È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
L’INDIFFERENZA NON VIAGGIA
22 Giu 2015 18:02
L’indifferenza non vede, non sente e non parla -“nun vidi, nun senti, nun parli…”- come “le tre scimmie sacre”che non vogliono invitare all’omertà, ma al contrario ci spingono ad assumere comportamenti corretti, cioè: a udire, a vedere, a parlare bene. Di origine giapponese, sono una massima pittorica piuttosto espressiva, famosa e chiara. Talvolta una quarta scimmia completa la raffigurazione: una scimmia a braccia conserte che simboleggia di “non fare… il diavolo, il male”.
Simbolicamente ci suggeriscono di usare al meglio i sensi e la vita con le potenzialità che offrono di esprimerci liberamente attraverso azioni giuste, sia a livello sociale sia personale.
L’indifferenza, al contrario, non fa un passo, per esempio, verso la porta del vicino che non s’incontra più. Non fa un passo verso il telefono per allertare parenti, amici, istituzioni, a chiedere aiuto per un’altra persona. L’indifferenza rimane seduta sul divano davanti al televisore se sente un grido o un pianto. L’indifferenza non è né madre né padre che proteggono e salvano. E non soltanto resta imprigionata nelle incombenze abituali o eccezionali, ma si chiude, accartocciata dietro un malinteso quanto inutile riserbo, nascosta dal telo-paracadute improprio- del diritto alla privacy, congelata da qualche dubbio. L’indifferenza non è vita. L’indifferenza non è.
Si potrebbero snocciolare i casi di vittime dell’indifferenza -che succedono nelle città come nei paesi-. Un’anziana è trovata morta dopo una settimana o mesi…Un altro, invece, che da anni non paga le spese condominiali,“grazie” al fisco che viene a confiscargli i mobili in seguito al mancato pagamento, è trovato mummificato…E da anni nessuno sapeva… se o che …fosse in casa! “Pensavamo fosse al ricovero…” “Non parlava, era schivo.” “La sorella lo aveva cercato e perché lui non apriva la porta, se n’è andata” …ed era un fatto, questo, un tentativo timido di ricerca, successo un anno prima del ritrovamento! E ancora quindi c’era stato un altro anno di silenzio assoluto, quello di una persona “scomparsa”e mai cercata: l’anziano fratello era morto, in casa, da sette anni! E il caso della donna lasciata su un letto, sola, ridotta a uno scheletro vivente, per intere giornate, nello sporco e nelle feci, che ha chiesto aiuto, finché ha avuto voce? Un compagno ingrato e insensibile che usava la casa e non si prendeva cura di lei, lasciandola morire, era indifferente…
L’indifferenza, immobile e senza cuore, può essere assassina.
Che cosa può valere più della vita? Più di queste povere creature abbandonate alla sofferenza, alla solitudine, lasciate andare…? Non serve elencare. Siamo colpiti quando succede e non ci pare possibile. Cosa c’è che valga più della vita umana? La nostra, anche, da vivere tutta, con generosità…nel bene e nel male, senza anestetizzarci per pigrizia e indifferenza; vita viva, che procede, incontrando giorni di luce e affrontando ombre di notte. E ancora, vivere con sensibilità quella degli altri: specchio dei nostri bisogni, dei nostri sogni, della nostra fragilità, dei nostri dolori, e delle nostre stesse identiche gioie. Cosa di meglio che dare rispetto alla vita, di chi ci vive accanto, o al piano di sopra o di sotto, sullo stesso pianerottolo o per strada …anche se non si conoscono molto? Il contrario dell’indifferenza- ferma, cieca, sorda e muta- non è il pettegolezzo, o impicciarsi in modo curioso degli spazi privati altrui, sollevando una tendina della finestra per poi furtivamente ritrarsi… Il contrario dell’indifferenza è vedere, sentire, capire, fare: è fratellanza, muoversi con amore universale e agire come la nostra consapevolezza e coscienza ci suggeriscono. Sì, coscienza! Non è una parola “fuori” moda, cancellata dal vocabolario. Esiste, ed ha un valore altissimo. Qualcuno, passato alla leggenda, disse: “Nel servirci l’un l’altro, diveniamo liberi”. Forse era nel Regno di Camelot, al tempo degli eroi della Tavola Rotonda di re Artù? Tanto tempo fa? Troppo? Quei cavalieri eroici non esistono più? Forse noi siamo diversi oggi? Loro e noi, sono stati e siamo, semplicemente persone compiute quando siamo coscienti, consapevoli, socievoli e altruiste!Possiamo “essere presenti” secondo coscienza, semplicemente, nel modo in cui ci è possibile: nessuno di noi può fare miracoli e nessuno li pretende da noi! La coscienza fa un passo in avanti e tende la mano. La coscienza è viaggiatrice! Tiziana
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