Modica sta cambiando grazie all’entusiasmo di giovani imprenditori

Condividiamo la riflessione sviluppata sui social dall’ex sindaco di Modica e opinon leader, Piero Torchi. Modica sta cambiando grazie al coraggio imprenditoriale di tanti giovani che hanno deciso non solo di restare o tornare ma anche di rendere la città più accogliente e d’attrattiva. Ecco la riflessione di Torchi che condividiamo con piacere: “Domenica sera ho fatto una piacevolissima passeggiata, con la mia famiglia, ed insieme a dei cari amici, a Modica, lungo il Corso.

Camminando lungo il centro storico ho avuto modo di apprezzare effervescenze culturali ed imprenditoriali di grandissimo spessore.
Ho incrociato il nuovo concept store di Loredana Roccasalva, all’interno del quale, mentre fuori, sulle panchine, lei stessa serviva il caffè nella moka alle estasiate turiste che ammiravano le sue creazioni, riposavano, mollemente adagiate su antichi scaffali e pregiati cassettoni le sue splendide maglie e felpe ispirate a Modica ed alla Sicilia.
Ho poi preso un aperitivo in un luogo magico: un vicoletto del centro storico nel quale un visionario, ma entusiasta “oste della malora”, Luca Stracquadanio, ha pensato nel suo nuovo locale, dall’evocativo nome di “Kufù”, di costruire un pezzo di Giappone (!!) e fonderlo con il barocco siciliano, ma anche con i sapori e gli odori della Sicilia, dando vita ad un gustosissimo ed originale menù nippo-siciliano, che sta raccogliendo ammirati consensi.Proprio a due passi da quel Momò che Gabriele Nicastro ha reso nuovo tempio dello street food, e vicino al santuario della cucina custodito da Accursio Capraro.
La cosa più bella è stata trovare all’interno dello stesso locale due alfieri del cibo declinato alla modicanità, come Salvatore Nicastro e Pierpaolo Ruta, a dimostrazione di come questa nuova generazione di imprenditori del gusto sia intelligente ed aperta alle novità. 
Certo che dopo aver mangiato gli “Udon” in giro per il mondo, assaggiarne accoppiati alla carne di cavallo a Modica, avrebbe entusiasmato persino il più giapponese dei giapponesi.
Il tutto mentre a fianco le pizzerie erano strapiene in un’armonia che suggeriva nuove complicità ed allontanava vecchi rancori.
Poi, attratto dalle note del “Bolero” di Ravel, ho fatto capolino in un chiostro, quello di San Domenico, illuminato come una fiaba medioevale, all’interno del quale due grandi esponenti della cultura modicana, due non modicani che oramai hanno adottato, e sono stati adottati da questa città che amano come fosse la loro, Evgeni Stoyanov e Ornella Cicero, hanno saputo fare della danza un nuovo linguaggio, capace di raccontare le magie barocche e di avvicinare a questa meravigliosa arte decine di giovani ballerine. Un lavoro meritorio ed una intuizione che merita di essere sostenuta ed appoggiata con convinzione e con continuità.
Sono andato a letto con la consapevolezza di aver visto cose nuove, di aver assaggiato nuovi gusti, di aver guardato una città diversa, ricca di giovani intelligenti e capaci, che hanno voglia di scommettere sul loro talento,mantenendo questa splendida città come ideale cornice dei loro sogni.
Ma ho pensato anche che oggi più che mai questa città, i suoi giovani interpreti, hanno bisogno di una classe dirigente che li prenda per mano e li accompagni, guardandoli a distanza, come un padre affettuoso, ma non facendo mai mancare loro sostegno e coraggio nei momenti difficili.
Una nuova consapevolezza che veda in loro il futuro della città, il punto di congiunzione tra ricerca della bellezza estetica e sviluppo economico; che, soprattutto, sappia tracciare una strada nella quale ci siano sempre meno sagre ed iniziative di piccolo cabotaggio, e sempre più grandi eventi, che sostengano ed alimentino i sogni di questi ragazzi.
In fondo non è difficile: basta rinunciare alle tentazioni del facile e spicciolo consenso, spiegare qualche no in più in nome di un progetto complessivo e, perchè no, anche un pizzico visionario, e concentrare le risorse, anche le nuove da ricercare, in grandi eventi che diano il senso di una grande città, che insegue un antico obbiettivo: tracciare un sentiero fatto di bellezza e consapevolezza, caro MARCO Giunta.
Nessuna ricetta magica, ma solo un appello ed un consiglio, peraltro non richiesto, a chiunque oggi ed in futuro si trovi ad amministrare ed a decidere: ascoltate di più questi ragazzi, le loro idee ed i loro sogni. Vi farà bene e vi aiuterà a fare bene.”

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