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Moda: la Venere di Ibla di salvatore Piccione approda a Palazzo Ferrajoli
07 Lug 2022 20:29
La Venere Iblea dello stilista siciliano Salvatore Piccione, vincitore del concorso Who is on next? 2012, sbarca a Roma, a Palazzo Ferrajoli. Il giorno prima della sfilata di Valentino a Trinità dei Monti e alla vigilia delle sfilate di Altaroma che cominciano l'11 luglio. Difficile pensare ad una casualità la scelta della data della presentazione romana.
È una ricchezza creativa, quella di Salvatore Piccione, che attinge alla storia profonda della sua terra: quella parte di Sicilia nei dintorni di Ragusa, dove sorgono i monti Iblei. Nei racconti più remoti della tradizione rinveniamo divinità femminili, profondamente legate alla terra. Da queste creature mitiche nei riverberi della letteratura emerge la figura di Venere Iblea. Fra mito, canti e leggende scopriamo ancora antiche parole che invitano la dea a vestirsi di fiori, più di quanti ve ne fossero nei campi dell'Etna, più di quanti ve ne fossero nelle valli di Ibla. Così un abito esulta nel giallo del Crocus che sboccia sulle distese dell'Etna, uno stuolo di trifogli bianchi, le sfumature violacee delle orchidee selvatiche, diventano colore. Con maestria Salvatore Piccione costruisce le sue mises partendo dal 100% cotone, per poi aggiungervi il goffrato mosso e sfumato di un crepe di seta. La compattezza della duchesse trova il suo accostamento ideale nella leggerezza scintillante dello chiffon. Va ben oltre il contrappunto floreale l'universo a cui tende ogni rinnovata collezione. Poiché come nella "Lunga veglia di Venere" inno composto per un coro di fanciulle, la Donna a cui si rivolge Salvatore Piccione è la fonte stessa della vita. La palette. Lo stilista sembra proporci la via del colore come via per la contemplazione, come via per la liberazione. Cromie solide in tinta unita. Intense, vive, cariche di luce. Enfatizzate da decorazioni e ricami fino scoprire i bianchi più puri dove saranno i tagli ed i volumi a guidare un movimento non più solo terrestre. Infine, i decori smettono di essere un'estensione della grafica per divenire essi stessi corpo.
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