L’UNITRE PUNTA SUI GIOVANI. L’EDUCAZIONE PERMANENTE NELLA SOCIETA’ POST MODERNA.

 In passato il sapere era tramandato da padre in figlio. Gli anziani avevano il compito di educare non solo i giovani ma tutta la comunità. Bisogna recuperare il passato: nelle tradizioni si recuperano i concetti morali.

Nella società post moderna lo scambio si è interrotto. Si deve tentare di ricostruirlo. Il ruolo  della Terza età, o meglio definito la seconda giovinezza, è quello importante, che  per alcuni versi tende a perdersi a dissolversi, di trasmettere la prudenza  ai giovani che sono presi dall’entusiasmo e dalla  temerarietà, realtà propria degli anni giovanili.

Le Unitre sono speranza per il Paese , speranza di mantenere salda la vita di relazione, poiché in questa c’è la forza di organizzare le conoscenze nella visione dell’amore e del bene comune. L’Università delle tre età, deve incontrare continuamente i giovani.

In un mondo dove i processi culturali, scientifici, tecnologici avanzano più rapidamente che nel passato, si avverte sempre di più la necessità di una ricerca di uno spazio comunicativo sociale, dove l’uomo sia centrale rispetto alle tecnologia e si riappropri della sua identità fisica e spirituale.

Terza età una  ricchezza sociale, la tragedia non è l’allungamento della vita ma  è il declino della natività.

Grandi passi sono stati fatti da quanto il quarantenne del Medioevo era già considerato vecchio e a fine della sua esistenza terrena. L’attesa di vita nel 2012 sfiora gli ottanta anni. Nell’arco di un secolo abbiamo guadagnato 20 anni di vita, un terzo di vita in più rispetto all’inizio del secolo.

In Italia, dal censimento del 2011, si evince che  su sessanta milioni di abitanti, dodici milioni e mezzo pari a un quinto della popolazione cioè il 20,3% sono over sessantacinque . Si prospetta il 25% nel 2021 e il 34% nel 2050. In  Sicilia gli over sessantacinque rappresentano il 18% degli over. L’Italia ai vertici prima in Europa per un primato straordinario: quello di avere quattro milioni di persone over  ottanta, seguono i Paesi Scandinavi.

Su dodici milioni e mezzo sette milioni sono donne e cinque milioni uomini.

ASCOLTIAMO I GIOVANI. Promoviamo i contatti tra le generazioni. Coinvolgiamo i giovani studenti. Avremo così una crescita civile, sociale e culturale. Una maggiore apertura al sociale, al territorio, al volontariato.

Oggi definiamo i giovani inquieti. Sembra una brutta parola ma  l’inquietudine, la preoccupazione, l’ansia, l’essere crucciato, arrabbiato nascono  dalla paura del futuro e dalle asprezze della società.  Adesso i giovani si classificano “indignati”.

I ragazzi di oggi, avendo una prospettiva tutta orientata all’usa e getta, hanno paura ad avere certezze e cercano sempre cose nuove. Ciò che ha qualche anno è già vecchio, nonostante sia valido e funzionante. Però le persone non sono né pc né smartphone:  le persone sono soggetti che  acquisiscono esperienza, le macchine sono stupide e sanno fare solo le cose per cui sono programmate. L’uomo col passare del tempo migliora, le macchine no!

Nell’occasione del Convegno sono stati convocati il Comitato Esecutivo Nazionale Unitre e il Consiglio Nazionale Unitre.

Il Convegno  organizzato dall’Unitre di Catania guidato dalla  sua Presidente Pina Guccione e dal suo staff ha sviluppato argomenti e temi particolarmente importanti, inerenti l’aggiornamento di quanti operano all’interno dell’Unitre. La Presidente Nazionale Irma Maria Re, che non è potuta intervenire per motivi personali, ha inviato una lunga lettera che invita all’impegno  affinché  le ipocrisie, le ripicche, i rancori e la superbia che circolano il nostro mondo, possano essere cancellati dall’amore, dalla dedizione e dall’umiltà degli uomini e delle donne di buona volontà.

L’età dell’apprendimento e/o aggiornamento non finisce mai,  vigono  quattro  principi fondamentali:

Il sapere

Il saper essere

Il sapere fare

Il saper essere insieme

Mentre cinque sono le età della vita:

·         Quella della formazione e apprendimento in cui si studia e ci si forma;

·         Quella della massima produttività età adulta in cui si è indipendenti;

·         L’età dai sessantacinque ai settantacinque dove vi è libertà dal lavoro e dalla cura dei figli;

·         L’età superiore agli ottanta;

·         Oltre 90 anni, è l’età del feedback, la messa a punto del bilancio.

 Non inclusa nell’elenco, vi è l’età sociale che riguarda tutta la vita ed  è la  capacità di stare insieme, di aprirci. La terza età è l’età di bilancio. Si resta dentro la società per dispensare saggezza ed equilibrio.

 

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