MALALA LA COMBATTIVA. LE SUE ARMI? I LIBRI.

Oggi voglio raccontare la storia di Malala Yousufzai una ragazzina, una quindicenne pachistana vittima di un attacco da parte di talebani circa tre mesi fa. I talebani l’hanno attaccata per punirla per il suo attivismo a favore dell’istruzione delle bambine. Il 9 ottobre scorso Malala era di ritorno a casa, nella provincia di Swat nel nord-ovest del Pakistan, quando uomini armati le si sono avvicinati a bordo di un’auto e le hanno spietatamente e freddamente sparato, colpendola alla testa e al torace.

La pallottola era entrata nella testa della ragazza dirigendosi lungo la spina dorsale.

Allah l’ha voluta ancora in questo mondo e ferita gravemente alla testa Malala ha deciso di ascoltare i medici pakistani e la sua famiglia sul suo trasferimento all’estero. E’ stata curata e assistita nell’ospedale Queen Elizabeth di Birmingham, centro specializzato nella cura dei soldati feriti in Afghanistan. Malala tenta di lottare per la vita e sul suo letto riesce a scambiare qualche frase per iscritto, con l’equipe medica che la segue. Dimessa dall’ospedale continuerà a essere curata come paziente esterno  e dovrà tornarvi fine mese o nei prossimi giorni di febbraio per sottoporsi ad un nuovo intervento chirurgico per la ricostruzione del cranio.

I medici sono ottimisti e sostengono che Malala potrà riprendersi perché il cervello degli adolescenti è ancora in fase di crescita e riesce ad adattarsi ai traumi subiti.

La sua incredibile forza collaborativa ha permesso che si ristabilisse in fretta e che desse progressi straordinari.

Le autorità di Islamabad hanno nominato suo padre Ziauddin, addetto all’ambasciata pakistana per l’istruzione a Birmingham con un contratto triennale.

Malala è il nuovo simbolo della lotta per i diritti delle donne in Pakistan.

Malala lotta, tenta, vuole cambiare il suo paese, rischiando la propria vita.

Quando si arriva a un punto in cui non trovi il coraggio di affrontare le avversità della vita, esausto dagli eventi esistenziali negativi, episodi come questi fanno riflettere sul coraggio di piccole donne che nascono con la voglia di riscatto.

Malala possiede una grande voglia di riscatto e desidera che tutte le bambine abbiano un’istruzione. Lotta per questo anche a costo di morire. Le sue sole armi sono i libri, le uniche risorse dell’esistenza umana.

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