NON È SUCCESSO NIENTE

 Andrà come quando a Ragusa ci fu il primo sindaco comunista: tutti erano spaventati, si temeva per le proprietà e i risparmi, qualcuno arrivava a pensare che la banca locale sarebbe stata municipalizzata.

Non è successo niente, addirittura fu spianata la strada, per par condicio, al primo sindaco di destra.

Nonostante la sia pur breve esperienza siciliana, si temeva per l’avvento dei grillini al parlamento nazionale, ci si attendeva chissà che cosa, sia dall’interno del parlamento ma, soprattutto all’esterno.

Non è successo niente, non mordono ma non hanno nemmeno poteri taumaturgici per guarire le malattie. Vengono dai nostri stessi territori, hanno le scatole rotte come molti di noi, in più hanno trovato un leader che li ha saputi entusiasmare e coinvolgere. Fino a questo momento, e si spera anche in futuro, è stato un leader che ha pensato solo alla crescita del movimento, non ai suoi affari personali o alle beghe di partito per la leadership.

La stessa preoccupazione per le leggi che potrebbero imporre è esagerata: in Sicilia, finora, hanno fatto sì che siano state prese decisioni importanti come l’abolizione delle province o il fermo dei lavori per il Muos, per ricambiare hanno subito collaborato per approvare il Dpef.

Poi sono stati buoni, tanto che dall’insediamento dell’Assemblea regionale sono state approvate solo 5 leggi, di cui tre sono proroghe di norme esistenti. Gli stipendi, le indennità e i privilegi dei deputati sono rimasti intatti, solo i grillini si sono decurtati gli stipendi mettendo i soldi in un fondo per le piccole imprese.

Anche a Roma c’era chi si preoccupava delle cravatte ma si è visto che è tutta gente per bene, seria, che ha saputo prendere coscienza della situazione e si sta dando da fare per far andare le cose per il verso giusto.

Addirittura i malpensanti, quelli che ritenevano i grillini una massa informe di succubi al dittatore Grillo e al suo guru Casaleggio, si son dovuti ricredere. Già una decina di grillini ha partecipato prima alle riunioni pre-voto, non si sa perché a porte chiuse, contrariamente a quanto sempre sbandierato dal Movimento in relazione alla massima trasparenza anche delle loro riunioni, per poi andare in aula e votare ‘secondo coscienza’.

E’ tutto normale: c’è già chi cerca, verbalmente di limitare o sminuire il potere del capo, addirittura qualcuno per giustificarsi tira fuori motivazioni che rasentano il ridicolo della migliore politica di prima e seconda repubblica.

Sentite questa: un senatore siciliano rivendica la decisione autonoma di votare per il candidato indicato dal PD, in contrasto con quanto emerso dalla riunione dei senatori grillini, e si libera dall’imbarazzo dicendo che, se avessero votato scheda bianca avrebbero potuto favorire il candidato del PDL, presidente uscente del Senato, Schifani, la qualcosa avrebbe provocato l’irritazione dei siciliani che, al loro ritorno “gli avrebbero fatto un mazzo così”

Senza entrare nel merito delle scelte, fra l’altro difficile per la statura dei due candidati e per il loro curriculum, non si intravedono in Sicilia movimenti di gente violenta, pronta a sodomizzare i compagni di partito solo per aver, anche indirettamente, provocato la rielezione di Schifani, fino all’altro ieri egregio Presidente del Senato, contro cui, anche dall’opposizione, mai si è levata alcuna critica in ordine alla gestione dell’importante carica, senza dire che in Sicilia il partito PDL, come è emerso dalle ultime elezioni, gode una discreta salute.

A meno di non voler ammettere che i grillini, in Sicilia, sono un’orda di violenti, pronti anche a scagliarsi contro i propri rappresentanti in caso di decisioni difformi.

Ma non è finita qui: si è nel pieno dello scenario della vecchia politica, fra dichiarazioni avventate e repentine smentite: sentite quest’altra.

Secondo quanto riportato, pochi minuti fa, da Live Sicilia, lo stesso senatore preoccupato per le reazioni dei conterranei, avrebbe, ieri sera, accusato Vendola di averlo contattato per invitarlo a seguirlo nel suo partito, Sinistra Ecologia e Libertà, nel caso fosse stato espulso da Grillo per la sua votazione secondo coscienza, non in linea con i dettami del movimento.

Il teatrino comincia con un post, delle ore 22 su Facebook, dove il senatore grillino informa del contatto con Vendola e si dice, addirittura, offeso perché “una scelta etica sia stata scambiata per disponibilità all’inciucio, che una scelta difficile sia equivocata, come infedeltà ai propri impegni, che un attivista 5 stelle sia scambiato per un aspirante politico di professione”.

Vendola risponde su Twitter accusando l’altro di farneticazioni, forse dovute a uno scherzo telefonico che non escluderebbe, comunque, l’inevitabile richiesta di scuse, senza le quali si andrebbe in tribunale.

Pronta ma labile la replica del senatore grillino che parla solo di telefonata ricevuta da numero anonimo che lo mette nelle condizioni di non poter verificare la provenienza e la veridicità della stessa, peraltro ricevuta in presenza di colleghi che sono stati invitati ad assistere alla telefonata, non escludendo a priori che possa essere stato in realtà il Governatore della Puglia.

E che dire poi della reprimenda di Grillo che ha invitato, a caldo, i ‘traditori’ a trarre le logiche conseguenze e, tradotto, a dimettersi, salvo poi, dopo ventiquattro ore, elargire il perdono considerato che i seguaci erano caduti in una trappola, secondo i canoni del miglior politichese ?

In tutto questo nessuno ha intravisto, finora, il lato migliore: il partito di maggioranza relativa (al Senato, dove la partita è aperta) per cercare di conquistare ulteriormente i grillini è costretto, ma forse la costrizione non è nemmeno tanta, a mettere da parte i dinosauri del partito e, oltre ai due Presidenti presi fuori dalla politica cercherebbe di portare sulla scena forze nuove, qualificate, di indiscusso prestigio, per allettare possibili alleati in nome della salvezza nazionale.

Una maniera per ottenere il rinnovamento che gli elettori non sono riusciti a creare.

Principe di Chitinnon

 

 

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