MARIO 1 E MARIO 2. I SALVAGENTE DELL’ITALIA!

Tre settimane fa ho cercato di individuare i principali motivi della stretta creditizia (credit crunch), e per quello che è dato sapere, il nostro Governo sta “spendendo” il di più di autorevolezza nei confronti delle autorità europee acquisito con il varo della manovra per far operare un addolcimento dei criteri patrimoniali utilizzati dall’E.B.A.  (European Banking Autorità) e che obbligano le banche ad aumentare il capitale.

Più volte abbiamo discusso su come l’innalzamento dello spread, lungi dall’essere un astratto argomento di dibattito salottiero, ha delle pregnanti implicanze sulla nostra vita di tutti i giorni in termini di maggiore onerosità dei mutui e dei prestiti.

E’ ovvio che l’effetto congiunto di minor capacità di credito delle banche e maggiori costi per i finanziamenti a privati e aziende costituisce un viatico perfetto per amplificare la crisi recessiva che già ci aggredisce.

Mario 1 (Monti) abbiamo già detto che sta cercando di fare la sua parte in termini di moral suasion sugli organismi europei, ma si sta dando da fare anche Mario 2 (Draghi) che dal suo insediamento al vertice della BCE ha preso dei buoni provvedimenti di contrasto alla recessione.

Intanto contrariamente all’impostazione tedesca di basare tutto sul rigore nella tenuta dei conti e nel controllo dell’inflazione ha provveduto ad abbassare i tassi di riferimento BCE, gli effetti ovviamente sono limitati in un mercato bloccato dagli effetti speculativi sui debiti sovrani, ma ha dato una chiara indicazione di bilanciamento tra politiche di rigore e stimolo alla produttività, ma non si è fermato qui.

Oggi (ieri per chi legge) ha avviato un nuovo meccanismo di finanziamento del sistema bancario europeo per offrire ai governi europei un po di tempo per ripensare la governace della Eurozona, e ai governi nell’occhio del ciclone, come il nostro, che ne hanno bisogno per mettere mano alle prime riforme per allentare la tensione speculativa.

Draghi non potendo aiutare direttamente i governi in difficoltà e non potendo la sola BCE contrastare la speculazione sui titoli di stato acquistandoli ha pensato di dare una mano in un modo alternativo.

Dal 21 dicembre le banche europee potranno finanziarsi presso la BCE al tasso di riferimento pari all’1% ponendo a garanzia i titoli di stato in loro possesso. Il meccanismo è stato molto gradito dal sistema bancario, ala prima finestra sono stati concessi alle banche 489 miliardi di Euro di liquidità. Con quali effetti?

-Intanto le banche in questo modo godranno di liquidità a basso costo attingendo direttamente alla BCE invece di approviggionarsi al mercato interbancario che alle banche italiane chiedeva tassi di gran lunga più alti a copertura del “rischio paese”, questo avrà un effetto calmierante sui tassi dei finanziamenti e quindi permetterà al sistema produttivo di finanziare le maggiori esigenze del periodo di crisi senza doversi far carico di eccessivi oneri finanziari;

-Le banche che stanno subendo gli effetti della crisi con l’aumento delle sofferenze (in Italia circa il 40% in più) avranno una boccata di ossigeno grazie al differenziale tra il rendimento dei titoli di stato posti a garanzia e il tasso di finanziamento presso la BCE;

-Il sistema bancario europeo sarà incentivato ad acquistare i titoli di stato con rendimento più gratificante (come i nostri BTP) per sfruttarne i benefici di differenziale;

-L’aumento di domanda dei titoli di stato dovrebbe allentare la tensione speculativa sullo spread con conseguenze positive sia sulla possibilità delle banche di concedere credito (i titoli di stato saranno considerati meno a rischio) sia sul bilancio degli stati sotto scacco della speculazione (in primis noi), con conseguente risparmio di spesa.

Queste ovviamente sono le intenzioni di Draghi e dobbiamo sperare vivamente che la sua analisi sia corretta perché c’è un granello che può ingrippare l’ingranaggio, se gli investitori istituzionali e le banche in primo luogo scoraggiate dalla rigidità dell’E.B.A. per evitare di correre rischi evitino di concorrere alle aste dei titoli di stato, in quel caso gli ultimi due effetti benefici non scatteranno, e gli effetti saranno molto ridotti non innescando il circolo virtuoso su cui la BCE punta.

Sarà necessaria tutta l’autorevolezza dei nostri due Mario per garantire l’efficacia della manovra, ma intanto ci conforta la considerazione della perfetta sincronia con cui questi due autorevoli attori internazionali si muovono per il bene dell’Europa e quindi anche dell’Italia.

 

 

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