Marina di Ragusa, ma quanto mi costi? Un trancio di pizza 4.50 euro. Ma non è un caso isolato

La scorsa settimana RagusaOggi si è occupato di un episodio che ha creato grande dibattito sui social: la vendita di due granite di mandorla a Ragusa Ibla a 9.20 euro.

Subito gli schieramenti: da una parte, chi ha sostenuto che il prezzo era veramente eccessivo, dall’altra chi invece ha sostenuto la tesi del prezzo giusto. Opinioni, certamente.

Da quel momento, però, le segnalazioni circa il “caro prezzo” in alcune località turistiche della nostra provincia si sono moltiplicate.

Ci sono stati segnalati, stavolta a Marina di Ragusa, caffè presi al banco e portati via d’asporto a 1.50 euro l’uno ma anche due coni gelato mignon (da alcuni chiamati “conetti turchi”) e due biscotti gelato a 7 euro. E diciamocelo pure: non sono certamente prezzi popolari. Circa quest’ultima segnalazione, è bene precisare che l’esperienza è stata effettuata da alcuni membri della nostra redazione in una gelateria di Marina di Ragusa.

L’ultima segnalazione che ci arriva, in ordine di tempo, è quella di un trancio di pizza consumato sempre a Marina di Ragusa a 4.50 euro.

Si tratta di un trancio con mozzarella di bufala e pomodorino. Certamente, la mozzarella di bufala fa lievitare il prezzo di una pizza. Ma 4.50 euro è un prezzo congruo per un trancio?

Consideriamo che una pizza con mozzarella di bufala, intera, se consumata in pizzeria può costare al massimo 9 euro. Siamo d’accordo sul fatto che un trancio certamente costa di più, in proporzione, di una pizza intera, ma il rincaro forse, in questo caso, è stato eccessivo.

L’episodio è stato raccontato sui social ma noi abbiamo interpellato il proprietario del post che ci ha confermato quanto avvenuto e il suo stupore nell’apprendere del prezzo, giudicato decisamente troppo alto.

La domanda che ci poniamo è la seguente: in località turistiche della nostra provincia è corretto alzare i prezzi durante la stagione estiva? E’ giusto che i turisti siano coloro che ne facciano le spese? Alla lunga, non è un atteggiamento controproducente? E qualcuno, si è posto il problema di chi ci abita tutto l’anno da queste parti? Il rincaro, infatti, riguarda anche chi tutti i giorni frequenta le zone balneari e turistiche, non solo i turisti. Ci si pone il problema anche della popolazione locale?

L’esperienza di altre località turistiche, che non siano Taormina, Capri o le grandi città d’arte, insegna che pelare il viaggiatore, alla lunga, non porta nessun beneficio, se non momentaneo.

Una riflessione più seria sarebbe d’obbligo.

 

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