Maltrattamenti in scuola dell’infanzia a Vittoria: chiesti 2 anni di carcere per le due insegnanti coinvolte

La pubblica accusa ha chiesto la condanna a due anni di carcere per le due insegnanti di una scuola dell’infanzia di Vittoria nel Ragusano. Erano finite a processo – con giudizio immediato – per maltrattamenti aggravati e in concorso ai danni dei bambini di una classe. Le due donne il 20 gennaio 2020, al termine di una attività di indagine svolta dalla Polizia di Stato – Squadra mobile e commissariato di Vittoria erano state poste ai domiciliari. 

Dalle indagini e dal materiale audio e video raccolto, in base alle cronache dell’epoca emerse che le due donne attuavano ai danni dei bambini “gratuite ed inaudite violenze fisiche e verbali. Quotidianamente e senza alcun motivo le donne insultavano, umiliavano, spintonavano, strattonavano e percuotevano le povere vittime indifese che ormai, impietrite, sottostavano ai continui maltrattamenti e vessazioni, senza reagire e senza potere, data la tenerissima età – tutti al di sotto dei 3 anni -, neanche raccontare le angherie subite ai genitori”. Per Giovanna Guastella e Giovanna Campailla – che vennero sospese dal servizio per un anno -, il processo iniziò ad aprile del 2020 con 24 parti offese che in buona parte si costituirono parte civile. 

La richiesta di condanna della pubblica accusa

La pubblica accusa nell’udienza odierna, rappresentata in aula dal sostituto procuratore Monica Monego, ha considerato solidi gli elementi di prova in merito alla colpevolezza delle due insegnanti. Il pm nella sua requisitoria ha sottolineato come le argomentazioni difensive non abbiano mutato il quadro indiziario e probatorio che portò alla applicazione di una misura restrittiva da parte del giudice per le indagini preliminari confermata anche dal Tribunale del Riesame.

Un clima di terrore in quella classe, per il pm, e schiaffi, tirate di capelli, espressioni verbali violente e minacciose non possono rientrare nella fattispecie dell’abuso dei mezzi di correzione ma sono configurabili come maltrattamenti anche in linea con costante giurisprudenza di Cassazione; strattonamenti, urla ed espressioni forti, con i bambini intimoriti da un clima di paura e soggezione. “Ti faccio la faccia come un pallone”, “se vengo lì non spreco il viaggio”, “se non ti bevi l’acqua ti faccio ingoiare i denti” , e testi che hanno riferito di urla “che si sentivano da fuori”. La pubblica accusa ha concluso chiedendo la condanna delle due donne a due anni di reclusione ciascuna, con la concessione delle attenuanti generiche per il contegno processuale, prevalenti sulla contestata aggravante. 

Le richiesta delle parti civili 

Si sono poi pronunciati i legali delle parti civili, tra questi gli avvocati Valerio Palumbo e Anna Iachella. Il primo ha contestato la concessione delle attenuanti generiche non ravvedendo alcun segnale di pentimento o scuse da parte delle insegnanti. Ha voluto leggere un brano di una intervista rilasciata nel 2011 al Corriere della Sera da Fulvio Scaparro, psicologo, psicoterapeuta specializzato nell’età evolutiva e fondatore e direttore scientifico associazione GeA, sul tema dei maltrattamenti:  “non è gravissimo solo il fatto che un insegnante tocchi in modo fastidioso un bambino in classe, anche una occhiataccia minacciosa o le urla con la faccia deformata dalla rabbia fanno male ai bambini, che sono come lumache senza guscio, senza protezione”.

La avvocata Iachella ha dato lettura di alcuni articoli della Convenzione sui Diritti del fanciullo per evidenziare come gli stessi non siano stati rispettati. Oltre ai legali di parte civile in rappresentanza delle famiglie dei bambini – avvocati Garufi, Di Dio, Alia, Albani, Distefano e Drago – anche il Comune di Vittoria che pure si è costituito parte civile, con l’avvocata Lucia Sidoti. Depositate anche le richieste di risarcimento del danno. A dicembre la parola alle difese e la sentenza.  

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