LO SCIOPERO REGIONALE DEI DIPENDENTI DELLE EX PROVINCE

“La politica la smetta di litigare sulla pelle dei dipendenti delle ex Province. Faccia presto. Entro luglio, prima della pausa estiva, completi la riforma degli enti di area vasta”. Il segretario della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo, lo ha ribadito ieri durante lo sciopero regionale che ha portato a Palermo migliaia di dipendenti degli ex enti intermedi, commissariati da 27 mesi.

A Palermo una nutrita delegazione della FP Cisl Ragusa Siracusa che ha sostenuto la vertenza regionale portando le istanze dei lavoratori dell’ex ente di via Roma.

La delegazione del sindacato unitario è stata ricevuta nella sala Rossa dell’ARS dal presidente dell’Assemblea regionale, Giovanni Ardizzone, il presidente della I Commissione Affari Istituzionali, Antonello Cracolici, i capigruppo parlamentari.

«Il Presidente dell’Assemblea ha confermato che sarà incardinata nei prossimi giorni – ha dichiarato Daniele Passanisi, segretario generale della FP Cisl Ragusa Siracusa – ma resta alto il rischio occupazionale per 5700 dipendenti delle ex Province, per 1200 dipendenti delle partecipate, per i tanti precari coinvolti.»

«Le ex Province – ha ricordato Passanisi – sono commissariate da 27 mesi, come ha fatto rilevare qualche deputato. È inammissibile che anche questo governo abbia deciso di prolungare i commissariamenti rinviando ancora l’approvazione della legge. Oggi ci ritroviamo a dover vedere in aula la stessa legge che, due mesi fa, l’8 aprile, venne bocciata dopo il blocco dell’articolo 1.

Noi chiediamo alla politica di trovare un’intesa e di farlo presto. Le beghe non portano da nessuna parte e stanno rischiando di pesare soltanto sulla pelle di migliaia di lavoratori e di famiglie. A tutto ciò – ha concluso Daniele Passanisi – si aggiunge il blocco di questi servizi che l’ente ha erogato negli anni. Attività primarie per i cittadini dei vari territori che oggi sono, invece, abbandonati a se stessi.»

Dall’ARS, infine, ipotesi di emendamenti per chiudere, utilizzando gli avanzi disponibili, i bilanci di previsione. Un passaggio comunque necessario per garantire un minimo di continuità ad un ente che non può lavorare su bilanci pluriennali mandando una legge di riforma.

                                               

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