È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
LIBERI CONSORZI
23 Mar 2014 11:57
Ferme restando tutte le perplessità politiche da tempo manifestate rispetto alla proposta trasformazione della Provincie Regionali in Liberi Consorzi e ferme restando tutte le perplessità tecniche rispetto al testo legislativo da ultimo approvato dall’Assemblea Regionale Siciliana, incomprensibile sotto il profilo squisitamente politico e di prospettiva per il futuro, si rivela la “fuga in avanti” di chi lancia l’idea della costituzione del Libero Consorzio della Val di Noto, chiamandone a far parte Modica, Scicli, Pozzallo, Ispica, Pachino, Portopalo, Rosolini, Noto e Palazzolo.
A fondamento di tale proposta vengono indicate le comuni risorse storico-artistiche, archeologiche, ambientali e agricole, mentre come obiettivo finale viene indicato quello di consentire alle predette comunità di uscire dalla marginalità economica e sociale nella quale sarebbero stati, negli ultimi decenni, reclusi.
Ora, a prescindere che non risulta che le dette comunità locali siano da decenni recluse (ma da parte di chi e per quali reati) in una sorta di limbo economico-sociale, come emerge palesemente solo a richiamare alla memoria l’inserimento di Modica, Scicli e Noto tra i siti UNESCO, l’immagine cult di Marzamemi e Portopalo di Capo Passero, l’investimento economico sul Porto di Pozzallo e sulla rete autostradale sino a Rosolini, la centralità della zona commerciale di Modica, l’affermazione a livello mondiale di prodotti alimentari come il cioccolato di Modica, la carota IGP di Ispica, il pomodorino di Pachino, il vino Nero d’Avola, va rilevato che proprio la proposta di creazione di un micro consorzio, intermedio tra quelli di Ragusa e Siracusa, finirebbe realmente per determinare una decrescita di quelle comunità.
Iniziando l’analisi dall’aspetto dei servizi (strade, scuole, rifiuti, acqua), emerge che da recentissime ricerche economiche, il punto di equilibrio tra costo del servizio e qualità dello stesso si raggiunge laddove il servizio sia reso nei confronti di comunità con popolazione non inferiore ai 320.000/350.000 abitanti: laddove il medesimo servizio sia reso invece nei confronti di comunità di minore rilevanza, per ottenere la medesima qualità del servizio il cittadino ivi stanziato si trova ad affrontare un costo più alto, o per mantenere fermo il costo, si trova costretto ad ottenere un servizio di qualità minore.
Il tutto, è necessario sempre precisarlo, a prescindere dalla qualità degli amministratori chiamati a organizzare e gestire i servizi.
In atto quindi nella attuale dimensione corrispondente con il confini provinciali, sia il Libero Consorzio di Siracusa, con poco meno di 400.000 abitanti, sia il Libero Consorzio di Ragusa con i suoi 320.000 hanno i requisiti di equilibrio economico sopra indicati, mentre nell’ipotesi di creazione del Libero Consorzio della Val di Noto con popolazione di poco superiore a 190.000 abitanti, per scorporo da Ragusa e Siracusa, si giungerebbe alla paradossale ipotesi in cui i cittadini di questo nuovo Consorzio sarebbero costretti, per mantenere la stessa qualità di servizi, a pagare un costo maggiore di quello in atto sostenuto, o per mantenere il medesimo costo, ad usufruire di servizi qualitativamente inferiori a quelli in atto resi, con evidente peggioramento della loro posizione economico-sociale.
A ciò si aggiunga che non solo verrebbe peggiorata la qualità di vita dei cittadini di Modica, Pozzallo, Ispica, Scicli, Rosolini, Pachino, Portopalo, Noto e Palazzolo, ma verrebbe peggiorata anche la qualità dia vita di tutti i cittadini dei comuni ricompresi nei Liberi Consorzi di Ragusa e di Siracusa, perché anche questi, per effetto dello scorporo, si ridurrebbero ad un dimensionamento di popolazione (Ragusa circa 200.000 e Siracusa circa 310.000), inferiore a quello di equilibrio.
