Maltrattava i genitori per estorcergli denaro da sperperare in droga e slot, arrestato

La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza applicativa di misura cautelare, emessa dal Tribunale di Ragusa – Ufficio del G.I.P., su richiesta della Procura della Repubblica di Ragusa, nei confronti di un soggetto gravemente indiziato di maltrattamenti in famiglia ed estorsione ai danni dei genitori.
Da circa sei mesi B.P., quarantacinquenne vittoriese già noto alle forze dell’ordine, con reiterate minacce e reiterati danneggiamenti di mobili e suppellettili, andando spesso in escandescenza, estorceva giornalmente somme di denaro di circa 10-20 euro ai genitori conviventi per sperperare tali somme in droghe, sigarette e slot.
Le indagini, svolte dagli investigatori del Commissariato di P.S. di Vittoria e coordinate dalla Procura della Repubblica di Ragusa, sono scaturite a seguito dei ripetuti interventi effettuati, nel periodo compreso tra lo scorso mese di aprile ed il mese di settembre, dai poliziotti presso l’abitazione dei predetti.

Dalle indagini svolte emergeva un vero e proprio clima di paura creato dall’indagato che aveva ripetutamente aggredito la madre a decorrere dal mese di aprile 2019 chiedendole quotidianamente somme di denaro. Se la donna rifiutava di consegnare i soldi il figlio andava in escandescenza spaccando tutto ciò che trovava a portata di mano e danneggiando le porte interne a calci. Anche il padre, costretto su una sedia a rotelle per problemi di salute, subiva le minacce e le vessazioni del figlio. Nel mese di giugno il soggetto era arrivato persino a colpire la madre con un pugno al volto, sempre per costringerla a consegnargli denaro.
Ritenuti sussistenti i gravi indizi di colpevolezza, in data 1 ottobre 2019 il Tribunale di Ragusa – Ufficio del G.I.P. applicava nei confronti dell’indagato la misura della custodia cautelare in carcere, che veniva immediatamente eseguita da parte del personale del Commissariato di P.S. di Vittoria. Dopo la cattura e le formalità di rito, quindi, il soggetto è stato condotto in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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