L’INCONTRO RIZZA-DIPASQUALE CONFERMA I DUBBI DI LEGAMBIENTE

Le ‘sensazioni’ di Legambiente a seguito dell’incontro col Commissario comunale Rizza, e cioè che sulla gestione idrica a Ragusa e sulla pelle della popolazione si stia consumando l’ennesimo giochetto politico elettorale trovano le prime conferme a seguito dell’incontro del Commissario con l’ex sindaco di Ragusa.

L’ex sindaco di Ragusa, evidentemente uno dei responsabili politici (probabilmente il principale: negli ultimi anni è stato quasi ininterrottamente sindaco e vicesindaco) di questo disastro, un amministratore che ha abbandonato la città nel pieno della più grave problematica idrica della sua storia (ricordiamo che l’inquinamento delle sorgenti risale almeno all’autunno 2010, quindi più di 2 anni fa) adesso, con la complicità mediatica del Commissario Rizza, si pubblicizza come il ‘salvatore della patria’: un comportamento scandaloso che è un’offesa all’intera cittadinanza.

Evidenziamo che, se l’ex Sindaco avesse gestito l’acqua ed il territorio come si deve, invece di minacciare di querela chi denunciava l’inquinamento, oltre a non trovarci in queste condizioni, non avremmo avuto bisogno del tanto decantato milione. Dopo tutto sono soldi nostri: l’attuale deputato mette quindi le mani nelle tasche dei siciliani per risolvere un problema che lui e la sua amministrazione non hanno saputo né prevenire né risolvere.

Se vuole veramente discolparsi paghi di tasca propria: si riduca l’emolumento del 90% ed usi la cifra per contribuire al disinquinamento ed in tal modo ad aiutare le aziende zootecniche a risolvere questa grave problematica. Quando c’era da opporsi al piano paesaggistico non si era forse eletto a paladino degli allevatori? Adesso ha l’occasione di dimostrarlo veramente: li aiuti di tasca propria. Se no verrebbe da pensare che li abbia solamente usati per conquistare l’ennesima ambita poltrona. Facciamo notare che mentre lui ha fatto il salto da Ragusa a Palermo ci sono allevatori che rischiano di fare il salto verso la chiusura.

‘Stranamente’ è proprio l’associazione che lui accusava di voler ‘bloccare lo sviluppo’, e cioè Legambiente, quella che si sta dando da fare insieme a Coldiretti per risolvere concretamente il problema, trasformandolo in risorsa per le aziende zootecniche.

Legambiente ribadisce il proprio no a nuove trivellazioni in falda: la soluzione reale sta nell’immediato disinquinamento, nella sistemazione delle reti idriche colabrodo e in una percorso concreto di risparmio idrico. Basta con lo sforacchiamento continuo della nostra preziosa falda idrica.

Legambiente infine stigmatizza ancora una volta il mancato coinvolgimento della società civile nella gestione di questo Bene Comune. E’ scandaloso che gli stessi che evidentemente non hanno fatto nulla per evitare l’inquinamento, e non sono riusciti a risolverlo quando si è presentato, si ostinino a gestire la risorsa idrica nel chiuso delle loro stanze senza neanche chiedere la collaborazione di chi, nella realtà iblea, ne capisce quanto se non più di loro.

 

 

   

   

 

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