Le medesime conclusioni di peggioramento delle attuali condizioni generali economico – sociali derivanti dalla proposta dei circoli PD di Modica e Scicli, le si otterrebbero sia in relazione ai servizi sanitari che ai servizi giudiziari.
Infatti anche in relazione ai predetti fondamentali servizi, il punto di equilibrio viene individuato nella superiore quantificazione (320.000-350.000 abitanti), ragione per la quale da un canto, per l’immediato, nel Libero Consorzio della Val di Noto potrebbero essere mantenuti solo i servizi sanitari in essere, senza alcun ulteriore incremento e/o miglioramento, con progressivo accorpamento degli stessi in realtà di maggiore rilevanza (in particolare la Città metropolitana di Catania, essendo Ragusa e Siracusa in forse, perché anch’esse risultanti inferiori allo standard minimo), con peggioramento quindi della quantità e qualità dei servizi sanitari invece oggi in essere presso le predette comunità.
Con riferimento invece ai servizi giudiziari, va rilevato che, nonostante tutti gli sforzi, in ogni caso il Libero Consorzio della val di Noto non potrebbe riesumare l’oramai soppresso Tribunale di Modica, proprio per l’inesistenza di un numero di abitanti sufficiente a giustificare un presidio giudiziario efficace ed efficiente, dotato delle necessarie ed indispensabili risorse umane ed organizzative.
Pertanto per l’immediato i cittadini di Modica, Scicli, Ispica e Pozzallo, continuerebbero ad avere come loro giudice naturale il Tribunale di Ragusa, e quelli di Rosolini, Pachino, Portopalo, Noto e Palazzolo, continuerebbero ad avere come loro giudice naturale il Tribunale di Siracusa, con concreto rischio di progressivo accorpamento degli stessi Tribunali di Ragusa e Siracusa, perché anch’essi per scorporo risultanti inferiori allo standard minimo, in altre realtà comunque definitive nel tempo a prescindere dal numero di abitanti, perché sedi di Procure antimafia: in particolare Ragusa rischia l’accorpamento con il Tribunale di Gela e Siracusa con il Tribunale di Catania.
La ipotizzata creazione del Libero Consorzio della Val di Noto quindi finirebbe per assegnare ai cittadini ivi stanziati, ed anche a tutti quelli stanziati nei territori dei Liberi Consorzi di Ragusa e Siracusa, come giudice naturale territorialmente competente invece che gli attuali Tribunali di Ragusa e Siracusa, quelli,di sicuro più distanti di Gela e Catania.
Quanto poi alle “comuni risorse storico-artistiche e archeologiche” della Val di Noto, va rilevato che non si comprende per quali ragioni queste comuni risorse (innanzitutto barocco e siti della Magna Grecia) sarebbero valorizzate dallo scorporo da un canto da Ragusa, città barocca per eccellenza, e dall’altra da Siracusa, indiscussa capitale della Magna Grecia, oltre che da realtà di certo non trascurabili come Kamarina, Kasmene e Kaucana.
Il proposto scorporo inoltre finirebbe per aggravare, creando nuovi ulteriori interlocutori, invece che ridurli, il programma di creazione di un unico distretto turistico, capace di mettere in rete e di promuove territorio, patrimonio architettonico e ricettivo e infrastrutture (prima tra tutti Aeroporto di Comiso e Porto di Pozzallo), per giungere al definitivo e stabile inserimento nei circuiti turistici mondiali del nostro territorio, con notevolissime ricadute in termini di prodotto interno lordo locale.
Né tantomeno risulta comprensibile come e perché la produzione agricola di Scicli e ed Ispica dovrebbe ottenere un vantaggio dallo scorporo dalla fascia trasformata di Santa Croce Camerina, Vittoria e Acate, tenuto conto che il mercato ortofrutticolo di Vittoria è uno dei maggiori del Sud Italia e del Mediterraneo, come e perché la produzione oleiaria di Frigintini verrebbe valorizzata dallo scorporo dalla zona oleria di Chiaramonte Gulfi, riconosciuta come zona di produzione d’eccellenza, e perché la produzione lattiero-casearia di Modica verrebbe valorizzata dallo scorporo da Ragusa, il cui altipiano è riconosciuto come luogo di produzione di latte di alta qualità e della relativa produzione casearia, che raggiunge il suo vertice con il Ragusano DOP.
