MOZIONE SUL DEPURATORE DI VITTORIA

 PREMESSO CHE  da semplici calcoli, si dovrebbe  determinare al Depuratore di Vittoria  una produzione di fanghi giornaliera stimata in circa 14 tonnellate;

che il depuratore di Vittoria dovrebbe produrre quotidianamente tale quantitativo di fanghi   al giorno  il cui trasporto deve, per legge, essere registrato negli appositi registri di carico e scarico e accompagnato dai cosiddetti formulari di identificazione rifiuti

 PRESO ATTO che questo non è  avvenuto negli anni scorsi  a causa della scorretta conduzione del processo depurativo che avrebbe indotto alla loro dispersione nel fiume o a pratiche  di smaltimento illecito dei fanghi, attraverso il sotterramento degli stessi all’interno dell’area dell’impianto, aggravato dal goffo tentativo di camuffare i malfatto tramite la piantumazione nelle aree coivolte di pini d’Aleppo, al fine di delimitare le zone interessate dall’interramento

RILEVATO che il  controllo attivato in questo senso, relativo alla compilazione dei registri di carico e scarico  e dei relativi formulari che devono esistere nominalmente per l’impianto e compilati secondo una rigida procedura di legge, hanno evidenziato carenze e lacune oltre che la mancanza dei formulari principali di riferimento alle discariche utilizzate per lo smaltimento, e che vani sono risultati i tentativi di ottenere dagli Uffici e dall’Amministrazione gli stessi, nonostante siano stati ripetutamente richiesti;

PRESO ATTO che  una serie di carotaggi presso l’impianto ha fornito la prova inequivocabile degli abusi perpetrati nell’area di pertinenza del Depuratore e  la prova inconfutabile dello smaltimento illecito di rifiuti per diversi anni a partire dal 2007;

CONSIDERATO che tale pratica, oltre ad essere perseguibile penalmente , è fortemente pregiudizievole per l’ambiente e la salute pubblica e rappresenta una truffa perpetrata ai danni dei cittadini;

RILEVATO che  che  lo smaltimento in discarica dei fanghi infatti assunto pari a 65 €/tonnellata (in quanto i fanghi non sono da sottoporre a trito vagliatura) avrebbe dovuto determinare mediamente  un costo complessivo annuo stimato in 320.000 euro a cui si deve aggiungere il costo annuo del trasporto stimato in 50.000 euro. Dette somme contribuiscono alla determinazione del canone che l’Amministrazione richiede ai cittadini annualmente per la depurazione e che invece sarebbero diventate  economie impegnate e spese  per altre finalità;

PRESUPPOSTO che  il Depuratore di Vittoria è dotato di una linea di trattamento fanghi, caratterizzata dalla presenza di un digestore anaerobico che costituisce il “fiore all’occhiello” dell’impianto;

che per  l’attivazione del Digestore, il Settore Ecologia dell’epoca, fino al luglio 2007, si era impegnato nella predisposizione di alcune attività quali l’esecuzione delle prove di tenuta idraulica, la verifica dell’integrità delle camere di combustione del motore a gas (alimentabile dal biogas prodotto dal digestore), anch’esso presente, da utilizzarsi per la produzione di energia elettrica (così da rendere autosufficiente l’intero impianto e vendere il surplus energetico ricavando utili ed abbassando il canone da versare da parte dei cittadini) e la stesura di un piano di manutenzione propedeutica all’attivazione;

 che negli anni antecedenti al 2007 era stata anche garantita la manutenzione straordinaria della coibentazione del digestore anaerobico, costituita da uno strato di lana di roccia e copertura con pannelli in lamiera grecata, danneggiata a seguito di eventi meteorici assai intensi;

che le attività propedeutiche all’attivazione del Digestore  sono riscontrabili  nel PEG 2007 del Settore Ecologia con lo stanziamento, a seguito di proposta del Dirigente, Dott. Fabio Ferreri, di 250.000 euro da destinare appunto alle attività di cui sopra e finalizzate all’attivazione del digestore , che la Giunta Municipale, fortemente sollecitata dallo stesso Dirigente, condivise e  deliberò formalmente data la valenza strategica della questione;

RILEVATO tuttavia che  le dimissioni del Dirigente Dott. Ferreri dall’incarico nel luglio 2007 nei fatti bloccarono il progetto e nulla fu più fatto per detto comparto;

PRESO ATTO che  dopo le dimissioni del Dott. Fabio Ferreri, fu assurdamente  soppresso persino il Settore Ecologia del Comune di Vittoria e che il posto relativo di Capo Settore fu modificato e definito per altri profili professionali;

RILEVATO che  da quel momento la tutela ambientale complessiva, nel territorio vittoriese, è precipitata verso l’abisso  tanto che  oggi  risultano innegabili  e visibili in tutta la filiera  ambientale le conseguenze di questo disastro annunciato.

