Mille euro l’anno in più a famiglia fra mascherine a tamponi: “Urgono rimborsi”

I blocchi alle auto ormai non bastano più contro lo smog. “Bisognerebbe aumentare gli investimenti e credere di più nel trasporto pubblico locale, per togliere gente dalle auto. Poi, bisognerebbe cominciare a parlare di sistema industriale e di cosa si immette nel sistema produttivo: non deve essere un tabù, nella regione più industrializzata d’Europa, dare la possibilità alle nostre attività produttive di efficientare i loro impianti, per inquinare meno”. Lo sostiene l’associazione di consumatori Udicon Emilia-Romagna, il cui presidente Vincenzo Paldino spiega parlando alla ‘Dire’: “Bisogna trovare altri strumenti contro l’inquinamento atmosferico.

Non sono sufficienti il blocco del traffico domenicale o il blocco degli Euro 4, così come i suggerimenti ai cittadini di abbassare di 2 gradi il riscaldamento. Sono cose utili, ma in una regione che per caratteristiche del territorio e industrializzazione spinta è la più inquinata d’Europa, con conseguenze in termini di risposta sanitaria ai cittadini, pensare di poter rispettare gli impegni europei solo con degli stop alle auto non sta in piedi”. Aggiunge il presidente Udicon: “Nonostante le agevolazioni del Superbonus 110%, abbiamo ancora una buona fetta di condomini, oltre il 35-40%, con impianti soprattutto centralizzati che sparano veleno nell’atmosfera. Bisogna intervenire su più fronti, quindi, compreso quello degli inceneritori, e tutto va affrontato nell’ambito di un quadro unico”.

Da un lato i rincari delle bollette, da +1.000 euro all’anno in media, e dall’altro le mascherine e i tamponi, con un aumento simile: l’esborso totale, calcolato in Emilia-Romagna, arriverebbe fino a +2.000 euro all’anno a famiglia. Ecco quindi la ricetta sui dispositivi di protezione individuale: per chi non ce la fa servono buoni e rimborsi, per tutti gli altri bisogna aumentare le detrazioni. È la ricetta dell’associazione di consumatori Udicon Emilia-Romagna. Il suo presidente, Vincenzo Paldino, spiega parlando alla ‘Dire’: “Il nostro osservatorio regionale ha calcolato questo: se una famiglia di quattro componenti, dove tutti usano la mascherina, per un anno compra solo mascherine chirurgiche, ci sarebbe un costo extra di 350 euro. È già una bella somma, unita a tutti gli altri rincari. Se usassimo solo le Ffp2, il costo salirebbe addirittura a 900 euro.

Con un mix tra chirurgiche e Ffp2, si arriva a 700 euro. Poi ci sono i tamponi, che mediamente potrebbero segnare altri 350 euro. Si contano più o meno altri 1.000 euro all’anno, quindi”.
Ma bisogna anche proteggere le famiglie sotto alla soglia di povertà, sprona Paldino: “Tramite lo strumento Isee, potrebbe essere il Sistema sanitario nazionale a farsi carico di rimborsare e dare buoni di acquisto sulle mascherine. L’obiettivo è dare pari opportunità a tutti di potersi proteggere. Per tutti gli altri cittadini, bisognerebbe portare la detrazione specifica dal 20% circa, come per le prestazioni sanitarie, al 50%”.

Sulle Ffp2 tornate centrali in questa fase dell’emergenza sanitaria, in ogni caso, aggiunge Paldino: “Da aprile chiediamo alla Regione Emilia-Romagna di incentivare l’uso della mascherina Ffp2 come formidabile strumento anti-contagio. A maggior ragione con la variante Omicron, molto contagiosa. Avevamo chiesto anche di calmierare i prezzi. Ci era stato risposto che l’ente pubblico non avrebbe potuto intervenire in questo senso, essendo nel ibero mercato. Poi, fortunatamente, si è intervenuti a livello nazionale per iniziativa del Governo, calmierando il prezzo a 75 centesimi. Qualche farmacia non applica la tariffa scontata, come ci viene segnalato. Ai consumatori, tuttavia, possiamo dire che quelle calmierate ormai si trovano abbastanza agevolmente”, conclude il presidente Udicon.

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