L’OREGON L’ECCELLENZA AMERICANA

Quando si discute di vino nordamericano, i più non possono evitare un cenno di compatimento o qualche commento sarcastico, dettato più da un pregiudizio che dall’esperienza personale. Effettivamente non è facile reperire vini americani in Italia e, come quasi sempre, i pochi che si possono trovare non danno un’idea esatta di cosa sia oggi il vino americano.

Come in tutti i paesi produttori di vino, anche negli Stati Uniti si è assistito ad un processo di internazionalizzazione, che spesso ha comportato una pericolosa omologazione del gusto del vino. Sarebbe più corretto dire che questo processo è partito proprio dagli Stati Uniti e che poi ha influenzato fortemente i vini europei. Ma negli Stati Uniti non vi sono soltanto vini densi, scuri e fortemente condizionati dalla barrique. C’è tutto un mondo di piccoli proprietari terrieri, che lavora in modo non dissimile dalle piccole aziende familiari europee, ma che per ovvi motivi è rimasto sconosciuto per lungo tempo a causa dell’ingombrante peso dei giganti del vino nordamericano.

Questo aspetto meno conosciuto del vino americano è in gran parte presente nell’Oregon, uno stato a nord della California,  i cui prodotti sono molto diversi da quelli della regione vicina. I produttori dell’Oregon ci tengono molto a smarcarsi dal vino californiano o quanto meno dal prototipo del vino californiano: vini morbidi, molto fruttati, con sentori spesso eccessivamente dolci e l’immancabile bagaglio di odori aggiunti dalle barrique nuove. Qui nell’Oregon, in particolare a Willamette Valley, il clima estivo è meno assolato di quello californiano, ma allo stesso tempo il clima invernale è meno rigido. I rischi per le vigne non sono dettati dalle gelate invernali, bensì dalle piogge autunnali o dal clima poco costante delle estati. Questo clima fa sì che i vini quivi prodotti non siano mai troppo grassi o alcolici. Non solo, queste condizioni determinano molte difficoltà di maturazione al cabernet, vitigno molto in voga in California. Proprio per questo i produttori dell’Oregon dal 1970 si sono specializzati nel pinot noir, sicuramente più adatto a questo clima meno assolato. Il percorso è stato irto di difficoltà, in parte dettate da una certa inesperienza, in parte dalle difficoltà intrinseche che possiede il pinot noir. I risultati, quindi, non sono stati sempre buoni e tra vari vini di dubbia qualità, sono emerse, con il trascorrere degli anni, varie etichette di pregio.

Il pinot noir dell’Oregon è però diverso dal quello francese, per la precisione da quello borgognone. Questa uva, che non gode dell’attenzione dei più, perché ritenuta troppo dura e austera, qui nell’Oregon possiede una nota più morbida e più fruttata.

Chiunque ami il pinot noir sa benissimo che se l’andamento dell’annata influenza molto il risultato finale del vino, per il pinot noir lo influenza ancora di più. Questo, infatti, è uno tra i vitigni più sensibili che esistano e nella Willamette Valley il clima è particolarmente incostante. L’attenzione da prestare all’annata, qui nell’Oregon, è quindi maggiore anche rispetto alla Borgogna, dove il pinot noir è di casa. Molto spesso etichette americane affermate presentano numerose annate al limite della sufficienza, mentre altre giungono all’eccellenza, tanto da sembrare vini diversi.

 

 

 

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