NEL RICORDO DI PADRE PINO PUGLISI

Domenica 24 ottobre u.s. la Casa Don Puglisi di Modica che accoglie ragazze madri, bambini e interi nuclei familiari ha compiuto 20 anni e ha voluto festeggiare il compleanno con un ricordo di don Puglisi, affidato a coloro che sono stati tra i suoi più stretti collaboratori a Palermo: suor Carolina Iavazzo e Pino Martinez. Suor Carolina Iavazzo, dell’ordine religioso Fraternità del “Buon Samaritano”, ha collaborato con Padre Pino Puglisi – Don 3P lo chiamavano i suoi amici di Brancaccio – dal 2 ottobre 1991 al 15 settembre 1993 (giorno del suo martirio per mano mafiosa) per gestire il centro d’accoglienza “Padre Nostro” da lui realizzato per fronteggiare le povertà del quartiere Brancaccio di Palermo. Oggi è impegnata in Calabria nella Locride ed è sempre in “prima linea” nel disagio sociale. Suor Carolina ha ricordato il sogno di Padre Puglisi: portare il sole nel quartiere Brancaccio.

Il sole della solidarietà, del riscatto morale e civile, il sole della promozione umana e spirituale, il sole della bontà, della libertà, del sorriso e dell’Amore. Un sogno che non voleva realizzare da solo e per questo aveva innescato il sistema infallibile del contagio, del coinvolgimento, della corresponsabilità. Con un gruppo di persone aveva, in poco tempo, diffuso una gran voglia di cambiare il quartiere attraverso i piccoli movimenti, i semplici gesti di ogni giorno, attraverso iniziative capillari che raggiungevano il cuore delle persone, il vissuto della gente che ci credeva…a iniziare dai bambini, dai giovani e si lasciava aiutare non solo dalle suore che aveva voluto perché fossero un riferimento nel quartiere ma anche dal Comitato Intercondominiale che molto aveva realizzato e continuava a realizzare per lo sviluppo e la crescita del quartiere attraverso la promozione di alcuni servizi. Padre Puglisi, ogni giorno che passava, tirava fuori dal suo cassetto un pezzo di sogno e stava per completare il suo puzzle, quando qualcuno, la mafia, ha spento per sempre questo sogno meraviglioso che solo pochi uomini riescono a fare realizzare.

Il sogno si è spento per sempre perché neanche altri uomini dopo di lui, che hanno preso il suo posto, sono riusciti a cogliere e a vivere. Ci voleva troppo coraggio, troppa coerenza di vita e alti ideali per continuare a credere nell’uomo, nelle sue possibilità, nel suo crescere e nel suo promuoversi. Brancaccio un sogno spezzato perché qualcuno l’ha voluto rompere, cancellare, ma nella coscienza di coloro che hanno condiviso questo sogno, niente è cambiato…Qualcuno, sicuramente, vive altrove e realizza in altri luoghi l’ultimo sogno di padre Puglisi perchè ovunque, in ogni città, c’è un pezzo della realtà di Brancaccio. Pino Martinez è stato uno dei componenti del Comitato Intercondominiale di via Azolino Hazon 18. I boss di Brancaccio avevano fatto sapere che quel palazzo doveva restare così, perché lo scantinato era la base operativa di troppi affari. Altro che scuola media, consultorio, circoscrizione, ufficio dei vigili urbani, così come don Pino chiedeva alle istituzioni cittadine. Via Hazon doveva restare zona franca. Un gruppo di abitanti di via Azolino Hazon, nei primi mesi del 1990 decise di impegnarsi per tentare di rendere vivibile l’ambiente in cui viveva. Questo gruppo di cittadini, libero da vincoli di appartenenza partitica scelse di chiamarsi Comitato Intercondominiale della via Hazon e delle vie limitrofe. Il sogno non finisce…(Salvo Garofalo)                                                                                

                

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