MUSUMECI: «NON SIAMO MIGLIORI, SIAMO DIVERSI»

Nel tour serale, tra i comuni iblei visitati, si registra la presenza di Nello Musumeci a Vittoria, in piazza del Popolo ed al termine, in appoggio al candidato Giorgio Assenza, a Comiso, in una più affollata piazza Fonte Diana
Nello Musumeci manifesta tutta la consapevolezza dell’ amarezza dell’elettore che si appresta, giorno 28 ottobre, al voto e così proferisce: «i partiti devono trovare la forza di auto generarsi», ma senza allontanarsi da concetto di società civile.
E continua, in una atmosfera quasi onirica: «quella regione che io immagino, che sto sognando in questi giorni», la quale merita di essere ascoltata e «che chiede soltanto di essere governata», piuttosto che «di miracoli», è una regione, che altresì «chiede di essere normale, una regione che sia al pareggio con il bilancio» e anche, che si occupi di famiglia, di anziani, di servizi, di lavoro ed ancora «che utilizzi il denaro che viene dall’Europa per strutture ed infrastrutture».
Palesato il collegamento con l’aeroporto di Comiso, ancora inattivo, e dopo i complimenti rivolti all’impegno del Sindaco Alfano a riguardo, dichiara:« sia chiaro l’aeroporto di Comiso non serve a Ragusa, ma a tutta la Sicilia».
«Se vogliamo che la Sicilia diventi il naturale punto base per il commercio», per la cultura, per la formazione,« è chiaro»- continua-« che ci voglia un sistema aeroportuale adeguato».
Se la regione dovesse possedere «le necessarie condizioni finanziarie, è chiaro che il sottoscritto farebbe tutto quello che è umanamente possibile fare» in modo da esercitare« le dovute pressioni. Questa è un’area che ha bisogno di speranza»
Nello Musumeci si sofferma sul tema del precariato, e sottolinea, con forza, tale proposito:«nella pubblica amministrazione si entra per concorso e per merito. Perché è chiaro che mentre noi ci preoccuperemo di sistemare la continuità di questi precari, i nostri figli, per quindici anni, non possono partecipare ad un concorso», poiché,  «il danno che ha fatto la politica, negli ultimi 40 anni è davvero devastante».
Il suo personale impegno è quello di offrire semplicemente ai Siciliani una regione normale che si occupi in pieno delle esigenze dei singoli per la collettività.
Un argomentato focus è rivolto ai giovani,« ai quali non possiamo dire bugie, ai quali »-continua-«hanno insegnato la cultura disastrosa del 68, che potevano avere tutto e subito».
L’auspicio è quello di tornare a rimboccarsi le maniche secondo l’esempio dei nonni e dei padri, anche partendo da umili, ma grandi lavori ovvero di cercare ad «educare alla pratica dei dovere per i diritti», o industriarsi con le proprie forze e dignità «senza diventare merce di scambio della politica»
Vibranti le dichiarazioni ancora rivolte alle nuove generazioni, con l’invito a non abbattersi, ma a lottare strenuamente ed ad essere più flessibili, in risposta alla crisi odierna: «cari ragazzi i prossimi due, tre anni saranno duri; saranno lacrime e sangue per tutti! La crisi comincerà a calare tra due, tre anni, e voi resterete con la grande incognita: “perché non lavoro se ho il diploma o la laurea?” Guai a credere che siate falliti, guai a credere che la colpa sia vostra, la colpa è del sistema; è di quella crisi devastante che l’Italia non ricordava dal 1929. Preparatevi però. Fate qualunque lavoro che vi capiti anche se non è il lavoro dei vostri sogni, purché sia un lavoro onesto: non cullatevi!»
«Questa è una stagione dove non c’è spazio per i centometristi , questa è una stagione per maratoneti. Questa  è una stagione dove i giovani devono cadere ed alzarsi, devono ricadere e rialzarsi, anche con il sangue alle ginocchia, ma»- alzando di tono la voce, proferisce- «non arrendetevi mai, mai, mai!»
In conclusione poiché «la politica non può solo chiedere sacrifici ,ma deve cominciare a testimoniarli e a farli» ecco argomentati tre provvedimenti che lo stesso promette di mantenere, qualora salisse alla Presidenza della Regione:
«tagliare e dimezzare il fondo di 500 mila euro a disposizione del Presidente della regione»:si può benissimo continuare a lavorare anche con 250 mila» – sottolinea Musumeci-«per le funzioni istituzionali , rendicontate spesa per spesa, euro dopo euro, centesimo dopo centesimo»
Ed ancora «tagliare i fondi a disposizione dei gruppi parlamentari:il Lazio insegna !12 milioni per i gruppi parlamentari mi sembrano davvero tanti» , presa visione dell’estrema condizione di miseria in cui versano molte delle famiglie siciliane.
Il terzo atto consiste nel «ridurre le indennità parlamentari».                                          
«La strada è in salita»- ma, continua Musumeci-«la musica è cambiata: la gente è disposta a fare sacrifici a patto che tutti li facciano»
In riferimento agli attacchi degli avversari, «che stanno cercando un neo» nella sua attività politica, dichiara:«io credo di averlo un argomento in più: io la palude della politica l’ho attraversata , ma non ho mai preso la malaria. Si può stare con le mani in pasta senza sporcarsi: per questo la gente ci segue:non siamo milioni, siamo differenti!»
Musumeci auspica una politica condivisa e onesta, fatta di volti e non di voti, dove i cittadini tutti non siano semplice accozzaglia di numeri spersonalizzati, ma collaborino attivamente per il cambiamento, «per restituire alla Sicilia la normalità», la speranza, contro una stagione di crisi che ha creato solo un vile mercato di coscienze e massacrato i veri valori.

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