MESSAGGI DISTORTI SUI VINCOLI URBANISTICI GIA’ SCADUTI DA 20 ANNI

L’ennesimo intervento del Consigliere D’Antona sulla vicenda PRG e sulla questione urbanistica, merita alcune chiarificazioni onde evitare che passino messaggi distorti. Per ciò che concerne le richieste di riqualificazione urbanistica avanzate dai privati lo stato dell’arte è il seguente.

I vincoli di espropriazione imposti dal PRG del 1977 su determinate aree sono ormai decaduti da vent’anni e di conseguenza – ove detti vincoli non siano stati attuati con la realizzazione di opere pubbliche – i proprietari delle suddette aree, possono diffidare il Comune ad assegnare alle stesse una nuova destinazione urbanistica.

A seguito di dette diffide il Comune, e precisamente il Consiglio Comunale, ha l’obbligo di provvedere alla riqualificazione urbanistica delle aree su proposta del Dirigente dell’Ufficio Urbanistica; proposta formulata – ovviamente – tenendo conto di una serie di parametri che ne vincolano la discrezionalità tecnica.

Il Consiglio Comunale ricevuta la proposta del Dirigente dell’Ufficio Urbanistica – lungi dal rivestire come dichiara D’Antona un ruolo semplicemente notarile –  è  l’organo sovrano al punto che, ove non ritenga congrua la scelta tecnica proposta dal Dirigente sulla nuova destinazione urbanistica, può deliberarne una diversa, ivi compresa quella di reiterare il vincolo di espropriazione (ove ovviamente ne ricorrano tutti i presupposti imposti dalla legge e ribaditi dalla giurisprudenza).

Un punto deve essere chiaro: l’Ufficio Urbanistica ha l’OBBLIGO di istruire e trasmettere le richieste di riqualificazione urbanistica al Consiglio Comunale senza indugio; ed il Consiglio Comunale  ha l’OBBLIGO di provvedere sulle stesse. Qualora ciò non avvenga il Comune, come è accaduto in passato in numerosissimi casi, sarebbe comunque condannato dal Tribunale Amministrativo a provvedere, con ulteriore aggravio delle spese legali.

Un altro punto deve essere altrettanto chiaro: il Consiglio Comunale – organo sovrano ripetesi – può adottare una decisione difforme da quella proposta dal Dirigente; ove però la decisione del Civico Consesso non fosse supportata anch’essa da adeguata istruttoria e motivazione il Comune, ancora una volta e come è già accaduto in passato, corre il rischio di vedersi condannato dal Tribunale Amministrativo a provvedere diversamente (e ciò sempre con condanna alle spese del giudizio dell’Ente).

La trasmissione della Variante generale – invero – non è alternativa alla trasmissione delle singole richieste di riqualificazione dei cittadini, essendo quest’ultima un OBBLIGO per l’Ufficio, indipendentemente dalla trasmissione della Variante, e fatto salvo il potere sovrano del Consiglio Comunale di statuire sulle richieste. Non trasmettere le richieste di riqualificazione urbanistica al Consiglio da parte dell’Urbanistica costituirebbe una grave omissione sanzionata amministrativamente e penalmente.

Quanto alla Variante al PRG il sottoscritto, condividendo l’urgenza di dare al più presto alla Città il suo strumento urbanistico, insediatosi a metà ottobre 2010, ha già incassato l’approvazione della relativa proposta da parte della Giunta Comunale e ne ha già disposto la trasmissione al Sindaco per il passaggio al Consiglio Comunale; di conseguenza, nei prossimi giorni, si procederà con l’esame della stessa nelle competenti sedi. Sempre il sottoscritto Amministratore, in questo breve periodo, ha già avviato – nell’ottica di una gestione improntata alla piena legalità – le procedure di cui all’art.7 L.47/1985 per l’acquisizione al patrimonio del Comune delle aree su cui sono state realizzate costruzioni abusive non demolite nel termine di legge (provvedimento del 16/12/2010); trattasi di centinaia di immobili.

Inoltre, di concerto con l’Assessore al Centro Storico, ha adottato atto di indirizzo per la ricognizione e censimento degli edifici pericolanti, degradati o abbandonati all’interno del perimetro del centro storico della città. Tale attività ricognitiva permetterà di individuare le criticità esistenti, al fine di redigere un piano delle emergenze e dei rischi di crolli, di attuare un programma operativo preventivo ed,  infine, di formulare una nuova normativa con la quale si valutino le proposte di modifica e riqualificazione di alcune aree particolarmente nodali per lo sviluppo della città. 

Ovviamente, per i prossimi mesi, vi sono ulteriori obiettivi (riorganizzazione ed efficienza degli uffici, nuova sede Urbanistica, ecc.).Invito quindi il Consigliere D’Antona a confrontarsi sul merito delle questioni, in termini di buona amministrazione anziché di contrapposizione ideologica, non trascurando – di volta in volta – gli ineludibili passaggi tecnici e giuridici. (r.m.)

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