È attivo dal 15 dicembre il Centro di Pronta Accoglienza per le dipendenze patologiche, realizzato dall’ASP di Ragusa presso il padiglione 7 dell’ospedale “Busacca” di Scicli, in attuazione della Legge regionale n. 26 del 2024. La nuova struttura rappresenta un passaggio strategico nel rafforzamento della rete dei servizi sanitari dedicati alla cura e al recupero […]
L’inferno di fuoco fra Chiaramonte e Monterosso: cronaca di un disastro ambientale
25 Giu 2021 10:10
Quando siamo arrivati in zona Canziria erano più o meno le 18.30 e abbiamo capito che l’incendio non doveva essere troppo lontano: abbiamo iniziato a sentire l’odore acre del fumo dall’auto.
Siamo poi proseguiti per contrada Paraspola seguendo a vista un canadair che volava sopra le nostre teste e così siamo arrivati fino all’incrocio di contrada Gucciardo – Pezze Cugni e Casasia, sul confine esatto fra Chiaramonte e Monterosso Almo. E lì, abbiamo visto il disastro di fuoco che si stava consumando.
Alle 18.30 circa le squadre forestali erano già riuscite a domare l’incendio che si era propagato in quella zona e che aveva distrutto un bosco adiacente denominato “della Passione”, dal nome della contrada. Tanti i residenti che erano presenti alle operazioni di spegnimento: oltre alle squadre forestali, c’erano anche quelle dei vigili del fuoco, due canadair e un paio di elicotteri della forestale. Veniamo sapere che l’incendio non era scoppiato da poco: piuttosto, era iniziato alle 14.30 circa. I residenti hanno parlato di un “fuocherello” partito da contrada Gucciardo a bordo strada e che poi, nel giro di poco, si è propagato a macchia d’olio. In effetti, siamo andati a vedere il presunto luogo del delitto: si tratta di una strada provinciale dove è stato quasi certamente appiccato il fuoco a delle sterpaglie. Il vento e le alte temperature hanno fatto il resto.
Alle 20 circa la situazione sembrava essere migliorata: i canadair e gli elicotteri, com’è noto, per motivi di sicurezza non possono effettuare lanci con il buio e tutto viene affidato alle squadre di terra. Poco prima, una squadra dei vigili del fuoco aveva messo in sicurezza un’abitazione dove risiedono due persone con disabilità. Le fiamme, infatti, erano troppo vicine alle loro case e quindi, di conseguenza, si è reso necessario per motivi di sicurezza evacuare le persone.
Sul posto, parliamo con la gente: una donna residente da sempre in quella contrada ci racconta il suo rammarico: “Io e il bosco della passione siamo praticamente cresciuti insieme. E’ un posto dove vengono sempre gli scout per fare i campi. E’ un luogo dove andiamo a trascorrere qualche ora di relax. Poi vedi questo. Non ci sono parole”.
Nel frattempo, facciamo due chiacchiere con le autorità civili presenti sul posto: il sindaco di Chiaramonte, Sebastiano Gurrieri e l’assessore Carmelo Ragusa. Veniamo a sapere che, per motivi ancora non chiari, la protezione civile era già pronta ad intervenire intorno alle 15 ma, per motivi ancora sconosciuti, dovuti forse a questioni di competenze con altri organi di intervento, sarebbero stati invitati a non intervenire in un primo momento. Successivamente, però, la protezione civile ha partecipato alle operazioni.
Intorno alle 20, però, ci accorgiamo che il fuoco è ripreso e stavolta ha interessato una zona montuosa all’interno dell’area forestale denominata “Potico” e “Cravara”. E in effetti, nel giro di pochissimo tempo, vediamo partire le squadre della forestale. I vigili del fuoco, invece, rientravano per cambio turno.
Nel giro di un paio d’ore, l’intera montagna, una zona totalmente boschiva, va a fuoco. Gli operai dell’antincendio della forestale ricevono l’ordine di non intervenire oltre: è buio, è pericoloso, il bosco si ritiene ormai perduto. Comprendiamo che la salvaguardia della vita umana è la cosa principale. Ma non possiamo fare a meno comunque di provare un senso di impotenza di fronte a tutto questo.
Intorno alle 21 però la situazione comincia a degenerare: un’azienda agricola di piano Mondello, nei pressi di Piano dell’Acqua, è seriamente lambita dalle fiamme. L’azienda Occhipinti dice addio ad alcuni ettari di uliveti e frutteti e quando noi arriviamo sul posto troviamo alcuni privati cittadini che si adoperano con i trattori per fare fermare il fuoco e buttare acqua. Una casa di villeggiatura è completamente circondata dalle fiamme, un caseggiato rurale è già distrutto. Il sindaco di Chiaramonte, e di questo bisogna darne atto, è sempre stato presente sul posto. A quel punto, ha iniziato a battere i pugni (telefonicamente parlando) con Prefettura (era sempre rimasto in contatto con gli organi della Prefettura per avere quante più squadre possibili di soccorso) e con la dirigenza del corpo forestale. Dopo un’ora circa, intorno alle 22, infatti, sono arrivate sia le squadre dei vigili del fuoco che quelle della forestale, mettendo praticamente in salvo quel che restava dell’azienda agricola.
Il territorio è rimasto presidiato per tutta la notte. Alle prime luci dell’alba il canadair ha effettuato la bonifica della zona. Raggiunto telefonicamente, il sindaco di Chiaramonte ci ha spiegato stamani: “Alle ore 2.30 eravamo di nuovo ad un bivio. Malgrado i forti contrasti che ho avuto con la dirigenza della forestale, devo dire che grazie a loro, oltre ai vigili del fuoco, è stato salvato il salvabile. Il cambio di rotta della dirigenza della forestale, che ha lavorato in sinergia con le altre forze sul posto, è stato determinante”.
Secondo una prima stima effettuata ieri sera, sarebbero circa 300 gli ettari di bosco e colture andati in fumo ma, ripetiamo, si tratta solo di una prima ricognizione. La maggior parte dell’area boschiva colpita si trova tecnicamente sul territorio di Monterosso, mentre Chiaramonte ha avuto soprattutto danni a colture e ad aziende.
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