M5S POLEMIZZA SULL’INIZIATIVA DEMOCRAZIA PARTECIPATA

 Mascalucia, 21 gennaio 2015 – «Strumentalizzare ogni azione è decisamente esagerato e non fa bene alla comunità» afferma il sindaco di Mascalucia, Giovanni Leonardi. Il commento arriva a seguito dell’esposto alla Procura della Repubblica presentato dalla portavoce del M5S di Mascalucia Agata Montesanto sull’iniziativa Democrazia partecipata voluta per l’appunto dall’amministrazione Leonardi.

Il 28 e 29 dicembre 2015 i cittadini di Mascalucia, attraverso il portale web del comune, hanno potuto votare e scegliere un progetto a cui destinare 30000 euro. La consigliera Montesano ha dichiarato che «è stato riscontrato che da alcuni indirizzi di rete pervenivano fino a 54 votazioni, da altro indirizzo 37 votazioni , 30 e così via».

L’amministrazione intende precisare. «I meccanismi di protezione del voto sono stati impeccabili – prosegue il sindaco Leonardi – e trovo modo di ringraziare dott. Gabrielle Greguzzo, l’ing. Fabio Puglisi e la dott.ssa Giovanna Toscano, responsabile del procedimento, per il prezioso supporto all’iniziativa. I cittadini hanno scelto, l’unico danno per loro sarebbe quello di non realizzare il progetto votato».

I dati presentati vanno compresi e spiegati poiché la consigliera evidentemente non è avvezza a internet o fa finta di non conoscerne le procedure per alzare un inutile polverone. «I 652 volti validi sono pervenuti da 295 diversi indirizzi Ip, se non consideriamo gli 83 pervenuti dal comune, la media è di 1,93 voti a indirizzo Ip» spiega l’assessore all’Innovazione tecnologica Michelangelo Sangiorgio. «Tra i 54 voti – prosegue – due sono voti non validi. Gli indirizzi Ip vengono forniti dal provider di servizi nel momento in cui viene effettuata una connessione. L’’indirizzo che acquisisce, quando si connette, un modem o un router che tutti abbiamo a casa o in ufficio e a cui possono essere collegati numerosi dispositivi, anche nello stesso momento. I flussi possono provenire da locali pubblici con wi-fi libero ( nell’arco di 36 ore è plausibile che alcune persone abbiamo potuto votare, con tablet, smartphone o pc portatili da un locale che mette a disposizione il wi-fi)» sottolinea l’assessore Sangiorgio. «Le ipotesi sono svariate e, peraltro, le modalità di voto (registrazione sul sito del comune e invio tramite mail personale del link attraverso cui votare ) difficilmente permettono brogli o dirottamenti massici di voti. La giustizia farà il suo corso e accerterà se esistono o meno anomalie» conclude Sangiorgio.

 

 

 

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