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MODICA, “UN CANTO DI LUCE”
13 Dic 2011 06:43
Fiumi d’inchiostro scorrono, in questi giorni, da penne ben più autorevoli e qualificate della mia.
Ma anche io, da nonna che ha partecipato nelle scuole delle nipotine alla realizzazione delle lanterne, da ex docente che ha amato profondamente i propri alunni ed ha creduto nell’attuazione di Progetti realizzati con e per i ragazzi, da cittadina modicana che ammira la sua Città e vuole dare la propria goccia di contributo perchè le iniziative riescano al meglio, anche io, dicevo, desidero esprimere il mio plauso, la mia gioia e il mio ringraziamento per l’evento “Un canto di luce” a quanti hanno permesso che ciò si realizzasse.
Un sogno, si, un sogno che è iniziato alcuni mesi fa, al Palazzo della Cultura, dalle parole di Marcella Fragapane e di Filippo Cannata, un sogno che abbiamo subito amato, accarezzato, condiviso.
Un sogno che si prospettava laborioso, coinvolgente, affascinante. Ma, sicuramente, ancora, non pensavamo alle tante e molteplici dinamiche a cui avrebbe dato vita, a scuola, nelle famiglie, nei gruppi, nella Città tutta.
E’ stato un fermento di operatività, di creatività, di servizio, di volontariato che ha visto uniti insegnanti, alunni, genitori, nonni, scout, volontari, tutti coesi nell’intento di far si che questo sogno diventasse realtà.
E tale è stato: quando la sera del 10 Dicembre, i campanili delle nostre bellissime Chiese hanno fatto sentire le loro voci, ora tenui, ora maestose, quando la scalinata del Duomo di San Pietro si è animata al canto e alle luci dei bimbi e dei ragazzi delle Scuole di Modica, quando le caratteristiche viuzze si sono illuminate con i disegni dei bambini trasformati in luminarie, quando ha preso vita il gigantesco sole, formato dalle innumerevoli lanterna posizionate artisticamente davanti al Duomo di San Giorgio, allora, la gioia, l’emozione, la soddisfazione, l’orgoglio di avere fatto parte di un sogno, hanno permeato tutto il nostro essere e dal cuore è partito un ringraziamento a tutti coloro che si sono spesi, senza risparmio di tempo e di energie, a quanti hanno avviato e portato avanti tale faraonica impresa, ad una politica che crede in tale iniziative, le incoraggia e le sostiene.
Sulla scalinata avevamo quasi mille tra bambini e ragazzi: mille futuri cittadini attivi modicani!
Siamo e saremo capaci, noi adulti, di testimoniare e trasmettere valori che hanno cantato con le loro voci celestiali, Amore, Semplicità, Tradizione, Intimità o li coinvolgeremo nella nostra fretta di adulti, sempre in corsa, magari per l’acquisto dell’ultimo ritrovato tecnologico nell’ultimo centro commerciale, fresco di inaugurazione?
Solo se sapremo recuperare la nostra Storia, il nostro Tempo, i nostri Affetti, le Relazioni più vere ed autentiche, ristabilire una Pedagogia dell’Ascolto, della Condivisione, della Partecipazione, riusciremo ad entrare nel vero spirito del messaggio di Amore, di Vita, di Salvezza che il Piccolo Bambino, dalla grotta di Betlemme, ci trasmette e potremo dare un senso alla nostra vita, aspirare ad un futuro più significativo, sperare in mondo migliore, senza conflitti, senza sopraffazioni, dove regni l’equità, la pace, la giustizia; far si, insomma, che i “I sogni diventino realtà”.
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