NIENTE DI NUOVO SOTTO IL CAMPANILE

Il superamento delle amministrazioni provinciali, così come le abbiamo conosciute fino ad oggi, è ormai nell’ordine delle cose in tutta Italia e non più solo in Sicilia, vista l’approvazione del Senato, cui seguirà di certo quella della Camera. A parte il catastrofismo dei laudatores temporis acti  e della partitocrazia, che vede dileguarsi una serie di seggi che sperava di occupare, il dibattito dovrebbe incentrarsi su quali competenze attribuire ai Liberi Consorzi, poche e ben definite, per snellire l’elefantiaca macchina burocratica italiana e rendere efficienti i servizi, badando a utilizzare con oculatezza le risorse pubbliche. Accade forse questo? Se fossimo in un Paese proiettato verso il futuro, per disegnarlo migliore del passato, le riflessioni politiche verterebbero su questo.

Ma qui da noi no. Qui da noi si preferisce volare basso e, soprattutto, volgere il capo verso il passato. Il campanilismo con le sue vetero-rivalse prevale su ogni altra considerazione. Ed ecco Modica prontissima non a elaborare un progetto nuovo, ma a tirare fuori dal cassetto un progetto vecchio di più di ottanta anni: vuole divenire Comune capofila. Le motivazioni? L’identità del Val di Noto, of course, la contea, il barocco, l’Unesco! Come se Ragusa non facesse parte della stessa area, come se non fosse caratterizzata dal barocco della ricostruzione post-terremoto, come se non avesse ben diciotto monumenti Unesco!

Piuttosto che circoscrivere l’orizzonte all’ombra del campanile, dovremmo guardare lontano, utilizzando tutte le risorse già presenti e potenziandole, per rendere la nostra area sempre più appetibile ai turisti. Il Val di Noto va promozionato nella sua identità compatta, che nel barocco e nel riconoscimento  Unesco  trova la valenza principale, ma non unica, perchè bisogna aggiungervi il paesaggio degli Iblei, con la sua caratteristica antropizzazione a fini agricoli e con le aree naturalistiche dalla ricchissima flora, le coste con la loro tipica sabbia dorata, la gastronomia, le vestigia archeologiche, le tradizioni. Quale valore aggiunto costituiscono l’aeroporto di Comiso, il porto turistico di Marina e quello commerciale e di traffico passeggeri di Pozzallo?  E se si riuscisse a far attraccare le crociere, proprio con meta il Val di Noto? Come si può sottovalutare ciò? Nel calatino si sta ventilando l’ipotesi di aderire al Consorzio ragusano proprio per le infrastrutture e Modica ritiene di avere più opportunità in una realtà più piccola?

Piuttosto che superate logiche di campanile, lasciamoci guidare da logiche nuone: lavoriamo per creare una sorta di brand che renda riconoscibile e appetibile la nostra zona, con una caratterizzazione forte della nostra identità che tragga le radici dalla nostra storia, ma che si protenda in un futuro all’avanguardia. Il Libero Consorzio deve occuparsi di dare servizi degni degli standard europei nei settori di propria competenza, per esempio nella gestione dei rifiuti e nella pulizia delle città e delle spiagge,  nella manutenzione stradale, nell’efficienza dei trasporti pubblici. Questi sono aspetti che i turisti attenzionano, mentre non si prenderanno di certo cura di vecchie rivalse inconcludenti.

 

 

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