L’indice Rt allontana lo spettro del rosso: la Sicilia resta in arancione. Dal 26 ristoranti aperti anche la sera, ma solo all’aperto

“Si può guardare al futuro con prudente ottimismo e fiducia”. Lo ha detto il premier Mario Draghi in conferenza stampa.

Il governo sulle aperture oggi ha preso “un rischio ragionato, un rischio fondato sui dati che sono in miglioramento”.

Draghi ha confermato che la cabina di regia “anticipa al 26 di questo mese l’introduzione della zona gialla, ma con un cambiamento rispetto al passato, nel senso che si dà precedenza all’attività all’aperto, anche la ristorazione a pranzo a cena e alle scuole tutte, che riaprono completamente in presenza nelle zone gialla e arancione mentre in rosso vi sono modalità che suddividono in parte in presenza e in parte a distanza”.

La Sicilia è tra le regioni italiane con indice di contagio di pochissimo superiore a 1, resta in zona arancione. La regione che insieme alla Valle d’Aosta rientra in uno scenario di tipo 2, ha registrato un Rt pari a 1,03 allontanando così lo spettro della zona rossa che fino a ieri, per il numero di contagi in crescita, aveva aleggiato in primis su Palazzo d’Orleans vigile sull’andamento della situazione.

Nell’Isola restano in rosso diversi Comuni con un’attenzione particolarmente alta su Catania che fino a ieri ( ha fatto registrare il più alto numero di casi positivi (475).

Al momento nella fascia con le maggiori restrizioni ci sono Valle d’Aosta, Sardegna, Campania e Puglia. Puglia e Val d’Aosta rimarranno in rosso per l’alta incidenza, superiore alla soglia dei 250 casi settimanali su centomila abitanti, mentre la Sardegna dovrà aspettare almeno un’altra settimana perché ha un Rt ancora sopra quota 1,25. La Campania, invece, con un indice Rt sotto all’1,25 e un’incidenza sotto ai 250 casi per 100mila abitanti dovrebbe passare in zona arancione.

La Sicilia ha un Rt a rischio ma inferiore a 1,25 e ha inoltre già varie città e l’intera provincia di Palermo rosse.

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