Missione Madagascar, il Paese dove solo l’1% della popolazione accede alle cure. Il racconto del dottor Walter Morale dell’Asp di Ragusa

Quanto può essere difficile portare sollievo sanitario in Paesi in cui perfino avere una bronchite può essere fatale? La domanda appare retorica e in parte lo è, ma qualcosa bisogna pur fare.

Il dottor Walter Morale, Direttore della Nefrologia dell’ASP di Ragusa, ha trascorso alcune settimane in Madagascar, al servizio di deboli e indifesi. A portarlo lì è stato il progetto della onlus Ripartiamo, della ONG “Ripartiamo APS”, una ONG che si appoggia al Vaticano e che si occupa di missioni umanitarie a supporto delle popolazioni più svantaggiate.

La sanità in Madagascar

Il Madagascar è uno dei dieci Paesi più poveri del Mondo dove solo l’1% della popolazione riesce ad accedere alla sanità. In questa parte dell’Africa mancano spesso medici, farmaci e cure e il 70% di chi arriva negli ospedali non sempre riesce a ricevere cure adeguate. La prima Missione si è svolta dal 2 al 13 Giugno 2024. Ci racconta il dottor Morale: “Sono partito per dare il mio contributo nel mio ambito specifico, la Nefrologia, ma lì mi sono trovato nelle condizioni di dover fare di tutto. La maggior parte delle persone rischia la vita anche per una semplice infezione a causa delle scarse condizioni igieniche. Molti pazienti non hanno vestiti adeguati, camminano scalzi e per loro accedere alle cure è quasi impossibile. Inoltre, il territorio è molto vasto e chi abita nei villaggi ha pochissime possibilità di vedere un medico”.

La sanità in Madagascar

In Madagascar la sanità è sia pubblica che privata, una specie di sistema “misto”. Il problema è dovuto principalmente alla povertà, alla mancanza di supporti diagnostici e alla cronica carenza di farmaci e strumentazioni. Il dottor Morale, infatti, ricorda come i colleghi del posto non avessero a disposizione neanche un saturimetro: “Le malattie più diffuse sono soprattutto dermatiti, bronchiti nei bambini più piccoli e la malaria, che è endemica. Nei villaggi più remoti, inoltre, ho riscontrato la presenza di persone con profonde ulcerazioni alle gambe dovute alle punture d’insetti, oltre all’ipertensione arteriosa. Ho riscontrato anche alcuni nefropatici che dovrebbero essere sottoposti a dialisi, ma da quelle parti non c’è nulla nelle vicinanze”. La Missione si è svolta principalmente negli ospedali di Morondava e di Antananarivo, in cui le condizioni igieniche rasentano l’inimmaginabile e i pazienti sono ridotti in condizioni pessime. Per non parlare delle condizioni fatiscenti dei vari reparti, come quello di Nefrologia. Le stanze sono stracolme, i pazienti buttati per terra e non si rispetta nessun protocollo per evitare eventuali contagi. Non si ha a disposizione neanche un ecografo. Il dottor Morale ha deciso di supportare questo progetto e di ripartire con una nuova Missione a settembre. Al momento, è l’unico medico dell’Asp di Ragusa ad essere presente nella missione: “Vorrei portare qualcosa in quel Paese perché posso descrivere quello che visto, anche accuratamente, ma non potrà mai rendere l’idea. Quando eravamo lì, siamo entrati in empatia con pazienti, grandi e piccini. In quei frangenti, s’instaura una componente emotiva che non è facile far comprendere a chi non ha visto”.

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