MOLTO PIU’ DI … “QUALCOSA DI SINISTRA”

Il Consiglio dei Ministri di oggi era stato caricato di tante attese sia per le anticipazioni che aveva “sapientemente” lasciato trapelare Renzi sia perché tutti aspettavano alla “prova dei fatti” questo Governo nato in modo “incoerente” rispetto alle proclamazione fatte in passato da Renzi e che avrebbe potuto trovare una giustificazione politica solo in un reale e “spettacolare” cambio di passo.

E il cambio di passo c’è stato!

Renzi ha lasciato senza alibi gli scettici e ha zittito gli ipercritici riuscendo perfino a fare ricredere i prevenuti come i segretari confederali dei tre sindacati.

Come dargli torto? Renzi ha coniugato magistralmente la capacità comunicativa di Berlusconi (lui stesso ha auto ironizzato dicendo che sembrava un’offerta commerciale) con interventi rispettosi istituzionalmente (solo due decreti legge), e fortemente orientati “a sinistra”.

Tutti coloro che hanno alimentato la vulgata di un leader “di destra” che ha conquistato il PD credo che abbiano molti argomenti per una revisione critica atteso che per la prima volta assistiamo a un intervento massiccio (10 miliardi) orientato in modo deciso verso le fasce deboli della società (1000 €uro in più l’anno ai redditi medio-bassi) senza “contentini compensativi” più o meno velati ai ceti alto-borghesi.

Poi il provvedimento più “ideologico” è senza dubbio lo sconto del 10% dell’IRAP alle imprese con i fondi attinti da un aumento del prelievo fiscale dalle rendite finanziarie (dal 20% al 26%) … cosa che finalmente ha dato plasticamente il senso di politica redistributiva dalla finanza alla produzione. Più di sinistra di così!

E a seguire una manciata di altri provvedimenti tutti comunque significativi e orientati i favore della scuola, della ricerca, dei giovani e della tutela del territorio: abolizione del CNEL, avvio dell’iter per nominare Raffaele Cantone quale responsabile dell’autorità contro la corruzione, vendita all’asta di 100 auto blu, sblocco dei debiti della pubblica amministrazione, aumento del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, 3,5 miliardi per interventi urgenti per l’edilizia scolastica, 1,5 miliardi per interventi urgenti per la tutela del territorio, sblocco del piano casa, sblocco dei fondi europei (3 miliardi), abbattimento del 10% dei costi energetici per le imprese, 1,7 miliardi per i giovani in cerca di occupazione dopo gli studi, raddoppio della dotazione per il credito di imposta per la ricerca (da 300 a 600 milioni in 3 anni), 500 milioni fondo per le imprese sociali … ed in più conferma della tempistica delle riforme: modifica Senato, abolizione Provincie, mercato del lavoro con nuovo tipo di contratto unico e unificazione degli ammortizzatori sociali estesi a tutti, riforma della giustizia.

E’ vero che alcuni di questi provvedimenti hanno bisogno di essere poi “codificati” in proposte di legge delega, ma Renzi ha voluto formalizzare con una delibera del Consiglio dei Ministri tutti i provvedimenti, anche quelli giuridicamente ancora incompleti prima degli incontri che avrà con i maggiori leader europei per presentarsi con dei dati di fatto e avere così una maggiore autorevolezza politica.

Molti osservatori continuano ad avanzare riserve sulle fonti di reperimento dei fondi per finanziare tutto questo piano, e non c’è dubbio che Renzi sta’ un po’ forzando sia in termini cronologici, sia in termini economici perché è consapevole del fatto che in una situazione complessa come quella Italiana, si deve pure fare leva su qualcosa per innescare il circolo virtuoso che risulta necessario per uscire dal vicolo cieco in cui ci eravamo infilati.

Peraltro l’elemento di grande novità di questo leader è lo stile diretto e il coraggio con cui ci mette la faccia.

Lui stesso in altra occasione ha citato un aforisma di Walt Disney “La data è ciò che fa la differenza tra il sogno e il progetto” e per essere consequenziale dà una tempistica stringente alla sua azione … permettendosi anche il lusso di essere sarcastico chiedendo scusa per il ritardo di 12 giorni rispetto all’impegno di approvare la legge elettorale in un ramo del Parlamento entro febbraio (12 giorni dopo 8 anni!). 

Adesso incrociamo le dita e aspettiamo che i provvedimenti diventino visibili in aumento di stipendi, scuole efficienti, territorio risanato etc.

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