Invece che di inutili scorpori territoriali, che non risolvono i già gravissimi problemi di commercializzazione della produzione agricola, anche di eccellenza, dovuti anche a gravissime carenze infrastrutturali viarie, ma li aggravano moltiplicando i soggetti istituzionali che devono intervenire anche per il solo rilascio di un parere, per attuare utili interventi in materia agroalimentare andrebbero promosse tutte le iniziative atte a creare veri e propri grandi distretti produttivi (polo vinicolo del Cerasuolo e del Nero D’Avola, polo lattiero-caseario, polo olivicolo, polo della carne, polo cerealicolo, del pomodoro e comunque della coltura in serra) capaci di operare con maggiore forza sui mercati e di essere veri ed efficaci interlocutori con le istituzioni, troppe, che si occupano della materia (Unione Europea, Agea, Regione Siciliana, Autorità di controllo e di verifica di qualità).
Nessun vantaggio sotto il profilo di gestione ambientale potrebbe poi ottenere il proposto Libero Consorzio della Val di Noto, visto che non potrebbe gestire la Riserva Naturale di Vendicari, ricadente nei territori di Noto e Pachino, perché in gestione regionale, al pari della Riserva Naturale dei Pantani, ricadente nei territori di Ispica, Noto e Pachino, anch’essa in gestione regionale, non potrebbe gestire Riserva Naturale del Fiume Irminio, che ricomprende aree del Comune di Scicli, perché la maggior parte delle aree ricadono nel territorio di Ragusa, e continuerebbe quindi ad essere gestita dal Libero Consorzio di Ragusa, in uno alla Riserva del Pino d’Aleppo, e non potrebbe ottenere alcuna gestione e/o cogestione del Parco Nazionale degli Iblei, perché della attuale proposta di delimitazione ne farebbe parte solo il Comune di Palazzolo.
Questi sono solo alcuni immediati effetti, tutti negativi, derivanti dall’ipotesi avanzata di creazione del micro Libero Consorzio del Val di Noto, probabilmente formulata con eccessiva enfasi e rapidità, senza utile approfondimento, ed in netto contrasto con le attuali linee di politica economico-istituzionale sulla scorta delle quali l’istituzione e/o l’azienda pubblica è utile, efficace ed efficiente laddove realizza massa critica per numero di abitanti e/o utenti.
Il Partito Democratico, oggi al Governo nazionale e regionale, come è nella sua storia è chiamato a formulare e sostenere proposte di ampio respiro e di interesse generale, mai particolare e men che mai localistico e/o personalistico, capaci di offrire valide ed efficaci risposte sia in termini economici, sia in termini di servizi, sia in termini di semplificazione amministrativa, sia di miglioramento complessivo delle condizioni di vita dei cittadini.
Proprio per tale ragione, per aumentare la massa critica del già esistente ex lege Libero Consorzio di Ragusa, la proposta è quella non solo di mantenere l’attuale assetto territoriale ma anche di estenderlo a nord al Comune di Palazzolo e di Vizzini, già ricompresi nell’area del Parco degli Iblei, e a sud est al Comune di Pachino per la creazione di un polo agroalimentare di eccellenza, modificazioni territoriali che non danneggerebbero il Libero Consorzio di Siracusa, che con soli due distacchi non perderebbe i requisiti minimi di efficienza, né il Libero Consorzio di Catania, stante la esiguità della popolazione di Vizzini, rispetto a quella complessiva, e che aumenterebbero invece la capacità e la forza contrattuale, su tutti i tavoli istituzionali, del Libero Consorzio di Ragusa
© Riproduzione riservata