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MESSICO E VINO
14 Ott 2014 10:06
Quando si parla di vino americano, si pensa sempre ai vini californiani, a quelli argentini oppure a quelli provenienti dal Cile. La vite però viene coltivata anche in molti altri paesi del Nuovo Continente, come il Canada, il Perù, la Bolivia, il Brasile, l’Uruguay, il Paraguay, il Messico e, per quanto possa sembrare assurdo, qualche tentativo viene fatto anche in paesi del Centro America, come, tanto per citarne uno, il Venezuela.
E’ ovvio che spesso si tratta di produzioni irrisorie, come avviene nel caso del Paraguay o del Venezuela. Inoltre non sempre i risultati raggiungono livelli accettabili. Bisogna tenere presente, però, che il continente americano è notevolmente più grande di quello europeo e possiede una quantità abnorme di condizioni climatiche, che possono essere favorevoli o meno alla coltivazione della vite, almeno per quanto riguarda l’uva destinata alla vinificazione. In America, difatti, viene coltivata soprattutto uva da tavola o uva destinata alla produzione dei vari brandy americani.
Uno di questi paesi, dove si coltiva uva soprattutto per produrre brandy, è il Messico. Questo paese in genere viene ignorato dalle pubblicazioni e riviste di settore, se non altro perché la sua produzione vitivinicola è molto limitata. Eppure il Messico è stato il primo paese del Nuovo Mondo a coltivare la vite destinata alla vinificazione. Proprio la presenza dei colonizzatori spagnoli introdusse l’enologia nel Nuovo Mondo. Risale circa al 1530 un’imposizione del tristemente famoso governatore Hernan Cortés, che stabiliva l’obbligo di coltivazione della vite per tutti i proprietari di tenute terriere. Questa legge, che diede vita alle prime coltivazioni di vitis vinifera in America, trovò in un momento successivo, nel 1699, l’opposizione della Spagna, che vedeva come una minaccia ai propri vini l’espansione della viticoltura messicana. Da lì a poco la viticoltura messicana subì un crollo produttivo con la quasi totale scomparsa dei vigneti. Soltanto nell’Ottocento inoltrato riprenderà vita, seppur timidamente, una enologia messicana.
Nonostante i timori della Spagna, gran parte del Messico si mostrava inadatto alla viticoltura. Veracruz, che sembra sia stata la prima zona dove si coltivò la vite, possiede un clima eccessivamente tropicale, per dare buoni risultati. Altre zone invece, situate a quote più alte, risultavano troppo umide. In verità il Messico era sì un paese molto grande agli occhi degli spagnoli, ma effettivamente inadatto all’enologia, per lo meno con le conoscenze enologiche dell’epoca.
Ancora oggigiorno la vite destinata alla vinificazione è poco diffusa e per il momento sono soltanto due in tutto il Mesico le zone che si sono dimostrate predisposte alla produzione di vini di qualità. Una è Parras, scoperta, per così dire, dagli immigrati baschi e dove vennero impiantati i tipici vitigni presenti nei Paesi Baschi, come il pedro ximénez, il carignan e il granache; l’altra zona è la Bassa California, quella in maggiore espansione, dove nel 1888 l’azienda Santo Tomas fu la prima azienda in senso moderno a esservi fondata. Maggiore successo commerciale, tanto da essere additata come pioniere del vino da tavola messicano, l’ebbe però L.A. Cetto, un’azienda fondata nel 1926, sempre nella Bassa California, da immigrati italiani provenienti dal Piemonte. Qui si producono sia vini bianchi, sia vini rossi. Mentre i vini bianchi sono alquanto carenti a livello qualitativo, i vini rossi da nebbiolo, cabernet e petite syrah possiedono un gradevole carattere.
Oggi la Bassa California attira, seppure in numeri alquanto contenuti, l’attenzione di molte multinazionali del vino, che vedono in questa terra un luogo economico dove ricavarne vini di media qualità. Tra le aziende interessate è presente anche il famoso produttore di Cava spagnolo Freixenet, che sta lavorando per produrre uno spumante messicano, che possa conquistare questo settore dell’enologia praticamente inesistente in Messico.
Malgrado gli sforzi, va detto che il consumatore messicano è ancora poco interessato al vino, molto meno di altri paesi dell’America Latina, come il Brasile dove si sta sviluppando un forte interesse per l’enologia. Sembra quindi difficile che l’enologia messicana possa avere una espansione degna di rilievo a breve tempo. Gli stessi consumatori americani sembrano poco interessati ai vini messicani, volgendo il proprio sguardo verso i vini europei e americani, provenienti dal Chile, dall’Argentina, dagli USA, dal Canada e in misura minore dall’Uruguay.
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