È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
Negato alla Sicilia lo stato di emergenza per gli incendi dell’estate scorsa. Si cerca adesso di correre ai ripari
07 Gen 2024 09:05
Il Governo nazionale ha negato alla Sicilia lo stato di emergenza nazionale per gli incendi del luglio scorso che hanno causato sei vittime e oltre 150 milioni di euro di danni a case, boschi, attività produttive e infrastrutture. La richiesta era stata presentata dal governatore Renato Schifani ad esprimere il diniego invece il dipartimento nazionale di Protezione civile, che fa capo a Nello Musumeci.
«Sulla base della documentazione fornita e degli esiti dei sopralluoghi tecnici – scrive il capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio – pur riscontrando numerose situazioni di disagio, prevalentemente temporanee, e di puntuali danneggiamenti, si è valutato che gli eventi non siano stati tali da giustificare l’adozione di misure che trascendono le capacità operative e finanziarie degli enti competenti in via ordinaria».
La risposta è stata affidata a Salvatore Cocina, capo della Protezione civile regionale «È una decisione ingiusta basata su formalismi – attacca – la documentazione fornita è molto più sostanziosa rispetto al 2021 quando l’Isola, assieme ad altre Regioni, chiese e ottenne i ristori per gli incendi».
Una decisione «intempestiva» – aggiunge – che arriva tre mesi dopo l’ultima nota della Regione: «La prima richiesta – ricostruisce Cocina – è del 28 luglio, il giorno dopo la fine degli incendi, poi da noi integrata il 31 agosto e il 4 ottobre con le ordinanze e i provvedimenti di sgombero dei comuni». Roma contesta poi che non c’è stata attivazione del volontariato fuori regione. «In realtà – replica il numero uno della Protezione civile regionale – abbiamo avuto l’apporto di sole due Regioni perché le altre erano impegnate per l’alluvione in Emilia Romagna».
Per il dipartimento nazionale, il numero delle ordinanze di sgombero degli immobili danneggiati e i provvedimenti urgenti dei comuni sono troppo pochi per concedere lo stato di crisi. Un passaggio contestato da Cocina: «Gli scenari di fiamme altissime, le devastazioni alle case e ai capannoni, alle coltivazioni e all’ambiente, le centinaia di auto incendiate e, purtroppo, le vittime sono state ampiamente documentate dai media con immagini forti e servizi eloquenti. Confido comunque in una soluzione positiva».
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