Movida lungo la costa, i balneari pronti a ricorrere al Tar: “La stagione estiva è tutto. Con le limitazioni saremo costretti a licenziare”

Questione di lettere. Il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, analizzando la normativa vigente e sulla scorta di alcuni pareri tecnici, ha deciso che la movida negli chalet a mare debba fermarsi alle 2 di notte, seguendo dunque quanto prevede la lettera “e” del Dm 19 agosto 1996 e non la lettera “f” che, come per le discoteche, prevede la possibilità di continuare fino alle 4. Una decisione che non trova d’accordo alcuni titolari di stabilimenti balneari che hanno già annunciato di rivolgersi al Tar. Perché? Secondo questi titolari la norma vigente prevede la possibilità di utilizzare la lettera “f” e non il contrario. Lo spiega il concessionario Antonello Firullo che ha già inviato una circostanziata lettera alla Prefettura, la quale, nel frattempo, ha inviato una circolare ai sindaci spiegando che la lettera da applicare è la “e”.

«La Regione Sicilia in più occasioni ha legiferato il prolungamento delle attività di stabilimento balneare oltre la stagione estiva e oltre l’orario di balneazione. Di fatto ha destagionalizzato l’uso del mare ai fruitori, turisti compresi, consentendo alle imprese balneari di esercitare l’attività anche oltre le ore 19 di ogni giorno purché ci siano i servizi di sicurezza nonché si rispettino le specifiche ordinanze in materia di sicurezza alla balneazione, delle singole capitanerie di porto». E in quest’ottica la circolare Arta n. 2616 del 2016 spiega che sembra evidente come il legislatore regionale abbia così voluto estendere la validità temporale dei titoli del concessionario sottraendo alle amministrazioni competenti il potere di subordinare l’assenso al prolungamento dell’attività, per tutto l’anno, a una valutazione di tipo discrezionale, come tra l’altro spiegato anche in alcune sentenze del Tar e Cga».

E anche all’Ars, ricorda Firullo, si è voluto dare questo indirizzo con una mozione approvata che permette «le attività di intrattenimento musicale e danzante sul demanio come connesse alla balneazione». E Firullo ricorda che dal 2005 ad oggi «a diversi stabilimenti balneari di tutta la Sicilia sono state rilasciate licenze come discoteca lettera “f” fino dunque alle 4 di notte. Pertanto, secondo quanto emerso dalla commissione ordine e sicurezza pubblica e dalla circolare inviata dalla Prefettura ai sindaci, la provincia di Ragusa sarebbe la prima e praticamente l’unica ad essere penalizzata».

Firullo ricorda che c’è un precedente che è proprio il vecchio Titanic, che ha avuto in tal senso il via libera da parte del Tar nel 2004. «E da allora la norma non è cambiata – conclude Firullo – Piuttosto, vietare tale possibilità crea un danno economico agli esercenti e meno posti di lavoro».

Intanto sulla questione interviene il presidente provinciale di Confcommercio, Gianluca Manenti che trova invece corrette le scelte operate in commissione ordine sicurezza pubblica. «La Prefettura ha assicurato la massima disponibilità ad ogni Comune a potere emanare l’ordinanza sulla chiusura contestualizzandola alla varie realtà locali. L’altro grosso nodo contestato è quello che riguarda la possibilità di ballare negli chalet. Non è vero che ci sono divieti. O meglio, i divieti permangono per quelle strutture che non si sono attrezzate con la Questura e che non dispongono della relativa licenza».
fonte Michele Barbagallo – La Sicilia

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