Negato alla Sicilia lo stato di emergenza per gli incendi dell’estate scorsa. Si cerca adesso di correre ai ripari

Il Governo nazionale ha negato alla Sicilia lo stato di emergenza nazionale per gli incendi del luglio scorso che hanno causato sei vittime e oltre 150 milioni di euro di danni a case, boschi, attività produttive e infrastrutture. La richiesta era stata presentata dal governatore Renato Schifani ad esprimere il diniego invece il dipartimento nazionale di Protezione civile, che fa capo a Nello Musumeci.

«Sulla base della documentazione fornita e degli esiti dei sopralluoghi tecnici – scrive il capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio – pur riscontrando numerose situazioni di disagio, prevalentemente temporanee, e di puntuali danneggiamenti, si è valutato che gli eventi non siano stati tali da giustificare l’adozione di misure che trascendono le capacità operative e finanziarie degli enti competenti in via ordinaria».

La risposta è stata affidata a Salvatore Cocina, capo della Protezione civile regionale «È una decisione ingiusta basata su formalismi – attacca – la documentazione fornita è molto più sostanziosa rispetto al 2021 quando l’Isola, assieme ad altre Regioni, chiese e ottenne i ristori per gli incendi».

Una decisione «intempestiva» – aggiunge – che arriva tre mesi dopo l’ultima nota della Regione: «La prima richiesta – ricostruisce Cocina – è del 28 luglio, il giorno dopo la fine degli incendi, poi da noi integrata il 31 agosto e il 4 ottobre con le ordinanze e i provvedimenti di sgombero dei comuni». Roma contesta poi che non c’è stata attivazione del volontariato fuori regione. «In realtà – replica il numero uno della Protezione civile regionale – abbiamo avuto l’apporto di sole due Regioni perché le altre erano impegnate per l’alluvione in Emilia Romagna».

Per il dipartimento nazionale, il numero delle ordinanze di sgombero degli immobili danneggiati e i provvedimenti urgenti dei comuni sono troppo pochi per concedere lo stato di crisi. Un passaggio contestato da Cocina: «Gli scenari di fiamme altissime, le devastazioni alle case e ai capannoni, alle coltivazioni e all’ambiente, le centinaia di auto incendiate e, purtroppo, le vittime sono state ampiamente documentate dai media con immagini forti e servizi eloquenti. Confido comunque in una soluzione positiva».

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