ACCERTATO che  da quel momento, l’Amministrazione comunale    intraprese un’azione  distruttiva e inesorabile, di abbandono del Digestore, attraverso lo storno delle somme previste nel PEG 2007 e non effettuando la necessaria  manutenzione della coibentazione dello stesso;

CONSIDERATO che i fortissimi  sospetti denunciati dal sottoscritto  che la lana di roccia fosse  stata illecitamente sotterrata in prossimità del Digestore e in particolare nell’area che si trova fra quest’ultimo e il gasometro e che i pannelli costituiti da lamiera grecata pare siano stati smaltiti presso un impianto di rottamazione per materiale ferroso, ricavandone somme irrisorie, si sono acclarati come reali e veritieri;

VALUTATO il danno ambientale e per la salute pubblica che ne è conseguito, oltre che di insopportabile violazione delle leggi per lo  smaltimento illecito di rifiuti speciali e pericolosi ;

CONSIDERATO che il mancato avvio del Digestore, oltre a vanificare  benefici derivabili dalla riduzione del quantitativo di fanghi da smaltire in discarica,  ha  comportato la perdita  dei risparmi     sulla  spesa sostenuta per il consumo di energia elettrica dell’intero impianto di Depurazione, che si poteva azzerare se i lavori sul Digestore previsti  dal PEG predisposto dal Dott. Fabio Ferreri fossero stati eseguiti. Ciò  anzi avrebbe consentito la vendita del surplus energetico con ulteriore riduzioni del canone da corrispondere da parte dei cittadini;

 

PREMESSO che non è dato conoscere sino a oggi:

i motivi per i quali si è ritenuto di revocare il Peg 2007  di cui in  premessa del Dirigente del Settore Ecologia;

la destinazione di spesa specifica che i fondi revocati hanno subito;

le ragioni dell’accantonamento sine die degli obiettivi individuati dal Peg 2007 come fondamentali per la gestione ottimale dell’impianto di Depurazione nel suo complesso;

i motivi che hanno provocato lo smantellamento della copertura di alluminio del Digestore;

RILEVATA invece  la sussistenza della ipotesi dal sottoscritto avanzata, che è stata confermata da prospezioni e carotaggi , del seppellimento di 16 metri cubi di lana di roccia della coibentazione del Digestore nel sito  indicato;

PRESO ATTO della avvenuta certificazione delle caratteristiche della LANA DI ROCCIA rinvenuta che la classifica come RIFIUTO PERICOLOSO;

CONSIDERATA la estrema gravità di quanto certificato dal Laboratorio incaricato a fronte delle dichiarazioni rese dal Sindaco in conferenza stampa circa la liceità e non pericolosità del seppellimento compiuto;

 

 

 

 

CONSIDERATO CHE  la rete fognaria, nel sistema PARF, prevede 5 manufatti di confluenza con relativi scolmatori di pioggia al corpo idrico recettore (fiume Ippari);

PRESO ATTO  che a questo scopo la normale prassi progettuale, senza ricorrere a studi specifici per i singoli recettori, prevede che il dimensionamento dello scolmatore deve essere tale che la sua entrata in funzione avvenga quando le portate miste superano di 2,5-5 volte la portata nera media;

che l’Amministrazione Comunale  attuale, anziché dare seguito all’attività progettuale e manutentiva avviata dall’Amministrazione precedente (all’uopo fu conferito incarico a funzionari dell’Ufficio Tecnico) ha pensato bene di stravolgere il percorso idraulico all’interno del depuratore realizzando una serie di bypass volti, forse nell’intenzione, ad  evitare il sovraccarico idraulico dello stesso, in tempo di pioggia, con  il risultato però di modificare illecitamente il percorso idraulico all’interno dello stesso, disattendendo le autorizzazioni rilasciate dagli organi regionali e aggravando la situazione già abbondantemente compromessa del corpo idrico recettore con un ulteriore bypass, illecito, esplicitamente segnalato come illegale dallo studio sugli scolmatori reso dal Prof. Indelicato nello studio appositamente commissionato dall’Amministrazione comunale nel 2004,  che dal trattamento primario raggiunge il fiume senza ragione tecnica alcuna;

