L’ITALIA E LA CONVENZIONE DI ISTANBUL

L’Osservatorio Interpartitico Ibleo, costituito da Rosanna Bocchieri, Gianna Miceli, Carmela Nicita, Laura Vitale, Eleonora Ferrera, Sara Iacono, Claudia Parrino, Selene Marchese, accoglie con viva convinzione e approvazione la detta ratificazione, che dopo la Camera passerà al Senato.

“La Presidente di UN Women Comitato Nazionale Italia, Simone Ovart, esprime grande soddisfazione per l’approvazione da parte della Camera dei Deputati della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne, firmata a Istanbul l’11 maggio 2011”.

Il voto unanime di Montecitorio viene accolto dalla Presidente Ovart come un forte segnale di sensibilità delle Istituzioni. Il provvedimento rappresenta il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che mira a sanzionare “tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, sia nella vita privata”. Si auspica ora, un’approvazione altrettanto rapida al Senato, rendendo l’Italia il quinto Paese ad aver ratificato la Convenzione di Istanbul, dopo l’Albania, Montenegro, Repubblica Ceca e Turchia.

Il mettere in atto  la Convenzione di Istanbul, non è di poco conto, significa educare innanzitutto. Nelle scuole, attraverso la cultura del rispetto fra generi, dell’amore che non è mai possesso, della violenza che non è mai giustificata, nei mass media, con la messa al bando di un’immagine femminile che è solo esteriorità e che può essere venduta al miglior offerente come un qualsiasi capo di bestiame, per poi farne quel che si vuole tanto lei sta zitta.  Nella famiglia si deve ricordare a ogni genitore che l’amore e il rispetto per l’altro si respira nella vita familiare di ogni giorno.

L’ultimo fatto successo della ragazzina quindicenne, a cui l’Italia ha dato l’addio, ci deve far pensare profondamente. Un amore negato ha portato un ragazzino quasi coetaneo a disfarsi di quella ragazzina nella maniera più violenta pensabile.

 

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