L’UDC IPPARINO PRENDE POSIZIONE SULLO STRUMENTO URBANISTICO

Alla luce di tutti gli incontri tenutisi, per l’esposizione dello schema di massima del PRG del Comune di Vittoria, occorre fare le opportune considerazioni vista l’importanza socio economica e culturale che un cambiamento di tale portata comporta.
La prima considerazione verte sulla possibilità di potere applicare, nel modo più consono possibile, il principio della perequazione urbanistica.
Tale principio può essere adottato solo tenendo conto di una trasformazione urbanistica unitaria, nell’ambito delle effettive esigenze all’interno del comparto urbano, sulla quale il principio di perequazione viene adottato.
Questo per evitare da un lato una reiterazione nascosta del vincolo espropriativo, e dell’altro il verificarsi di presenze di porzioni di terreno totalmente inutilizzabili per la pubblica utilità.
La seconda considerazione nasce dalla lettura delle tavole di progetto.
Esse presentano – oltre alle parti relative all’ espansione di edifici per l’industria, l’artigianato e il commercio – anche due macroaree, sul territorio di Vittoria, destinate all’espansione residenziale.
La prima, posta a sud, che deduzione logica vuole, che essa nasca dall’idea di collegare il tessuto urbano esistente, rappresentato dai complessi residenziali posti nella fascia di viale Virgilio Lavore, con il Piano di Zona della “Rinascita”.
La seconda posta a nord, che trova come punto di partenza l’attuale SS 115 e che si espande fino ad arrivare alla linea tracciata per la variante della SS 115.
Non scendendo nei dettagli e negli aspetti legati ai parametri che sono stati adottati per la stesura, tale operazione, a prima analisi, sembra essere del tutto estranea alla morfologia attuale del territorio Comunale, e del tutto disomogenea rispetto a quanto si è verificato negli ultimi vent’anni, che hanno visto un’ espansione che ha portato all’edificazione verso l’attuale frazione di Scoglitti piuttosto che verso i Comune limitrofi come Acate e Comiso.
Inoltre occorre fare delle considerazioni pratiche sulla reale fattibilità di tale proposta, puntualizzando che fino ad ora metà dell’area che abbiamo preso in esame è stata destinata a sviluppo residenziale ma che nello specifico non è mai cresciuta per gli enormi costi che occorrerebbero per renderla edificabile e principalmente vivibile( opere di urbanizzazione primaria e secondaria).
Quindi perchè aumentare ancor di più il carico edificatorio sapendo che già a priori questo possa essere inattuabile per la classe imprenditoriale e per i cittadini, e che il fabbisogno abitativo è saturo e che altresì la volumetria abitativa diventa di gran lunga superiore a quella necessaria?
Inoltre ammesso e non concesso che questa operazione espansiva abbia un seguito e si riesca a metterla in pratica, quante persone sono disposte ad abitare edifici ed immobili che sarebbero distanti dai 500 mt. ai 3.0 Km dal centro storico? E poi quali saranno le ripercussioni all’interno del nucleo abitato esistente e del centro storico? Quali saranno i costi che l’amministrazione dovrà sostenere per la manutenzione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, qualora questa operazione venisse realizzata?
Fondamentale a questo punto diventa l’idea di programmazione urbanistica considerando lo strumento urbanistico non come uno schema in cui suddividere il territorio per destinazioni d’uso ma come uno strumento che possa pianificare lo sviluppo della città prediligendo la ristrutturazione della stessa al fine di dotarla di tutti quei servizi che fino ad oggi lo strumento precedente non ha saputo dare, incentivando la trasformazione, adottando lo strumento della perequazione per le aree che attualmente sono vincolate e la ristrutturazione della città esistente, attraverso l’incentivazione per il recupero del centro storico.
Tutte queste considerazioni sono il frutto di volontà specifiche e di interrogativi che la cittadinanza si pone e a cui si deve dare una risposta affinché si possa rendere esecutivo lo schema di massima del Prg.
Per concludere, in questi casi, il dialogo con la parti direttamente e indirettamente interessate è fondamentale al fine di poter trovare la strategia di pianificazione urbanistica, attraverso soluzioni mirate e puntuali, idonee per poter sviluppare, innanzitutto quello che già esiste attraverso una promozione della trasformazione urbanistica, onde evitare da un lato lo svuotamento del centro storico dall’altro il persistere dei vuoti urbani (lotti interclusi o area soggette a vincolo) che fino ad oggi non hanno avuto seguito al progetto di trasformazione urbana previsto dal precedente strumento urbanistico.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it