L’ormai mitologico raddoppio della Ragusa-Catania: i dubbi dei sindacati siracusani che non credono all’inizio dei lavori nel 2022

La CGIL siracusana crede ben poco alla posa della prima pietra nel 2022 per la costruzione dell’ormai mitologica Ragusa-Catania. Lo scrive chiaro e tondo in una nota inviata in seguito all’ennesimo incidente stradale che si è verificato all’altezza di Francofonte:

“Abbiamo preferito non intervenire con il solito stucchevole e retorico richiamo alla sicurezza che manca su un pezzo di territorio che aspetta un’opera pubblica come quella promessa da tutto l’arco costituzionale da oltre 30 anni”, affermano Giovanni Pistorio- Segretario Generale FILLEA-CGIL Sicilia, e Salvo Carnevale – Segretario Generale Provinciale FILLEA-CGIL Siracusa. Un’opera inutilmente tormentata, visto che è chiaro come il sole quanto sia importante la sua costruzione.

Che i dubbi siano tanti e legittimi è fuori discussione: Negli ultimi mesi ci sono stati degli intoppi, che hanno costretto il Governo nazionale ad aumentare il finanziamento, arrivato ad un miliardo di euro, dopo le prescrizioni richieste dal Ministero della Transizione Ecologica anche se il viceministro Cancelleri ha sempre detto che i lavori avranno inizio entro il 2022.

Anche il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, ha manifestato perplessità dopo che Anas ha rinviato l’approvazione del progetto tecnico. Inoltre, secondo quanto sostenuto dal sindaco, “la quota regionale di 217milioni è stata spostata da fondi FAS a fondi POC, e che malgrado il CIPESS abbia recepito questa rimodulazione (quindi del tutto legittima) con delibera dello scorso novembre, la stessa non risulti ancora registrata dalla Corte dei Conti”.

“Nel mese di novembre – continuano i due sindacalisti – il commissario straordinario Musumeci ha incontrato le organizzazioni sindacali, insieme ai dirigenti Anas – così come previsto dalla procedura – e aveva annunciato di vedere finalmente il traguardo e confidava che entro il mese di dicembre potessero essere completati gli ultimi adempimenti, compreso il pezzo di finanziamento mancante per giungere al miliardo di euro (valore complessivo dell’opera) che deve arrivare dal Ministero delle Infrastrutture pari a circa ¼ dell’ammontare.

Questo pezzo di finanziamento insieme ad alcuni aspetti burocratici non di secondaria importanza erano, e sono, ‘la conditio sine qua non’ per poter lanciare la gara e affidare finalmente i lavori entro questa estate. In occasione di quella riunione professando cautela – e ricordando i temi della contrattazione d’anticipo, della legalità e della sicurezza – memori delle cocenti delusioni degli anni passati, abbiamo chiesto trasparenza e comunicazione continua con il territorio. Crediamo sia arrivato il momento di fissare un nuovo incontro con le organizzazioni sindacali ma sarebbe auspicabile che Musumeci venga, anche a Lentini, a spiegare al territorio cosa sta accadendo. All’orizzonte temiamo di vedere passare anche il 2022 senza aver posato la prima pietra”.

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