È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
L’INQUINAMENTO CHE UCCIDE NEL LIBRO “MARE FORZA 7” (2010) DEL NOSTRO COLLABORATORE MICHELE GIARDINA
29 Nov 2012 15:42
( …) “In Bassa Val di Susa è allarme per la salute pubblica a causa dell’inquinamento prodotto da un’acciaieria del luogo. Diossine e policlorobifenili, in base a specifici recenti studi, hanno raggiunto livelli inimmaginabili. I tassi di decessi per tumore sono superiori alla media regionale del 65%-80%. Questi i dati rilevati dall’Arpa. A Taranto l’acciaieria Ilva ha procurato all’ambiente danni irreversibili. Lo stabilimento siderurgico ha emesso in atmosfera 32 tonnellate di Ipa, pari al 95% del totale nazionale delle emissioni industriali censite dall’Ines, 92 grammi di diossine e furani, pari al 92% del totale, 74 tonnellate di piombo (78%), 1,4 tonnellate di mercurio (57%), 231 tonnellate di benzene (42%), quattro tonnellate di cromo (31%). Facile immaginare quello che sarebbe successo a Pozzallo se la Fas avesse continuato la sua attività. A proposito di danni ambientali, Gela è una delle aree più inquinate del mondo. L’ennesimo esempio di scempio autorizzato. Allarmanti e drammatici i recenti dati dello studio epidemiologico Sebiomag, che ha rilevato arsenico e altri metalli sul 20% di un campione di 262 persone al di sotto dei 44 anni, residenti a Gela, Butera e Niscemi. In proporzione potrebbero essere ventimila le persone contaminate. L’arsenico, infatti, è stato rilevato anche in chi non lavora al Petrolchimico o vive nelle zone vicine. La popolazione in pratica continua ad essere contaminata perché il suolo e la catena alimentare sono irrimediabilmente compromessi. Gli scienziati del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità chiedono maggiori controlli sugli alimenti, in particolare su verdure, pesci e crostacei. Per quanto riguarda la zona del siracusano, più di 530 tonnellate di mercurio, cloro-soda, ammoniaca e altri veleni hanno inquinato in modo irreversibile la bellissima rada di Augusta. Sui fondali al largo di Priolo, in oltre 50 anni di attività, si sono accumulati milioni di tonnellate di rifiuti inquinanti. Tutti veleni che risalgono ai tempi della Montedison. La Corte di Giustizia europea, con sentenza emessa a Lussemburgo il 9 marzo 2010 su richiesta del Tar, ha intanto stabilito che “gli operatori che hanno impianti limitrofi a una zona inquinata possono essere considerati presunti responsabili dell’inquinamento”. In Sicilia, il territorio principalmente interessato è quello del cosiddetto sito Priolo, dichiarato “sito di interesse nazionale (Sin) a fini di bonifica”. Vi rientrano i territori costieri tra Capo Xifonio (Augusta) e Capo Plemmirio (Siracusa). Ma la sentenza è applicabile, più generalmente, a tutti i territori industriali inquinati. La Corte chiarisce che “la direttiva sulla responsabilità ambientale prevede che l’operatore la cui attività abbia provocato un danno ambientale o una minaccia imminente di un danno siffatto è considerato responsabile. Pertanto esso deve adottare le misure di riparazione necessarie ed assumersene l’onere finanziario”. Si ribadisce cioè il principio secondo il quale chi inquina paga”
( Dal libro “Mare forza 7” di Michele Giardina ( 2010) – edito da Prova d’Autore)
Tre le domande:
a-chi ha autorizzato nel corso degli anni tale scempio?
b- cosa hanno fatto gli ambientalisti per impedirlo?
c- chi pagherà per le migliaia di lavoratori e cittadini morti di tumore?
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