NATO ALL’OMBRA DELLA TORRE IL COMMEDIOGRAFO ENRICO CAVACCHIOLI

 

Fra gli illustri figli di Pozzallo Enrico Cavacchioli, giornalista, poeta, commediografo. Nasce nella città della Torre il 15 marzo 1885. Il padre Vincenzo (Silvia Federici la madre) era il responsabile dell’Ufficio del Dazio locale. La famiglia, che abitava in piazza Mercato, si trasferisce a Milano, ove il giovane Enrico frequenta con successo le scuole secondarie. Non ancora ventenne inizia la carriera giornalistica. Fra i suoi primi incarichi quello di critico drammatico de “Il Secolo”. Dirige quindi la rivista “Il Mondo” ed il periodico teatrale “Comoedia”. Redattore capo de “La Stampa” di Torino, assume poi l’incarico di direttore de “L’Illustrazione Italiana”. Dirige infine la “Gazzetta di Parma”. Comincia la sua attività letteraria da poeta e la prosegue da commediografo. Diventa uno dei più noti seguaci del Movimento Futurista fondato da Filippo Tommaso Marinetti. La sua prima silloge di versi futuristi, “L’Incubo velato”, viene pubblicata a Milano nel 1907, sotto l’egida della rivista letteraria “Poesia Futurista”, rassegna mensile diretta da Marinetti. L’opera, nello stesso anno, viene premiata con il Premio Nazionale di Poesia, patrocinato dalla rivista stessa. Pubblica nel 1908 i versi di “Le ranocchie turchine” (ediz. di Poesia, Milano 1909) e “Cavalcando il sole” ( Ripalta, Milano 1914). Dello stesso periodo sono “L’Altalena fra le stelle” e “Ballate macabre”. Due raccolte che risentono dello stile dannunziano e si allontanano dal Futurismo. La sua produzione artistica è rivolta soprattutto al teatro. In poco tempo diventa un importante autore del teatro grottesco. Fra le sue opere più note: “Procellaria” ( 1909), rappresentata lo stesso anno al Teatro Niccolini di Firenze; “Zingari”,  Libretto d’opera – Milano 1912 –  da un soggetto tratto da Puskin, scritto assieme a G. Emanuel e musicato da Ruggero Leoncavallo, autore de “I Pagliacci”;  “Marken” (1913), altro Libretto d’opera musicato da G. Bucceri; “L’uccello del Paradiso”, Vitagliano, Milano 1918; “La campana d’argento”, ediz. di Comoedia, Milano 1920; “La danza del ventre”, ediz. di Comoedia, Milano 1921; “Il cammello”, ediz. di Comoedia, Milano 1922; “Allegoria della primavera”, ediz. di Comoedia, Milano 1923; “Pinocchio innamorato”(in collaborazione con A. Rossato), ediz. di Comoedia, Milano 1924; “La corte dei miracoli”, ediz. di Dramma, Milano 1925; “Il cerchio della morte”, ediz. di Dramma, Milano 1926; “L’oasi”, Treves, Milano 1936. Di Enrico Cavacchioli scrissero i critici A. Gramsci, S. D’Amico, E. Palmieri, R. Carrieri, L. Chiarelli, E. Possenti, G. Ravegnani, E. Sanguineti. Negli ultimi decenni, mentre assolve all’incarico di dirigente nazionale della Siae, svolge quasi esclusivamente l’attività giornalistica. Nel secondo dopoguerra si dedica completamente alla direzione della “Gazzetta di Parma”. “Lo scrittore di Pozzallo”, come lo chiamavano a Milano, muore nel capoluogo lombardo il 4 gennaio 1954.

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it