NOI GIOVANI SIAMO STANCHI DELLA RETORICA

Caro Sig. Direttore

Sono una giovane disoccupata, seguo sulla stampa le vicende politiche, anche locali, nella speranza di poter intravedere, come tantissimi altri giovani, una luce in fondo al tunnel.

Soprattutto noi giovani siamo stanchi della retorica, delle parole inutili e della ressa per occupare poltrone. Sogniamo un mondo diverso e, per buona parte, siamo lontani dai soliti populismi. Guardiamo  a ogni nuova iniziativa con interesse e attenzione e notiamo cose che, a voi, forse sfuggono.

Ieri c’è stato un incontro del PD per cercare di trovare il sistema per indicare un candidato a sindaco, ma la situazione si può benissimo adattare anche al maggior partito del centro destra: disarmante che ci siano tanti che si sono fatti avanti, ma nessun partito ha saputo o ha voluto indicare un nome. Non posso essere io a mettermi avanti, casomai posso offrire la mia disponibilità, ma sono sempre gli altri che mi devono indicare. Sarebbe meglio identificare la candidatura che si ritiene degno di meritare una carica così importante, piuttosto che cercare di districarsi fra le varie ambizioni personali. Possibile che i vertici di un partito non siano in grado di selezionare, al loro interno, la persona non dico giusta, ma più adatta ?

Se non lo fanno i partiti, che sono strutturati e in grado di emettere un giudizio serio, chi lo deve fare ?

E come mai, adducendo problemi di tempi stretti, si può pensare di affidare la scelta ad un sondaggio ?

Mi pare una ipotesi assai azzardata, considerati i limiti dei sondaggi, più volte emersi. Non si può rischiare di scegliere in  questo modo, per poi, magari, scoprire che il sondaggio potrà non risultare affidabile per una elevata percentuale di errore. Già i grillini cercano gli assessori per bando pubblico, ora ci toccheranno i sindaci usciti fuori dall’indagine telefonica. In un futuro non molto lontano, forse, troveremo delle cartoline per esprimere le preferenze dentro i cereali per la colazione.

Ma tutti questi, al limite, possono essere problemi interni dei partiti, anche se il fatto che siano spalmati su tutte le aree indica che c’è un malessere della politica.

Quello che non riesco a capire come ancora i partiti tengano poco in considerazione la rete, il web, i social network, la condivisione di programmi, strategie e valutazioni di possibili candidati. Da un efficiente utilizzo della rete potrebbero, di certo, scaturire se non le soluzioni, almeno importanti suggerimenti e indicazioni dell’orientamento di iscritti e simpatizzanti. Fra l’altro ritengo che questi strumenti possano dare, opportunatamente monitorati, maggiori garanzie di primarie aperte anche a truppe mercenarie.

La trovata del Senatore Battaglia è apprezzabile solo perché mostra l’impegno per uscire presto dallo stallo, ma non mi sembra eccessivamente convincente: non ho compreso, però, se la proposta non ha suscitato granché di commenti per rispetto all’ex parlamentare o perché è stata condivisa e apprezzata o perché, al contrario, non è stata capita.

 

Lettera firmata

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