che presso l’impianto si è proceduto all’intercettazione della condotta immissaria dei reflui al depuratore, tramite una estemporanea opera idraulica (realizzando assai presumibilmente una finestra sulla superficie della condotta sufficientemente ampia), facendo sì che una parte dei reflui scolmino, prima di raggiungere il trattamento costituito dalla grigliatura, all’interno di una seconda condotta parallela a quella immissaria e che è nota come “saia irrigua”, ossia una opera idraulica che gli agricoltori della Valle dell’Ippari utilizzavano e forse ancora utilizzano a scopi irrigui per le colture a pieno campo (carote, sedani, pomodori, lattughe).  In altre parole, per un tratto di circa cento metri, all’interno del perimetro dell’impianto, viene utilizzata una condotta destinata a scopi irrigui (destinata al trasferimento di  acqua potabile) per far scorrere dei reflui non trattati, allo scopo di bypassare idraulicamente l’impianto. L’opera idraulica di intercettazione del refluo trova il suo completamento attraverso una seconda intercettazione, che si diparte dalla saia irrigua, costituita dei salti di fondo (pozzetti in cemento armato) e condotta interrata prima e successivo canale a cielo aperto, tale da consentire al refluo contenuto nella “saia irrigua” di raggiungere lo scarico finale coincidente con quello autorizzato nel PARF ;

RILEVATO che tali opere:

non risultano autorizzate dall’Organo regionale competente ARTA e dall’ARPA;

rendono  l’impianto difforme da quanto riportato nell’attuale e unica autorizzazione allo scarico risalente all’anno 2003 ;

determinano il passaggio di reflui inquinanti all’interno di una condotta destinata a scopi irrigui;

creano una condizione per cui l’opera idraulica realizzata non risulti più controllabile nel senso che la stessa può essere usata anche durante il normale esercizio dell’impianto in tempo asciutto, durante le punte idrauliche giornaliere (mattina presto e pomeriggio dopo pranzo) facendo si che il refluo non depurato raggiunga il corpo idrico recettore o, cosa ancora più grave, che il refluo superi la seconda opera di intercettazione sopra descritta e anziché raggiungere lo scarico autorizzato, prosegua e venga recapitato presso le colture degli agricoltori a valle dell’impianto in questione;

PRESO ATTO che un’ altra operazione, illecita, è stata la realizzazione di un ulteriore bypass parziale che, intercettando a valle delle vasche di sedimentazione primaria, una parte dei reflui  carichi di fanghi e di sostanze inquinanti, recapita nel fiume  gli stessi, attraverso un canale secante addirittura il corridoio costituito in conci di bologninato (quindi visibile a chiunque all’interno dell’impianto) dal quale si accede ai vari comparti dell’impianto,  nel corpo idrico recettore, costituito dal fiume Ippari, dopo essere stato scaricato nel terreno antistante il fiume medesimo;

CONSIDERATI I RILIEVI effettuati dall’ARPA, Organo deputato ai controlli, con continue sanzioni di natura amministrativa rivolti al Comune per il superamento, costante, dei limiti analitici allo scarico che, lo stesso Comune,  ha ritualmente e regolarmente contestato, senza porre rimedio alcuno alle criticità sanzionate e con assoluta indifferenza  verso il pagamento  degli  effettivi pagamenti  delle somme imposte per le sanzioni ricevute;

 

COSIDERATO che  tale atteggiamento omissivo persino degli obblighi derivanti dalle sanzioni ricevute sembrerebbe avvalorare  una preordinata trasformazione di un illecito penale (scarico non autorizzato di reflui) in un semplice e formale  illecito amministrativo , dato dal superamento dei limiti tabellari allo scarico, dovuti in realtà, come abbiamo visto, dal recapito di un’aliquota di reflui effettivamente depurati e di quelli non trattati recapitati attraverso il bypass;

che l’Amministrazione Comunale da anni aveva  subito una prescrizione da parte dell’ARPA, per la modifica da porre nell’ Impianto, costituita dalla realizzazione di un pozzetto ove poter allocare, da parte dell’ARPA medesima, un campionatore reflui in continuo. Tale manufatto avrebbe consentito  all’ARPA di effettuare i monitoraggi in un arco di tempo sufficientemente lungo e non, come avviene attualmente, con prelievi estemporanei. Ovviamente l’Amministrazione non ha inteso assoggettarsi alla prescrizione così da evitare più approfonditi controlli e ha  accampato, quale scusante per il mancato adeguamento, la solita insussistenza di fondi, mentre  in realtà per la realizzazione dei bypass di cui sopra l’Amministrazione ha speso centinaia di migliaia di euro. La scusante finanziaria è stata in realtà la motivazione banale addotta per non aderire alla prescrizione dell’Arpa.

