MARIA S.S. DI GULFI

Un fiume di gente ieri ha percorso 4 Km in corsa per portare fino in piazza Duomo il simulacro marmoreo della Madonna Maria S.S. di Gulfi il tutto illuminato dai caldi raggi del sole. Come da tradizione alle ore 10 in punto i tanti portatori hanno sollevato sulle loro spalle “U Bairdu” che sostiene la Santa dando il via alla lunga corsa in salita arricchita dalla musica, dalle bombe e dalle urla di gioia “ W Maria!!!!” che incitano i portatori e tutti i devoti. Tanti i turisti anche stranieri accorsi per vedere questa tradizionale festa. Come vuole la tradizione la Madonna è arrivata in piazza Duomo alle ore 11:00 dando vita al noto “trasi e niesci”  fino a quando viene posta sull’altare centrale. Nel primo pomeriggio, alle ore 14:30, è stato ripreso il simulacro sulle spalle e condotto lungo le vie del centro abitato per il tradizionale “cuncursu” per poi essere posto sull’altare della chiesa Madre che la ospiterà per nove giorni. La tradizione del novenario è lontana nei tempi, si caratterizza per l’omaggio che ogni mestiere fa alla Santa nel giorno assegnatogli. Si inizia il lunedì  con i “Trappitari”, il martedì  con i “mugnai e panettieri”, il mercoledì  con “le donne”, il giovedì con “i pastori”, il venerdì  con  i “Massai”, il sabato con i “commercianti”, la domenica con i “vasciddari”, il lunedì  con i “massari” e il martedì  con la “forestale. Il mercoledì è il giorno in cui il simulacro ritorna al santuario, nella sua chiesa. Così alle ore 14:30 prende il via il tradizionale “cuncurso” per poi scendere verso la sua chiesa per restarvi tutto l’anno. Ricordiamo che ieri sera dopo la celebrazione eucaristica vespertina  è stata inaugurata la mostra fotografica “A Bedda Matri ri Gulfi…ricordi del passato”. “Come è possibile notare – dice l’assessore Antonella Occhipinti, componente del comitato dei festeggiamenti in qualità di rappresentante dell’Amministrazione comunale – si tratta di un programma articolato che cerca di consolidare la tradizione caratterizzata da una devozione sempre più consistente da parte della comunità dei fedeli del nostro centro montano. Un modo anche per esaltare le nostre origini”.

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