalla commissione provinciale sulla mobilità che dovrà entrare in piena attività a giorni. L’uso del treno come metropolitana provinciale, il rilancio del trasporto merci, l’attivazione della metroferrovia a Ragusa, fanno parte della piattaforma che si sta costruendo attivamente settimana dopo settimana. Il trasporto dei turisti e le crescenti difficoltà dei cittadini a spostarsi con mezzi propri a causa del costo proibitivo dei carburanti, rendono centrale la questione ferroviaria.

Ma non ci facciamo illusioni; la nostra è una marcia controvento, e per condurla in porto occorrono uomini che si facciano rispettare e pretendano che quest’area della Sicilia abbia finalmente quanto gli spetta, quanto gli viene lentamente tolto. Quella del treno del barocco è solo l’ultima delle umiliazioni che non dovremmo essere più disposti a subire.

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