CONSIDERATO ANCORA che il refluo trattato da anni non subisce il trattamento finale della disinfezione (clorazione) come è facilmente riscontrabile da una qualsiasi analisi estemporanea eseguibile prelevando un’aliquota di acqua del fiume Ippari a valle dell’impianto e che,  anche in questo caso, le somme sono state corrisposte dai cittadini attraverso il canone ma le stesse liberamente impiagate per altre finalità.

 

RILEVATO che presso il Depuratore di Vittoria sarebbero stati smaltiti, interrandoli, anche parte dei fanghi provenienti dal depuratore di Scoglitti: in questo caso il Depuratore di Vittoria avrebbe  assunto  i connotati di una discarica, la quale per poter ricevere rifiuti solidi provenienti da soggetti  conferitori, dovrebbe essere munita da parte del competente organo regionale della cosiddetta AIA, Autorizzazione Integrata Ambientale. Ovviamente l’impianto di Vittoria non ha tale requisito (non potrebbe averlo perché è un depuratore non una discarica) e pertanto i rifiuti provenienti da Scoglitti viaggiano senza formulari e anch’essi verrebbero illecitamente interrati preso il Depuratore di Vittoria. I fanghi e il vaglio prodotti a Scoglitti dovrebbero essere avviati correttamente allo smaltimento in discarica autorizzata come prevede la norma.

TUTTO CIO’ PREMESSO

IL CONSIGLIO COMUNALE

IMPEGNA IL SINDACO E L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

A PROCEDERE,  NEL RISPETTO DEI TEMPI E DELLA GRAVITA’ DEI TEMI SOLLEVATI, ALLA CONSEGNA DEI DOCUMENTI CHE VENGANO RICHIESTI DAI CONSIGLIERI COMUNALI;

A RIFERIRE TEMPESTIVAMENTE E SENZA ALCUN INDUGIO PER ISCRITTO E PUNTUALMENTE  SUI SEGUENTI ASPETTI DELLA VICENDA:

l’Amministrazione comunale è stata a conoscenza delle situazioni sopra riportate o di fatti attinenti?

E’ a conoscenza dei motivi per i quali  è stata autorizzata la asportazione della copertura di  coibentazione del Digestore, della vendita della lamiera di alluminio che proteggeva la struttura e della sorte toccata ai circa 16 metri cubi di lana di roccia che faceva parte del sistema di coibentazione, che risulta  essere  state sepolti in situ, nella fiancata sud del Digestore;

Le opere eseguite all’interno dell’area del Depuratore, per decisione dell’Amministrazione comunale, per bypassare con un nuovo scolmatore il trattamento delle acque reflue in arrivo è stato autorizzato dagli Organi competenti?

La modifica del percorso dei reflui ha influito sulle quantità dei fanghi prodotti e in quale misura?

L’acqua dei reflui  scolmata all’interno del Depuratore e indotta all’interno di una “saia” è stata utilizzata per  gli usi irrigui dei terreni agricoli attraversati?

I letti di essiccamento sono stati usati per le finalità previste dalle procedure?

Sono state costruite e attivate, a partire dai sedimentatori primari, derivazioni non autorizzate che sarebbero utilizzati per la fuoruscita di fanghi liquidi in alcune condizioni particolari?

Per quanti anni o mesi,  uno dei sedimentatori secondari risulta essere stato non funzionante  e per quale ragione non ci si è attivati per la sua immediato ripristino, stante che il mancato funzionamento   inficiava  l’intero processo depurativo con relativo scarico al fiume di fanghi e inquinanti?

Risulta vero che il trattamento nitro-denitro non è stato ripristinato per la mancata  sostituzione dei relativi mixer danneggiati, con il conseguente scarico al fiume di sostanze azotate tali da favorire lo sviluppo di alghe e limi?

Corrisponde a verità che le somme risparmiate in conseguenza del mancato smaltimento dei fanghi siano state dirottate verso altre iniziative non compatibili?

A quanto ammontano le spese annualmente sostenute dal 2007 a oggi per lo smaltimento e il trasporto dei fanghi in discarica?

 

CENSURA

IL COMPORTAMENTO DEL SINDACO E DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE IN ORDINE ALLE VICENDE COMPLESSIVE SOLLEVATE CON LA PRESENTE MOZIONE

IMPEGNA

L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE A COSTITUIRSI PARTE CIVILE

NEI CONFRONTI DI CHIUNQUE VENGA COINVOLTO PER RESPONSABILITA’

CIVILI O PENALI CONSEGUENTI.

 

 

I Consiglieri Comunali

Aiello, Artini,  Barrano, Cannizzo, Caruso, Cirica, Carbonaro, Garofalo Mariella,  Incorvaia, La Rosa, Lombardo, Andrea Nicosia.

 

 

 

 

 

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