È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
L’ORIZZONTE OLTRE LA SIEPE
30 Mag 2014 19:29
In una precedente occasione ospitata prima che si svolgessero le elezioni europee non poco se non niente fece presagire, neanche con l’aiuto di qualche previdente sondaggio, quale sarebbe stato l’esito del voto degli elettori, si è fatto ricorso in quell’articolo al titolo di un famoso film americano degli anni cinquanta e la nostra nota esprimeva il dubbio, intitolandola “Renzi oltre la siepe”, di cosa avesse potuto trovare il presidente Renzi, per l’appunto oltre la siepe, dopo il risultato elettorale del 25 maggio.
La non prevedibile, ma comunque legittima espressione di voto dell’elettore, è stata un elevato consenso elettorale non tanto al Pd quanto invece a Renzi che ha fatto a tutti ricordare quello che raccolse Fanfani mezzo secolo addietro e che si è ripetuto solo in quest’occasione.
L’elettore ha puntato sulla velocità operativa che il Renzi voleva imprimere alla sua azione di governo abbandonando il consumato copione dei politici che l’avevano preceduto annunciando un programma di riforme esplosive e con l’inversione di uno sperimentato senso di marcia si attirò il dissenso di compagni di cordata e la convinta critica degli oppositori tradizionali che ora, a conti fatti, anche se non espressamente hanno dovuto ammettere di non aver presagito che un diffuso e scalpitante scontento sociale, peraltro vero e reale, non si sarebbe pianto solo addosso ma, invece, avrebbe espresso una volontà di riscatto puntando su un politico portatore di un programma ritenuto, anche se non del tutto, idoneo a far scendere dagli occhi qualche lacrima in meno.
L’elettore ha voluto credere che la prima delle misure da intraprendere doveva essere quella annunciata di rivisitazione dell’apparato burocratico nazionale per imprimere allo stesso una speditezza operativa frenata nel tempo da una moltitudine di leggi e regolamenti che ne impedivano effetti operativi chiari nei risultati e non soggetti, invece, ad intralci e inadempienze formali che seppure spesso non voluti ciò non ostante incidevano sull’effettiva operatività del sistema.
L’elettore si è reso consapevole che le modifiche all’apparato produttivo non dipendono solo da interventi casalinghi ma anche ed essenzialmente da unarivisitazione sia pure graduale di vincoli e prescrizioni europee fino ad ora dettate e volute da altre categorie sociali ed economiche.
Del resto quello che si avvertito in una diffusa classe sociale del nostro paese ridotta in povertà assoluta ed appaiata in una loro prospetto plastico con altri strati di popolazione sull’orlo del baratro, ha trovato eguale sovrapposizione con milioni di cittadini europei astretti nello stesso dramma.
A dare, qualora ve ne fosse esplicita espressione, ulteriore dimostrazione che la via da seguire è quella oltre che delle riforme strutturali interne per i loro adeguamento anche quella di consentire alle industrie nazionali di meglio competere con quelle straniere è stata la recente presa di posizione della Confindustria italiana che evidentemente senza improvvisazione e da non sprovveduta ha enunciato il suo appoggio per rivedere, fra l’altro, i parametri europei.
Una generale espressione di disagio proviene anche da partiti euroscettici europei che pur fra le loro diversità di programmi operativi restituiscono nel loro insieme una comune prospettiva di cambiamento, magari senza buttare un libro da sostituire con un altro ma quantomeno di voltare qualche pagina.
Non bisogna, però, dimenticare quel famoso detto che dice che fra il dire e il fare ci sta di mezzo il mare. Rivisitare anche strutturalmente un assetto che si consolidato da oltre mezzo secolo non è impresa facile e d’immediata realuizzazione. Vi saranno ostacoli per la maggior parte strumentali ma anche rispondenti a esigenze vere e reali. E alquanto semplicistico pensare che tutto sia da rifare. Gli interventi, pertanto, devono essere in dipendenza di una volontà di cambiamento reale ponderato, responsabili e disponibili, sia pure in tempi certi, a sentire tutte le voci perché fra queste vi sono di certo anche quelle vere e quindi non eliminabili.
Renzi, quindi, oltre la siepe, almeno in questa circostanza, non ha trovato il buio, quell’ostacolo cioè che non ti fa vedere una prospettiva e ti impedisce di assumere una decisione o provare un tentativo di cambiamento.
Non è affatto un compito semplice. E’ piuttosto l’occasione storica per salvare il bambino e buttare l’acqua sporca.
Già all’interno del suo partito i toni politici degli avversari di ieri sono morbidi e in una certa misura accondiscendenti. Non si tratta, almeno si spera, di materializzare la salita sul carro del vincitore.
Se fosse solo questa la reale posizione politica manifestata, la specialità della prova che attende ci porterebbe a distinguere in un carro che sta per partire quali sono i cavalli che effettivamente trainano rispetto a quelli che nella sostanza puntano i piedi.
Per stare a vedere non ci vuole molto.
Politicus
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