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Collegamenti isole minori sotto accusa: avarie nascoste, intercettazioni e 100 milioni sequestrati
21 Nov 2025 16:47
Un’inchiesta destinata a segnare uno spartiacque nel sistema dei collegamenti marittimi siciliani. È quella avviata dalla Procura di Trapani che ha travolto la Liberty Lines e la Società di Navigazione Siciliana, le due realtà che garantiscono la continuità territoriale con le isole minori dell’Isola: Eolie, Egadi, Ustica, Pantelleria, Lampedusa e Linosa. Un presunto sistema definito dagli inquirenti “ben collaudato”, che avrebbe nascosto avarie, omesso controlli e certificato come sicure imbarcazioni che, secondo l’accusa, non lo erano affatto.
Da lunedì mattina i primi nove indagati compariranno davanti al gip del Tribunale di Trapani per le misure cautelari richieste dalla Procura, nell’ambito di un’inchiesta mastodontica che conta 48 indagati, tra cui due persone giuridiche, e un’ordinanza di circa 2.700 pagine. Il provvedimento ha portato al sequestro preventivo di oltre 100 milioni di euro e alla nomina di amministratori giudiziari per le due società.
Secondo gli investigatori, le compagnie avrebbero omesso di segnalare avarie e criticità strutturali delle navi per evitare riduzioni nei finanziamenti regionali e statali previsti dal contratto siglato nel 2016. Un contratto milionari o che riguarda un servizio essenziale per migliaia di residenti, lavoratori e turisti delle isole minori.
Le Fiamme Gialle avrebbero installato telecamere all’interno degli uffici della Liberty Lines e intercettato telefoni e dirigenti, ricostruendo – secondo la Procura – una rete di omissioni, pressioni e scambi informativi con alcuni funzionari RINA, l’ente deputato alle certificazioni sulla sicurezza in mare. In un episodio emblematico, dopo che il comandante dell’unità “Ale” aveva segnalato la presenza di un buco nello scafo, sarebbe stata organizzata una riunione telefonica tra dirigenti della compagnia e tecnici RINA per classificare l’avaria come “evento straordinario”, pur esistendo già un piano di interventi mai eseguito.
“Non posso pregiudicare un’organizzazione così messa a puntino solo perché in Capitaneria non c’è nessuno che alle dieci ci dà assistenza”, affermava uno degli indagati nelle conversazioni captate dalla Guardia di Finanza. Un passaggio che assume un peso significativo nell’impianto accusatorio, secondo cui le verifiche sarebbero avvenute deliberatamente a fine giornata, quando l’imbarcazione poteva essere fermata senza impatto sulle corse.
Nel frattempo, il Codacons annuncia la propria costituzione come parte offesa, in quella che definisce “la Mega truffa del mare”. L’associazione, che parla di “ipotesi gravissime”, ritiene indispensabile garantire trasparenza e tutela dei passeggeri, alla luce del ruolo strategico dei collegamenti marittimi con le isole minori.
L’Ufficio Legale Regionale dell’associazione, con gli avvocati Marcello Drago e Danilo Frattagli, seguirà passo dopo passo ogni sviluppo dell’indagine, raccogliendo anche segnalazioni da parte degli utenti che ritengono di aver subito disservizi o irregolarità.
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