L’INFINITO VIAGGIARE

“…Viaggiare? Per viaggiare basta esistere. Passo di giorno in giorno come di stazione in stazione, nel treno del mio corpo, o del mio destino, affacciato sulle strade e sulle piazze, sui gesti e sui volti, sempre uguali e sempre diversi come in fondo sono i paesaggi. Se immagino, vedo. Che altro faccio se viaggio? Soltanto l’estrema debolezza dell’immaginazione giustifica che ci si debba muovere per sentire.” “Qualsiasi strada, questa stessa strada di Entephul, ti porterà in capo al mondo”. Ma il capo del mondo, da quando il mondo si è consumato a girargli intorno, è lo stesso Entephul da dove si è partiti. In realtà il capo del mondo, come il suo inizio, è il nostro concetto del mondo. E’ in noi che i paesaggi hanno paesaggio. Perché se li immagino, li creo; se li creo esistono; se esistono li vedo come vedo gli altri. A che scopo viaggiare? A Madrid, a Berlino, in Persia, in Cina, al Polo; dove sarei se non dentro me stesso e nello stesso genere della mie sensazioni? La vita è ciò che facciamo di essa. I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo.”

Sono parole di Fernando Pessoa, scrittore e poeta portoghese. Tanto viaggiatore nella vita anche come rappresentante della “eteronimia” che lo porta ad avere tante personalità poetiche complete e distinte dall’originale, e fra loro. Quel suo “navigare” è necessario -più importante dello stesso vivere- tanto quanto “la creazione”. Un modo originale il suo di passare da un mondo ad uno stile di scrittura totalmente differenti, che mostra un senso enigmatico, originale, del mutevole procedere! Quindi?

Anche noi tutti siamo in navigazione, da un innamoramento all’amore, al suo maturare o finire. Dall’entusiasmo di un percorso di studio, che si sviluppa e accresce in conoscenza, ci permea di nuove visioni, idee, prospettive e catapulta su un altro tema da intraprendere, conoscere…Da un lavoro, in cui mettiamo in gioco la nostra professionalità, che via via si esprime e si rafforza, in direzione sicura di soluzioni e competenze da mettere al servizio degli altri.

Viaggiare è nascere, crescere, prendere in mano la nostra vita sapendo che è questa responsabilità che la rende tale, al cento per cento, fino all’ultimo respiro.

Certo, viaggio è anche lo sguardo attento su un quadro d’autore; tra le pagine e i concetti di un libro; sul viso di un vecchio, di un bambino, di sconosciuti; di un orizzonte spoglio; di un groviglio materiale o interiore; di un suq affollato; nella noia o nell’impegno frenetico; nell’egocentrismo e nell’altruismo; nell’inquietudine, nella calma, nella rabbia, nell’allegria, nel dolore…Sono tutti irrimediabilmente viaggi da percorrere, luoghi da conoscere, esattamente come un orto da osservare e curare, da cui raccogliere fiori e frutti di vita, nuovi semi!

E’ viaggio la politica, quella del quotidiano cambiare, arrabattarsi per sopravvivere, mantenere un livello di qualità e di buon gusto, di onestà nei pensieri e nel frasario, perché sì, le parole -più di quel che si pensi- fanno bella o brutta la realtà, mostrando orizzonti migliori o peggiori, anche visionari, da tramandare a chi verrà dopo noi.

Quello? E’ viaggio contradditorio nella politica e nel politichese…

E viaggiare muovendosi semplicemente nel labirinto di una qualsiasi scelta?

Scegliere è andare avanti!

Infatti, nei giorni delle scelte da fare, si deve camminare quasi in punta di piedi. Immagine di grazia e leggerezza; di tutù e carpette rosse…? No! Non potrete mettere a terra i piedi, per il male -anche metaforico! Avrete camminato ore o non dormito notti, sotto cieli tersi o magari stellati, ma…neri, senza risposte chiarificatrici. Nemmeno il vento che smuove la acqua solitamente quieta del lago o del mare suggerirà facili soluzioni. Giornate straordinarie …per pensare, ascoltarsi, prendere decisioni. In poche parole: scegliere! Sarà come zappare, sondare, scalare, raspare, cancellare, incidere, immergersi, imparare…

Sappiamo quello di cui ha bisogno il prato che è il nostro cuore, la nostra vita… Sappiamo far girare gli ingranaggi logici razionali pratici della mente. Sappiamo. Anche prima di fare una scelta lo sapevamo, ma è stato un rimestare nel profondo senza sapere cosa o dove mettere le mani, all’inizio. E’ stato camminare su un costone di montagna, guardare indietro, camminare, sentire la voce del silenzio ai fianchi, e il sentore di tempeste in arrivo.  

Contemporaneamente. 

Si hanno attimi di paura, terrore che immobilizza, ma si cammina solo in avanti. Indietro non si può più tornare. Certi che in cima, la veduta di una valle bella come un paradiso la troveremo. 

E così sarà, anche se si tratterà di “altro” rispetto al previsto. Troveremo, affiorata da sola la compagnia da cui mai disgiungersi: se stessi. Nessuna solitudine; buona compagnia! Quella che ha permesso di trasformare il problema in un’opportunità, una soluzione.

Anche se poi potremmo ancora cambiare repentinamente l’idea ottenuta, finale, e ripartire per un nuovo viaggio di scelta: che bellezza potente quella strada!

Ma quanto si deve camminare! Fino ad avere vesciche come patate ai piedi, ma…passo alato per spiccare verso un cambiamento.      

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